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C.1.2.4 |
Arte e Psiche il Seminario La VICENDA DELL'ANIMA in dialogo con Vittorio Mazzucconi e la sua pittura |
Note critiche Riassunto degli incontri |
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2009/13
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Come diceva Platone, la caverna è lo stato della condizione umana. Ciò che ci sembra realtà è solo un'ombra proiettata sulle pareti della caverna. Non solo l'ombra si cela in ognuno di noi, ma noi veniamo da essa. La caverna è infatti anche il grembo materno, l'uscirne è proprio il nascere. E' un impulso primordiale a cui ubbidiamo nascendo e che ci guiderà poi per tutta la vita, nello sforzo di raggiungere la luce, ossia l'uscita dalla caverna. |
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2009/14 mercoledì 7 ottobre Il mondo
delle geometria crolla sotto la spinta di pulsioni emotive, che fanno
emergere archetipi arcani, figurazioni mitologiche, finché irrompe
l'eros e, con esso, la vera forza dell'anima. |
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La dura espiazione è vissuta nell'oscurità, nel dolore, che la pittura esprime in una sequenza di quadri drammatici. in cui si narra il viaggio dell'anima agli Inferi, con figurazioni che richiamano il Giudizio a cui è sottoposta, e altre immagini di punizione e dolore. E' una pittura oscura, immersa in un blu profondo che non è un cielo ma piuttosto un mare, il mare dell'inconscio. In esso Mazzucconi disegna le sue figure ma si affida anche al dialogo fra linee diritte e curve, in cui la geometria e un forte senso costruttivo sono al servizio delle emozioni della sua anima. La tavolozza ne completa l'espressione con il colore: oltre al blu, in cento tonalità, e al nero, che spesso disegna le forme, usa le terre, non però quelle calde e tendenti al rosso del periodo precedente, ma delle terre spente, soprattutto negli ultimi quadri, come ritorno alla realtà dopo la perdita dell'amore e dei suoi slanci, sia erotici che spirituali.
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La discesa agli inferi La perdita della donna amata somiglia alla morte di Euridice di cui Orfeo va alla disperata ricerca. La discesa agli Inferi, che si produce allora, equivale al ritorno nella caverna oscura, da cui ci eravamo illusi di essere usciti. In essa si incontrano mostri e fantasmi, in un doloroso viaggio, al termine del quale si crederà di ritrovare Euridice, ma solo per perderla poi per sempre. E' in realtà l'ombra che si incontra in se stessi. L'eros, spingendoci a questo incontro, ci fa un grande dono per la nostra crescita interiore. |
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2009/15 mercoledì 14 ottobre La pittura
di questo periodo corrisponde quindi a una a fase di introspezione che,
dopo aver esperito il dolore delle illusioni umane, trova riscontro sulla
tela in paesaggi dal forte carattere magico-oracolare, spesso immersi
in un vuoto blu od argenteo, profondamente lunare, dove una punta di rosso
ripristina infine l’elemento vitale.
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Dopo la discesa agli Inferi presentata nell'incontro precedente , con
i suoi aspetti terrificanti, il Seminario continua con l'indagine del
successivo stato di non-amore o di non-vita, in cui una luce quasi lunare
ci lascia intravedere il triste cammino che la nostra anima deve percorrere.
In questa esperienza si incontra Osiride, che in antico si riteneva associato
alla guida delle anime nell'oltretomba. e che ci conduce quindi in un
lungo viaggio alla conoscenza di noi stessi. |
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2009/16 mercoledì 21 ottobre Come dice il titolo del Seminario, ARTE e PSICHE, la presentazione della pittura di Mazzucconi non si pone solo in rapporto con l'arte ma con la psicologia, anzi con l'insieme di psicologia, filosofia e metafisica che descrive la vita dell'anima. A fronte di un'arte contemporanea che esprime valori astratti, concettuali, di linguaggio, di mercato, la pittura di Mazzucconi appare invece come un'arte rivolta ai valori interiori e perenni, espressione appunto della vita dell'anima, che non è scandita dai periodi e dalle tendenze superficiali del mondo artistico, ma dalle sue proprie fasi di crescita spirituale, come abbiamo visto nella sequenza di alcuni miti.. La psicologia ne coglie molti aspetti ma tende anche a diventare un'arte o piuttosto una forma letteraria a sé , come fa anche la critica d'arte. Ambedue tendono a elaborarsi e a rielaborarsi in un modo auto-referente, staccandosi così dal vero mito, dalla vera opera d'arte, dall'uomo autentico. Mazzucconi ritrova invece il contatto con la profondità dell'anima, che tutto comprende, e attinge quindi a una sorgente interiore. Fa questo nella pittura, nell'architettura, nel pensiero, come in altrettante forme di ricerca spirituale.
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Nei tre incontri precedenti del Seminario, abbiamo parlato della Caverna
Oscura, poi dell'Eros e della Discesa agli Inferi , e infine della Notte
dell'Anima, riuniti nel mito di Orfeo e Euridice, con una lettura dei
quadri di Vittorio Mazzucconi del periodo 1976-1980 con cui questa esperienza
dell'anima è stata intensamente vissuta ed espressa. Prima del prossimo
ciclo dedicato a Proserpina, che esplorerà un ulteriore sviluppo della
vicenda dell'anima e della sua interpretazione pittorica, il programma
del nostro Seminario comporta adesso questa serata di intervallo e riflessione,
più mirata ad un approccio psicologico e filosofico, guidata dal Dott.
Caddeo. |
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2009/17 mercoledì 28 ottobre E' l'accendersi della luce il primo segno della nuova
pittura di Mazzucconi che inizia con questo periodo, almeno quanto basta
per risvegliarne i colori e rischiarare la scena. Ciò che accade
nella scena non è tuttavia mai riferito a uno spazio esteriore
e illuminato, ma a un luogo interiore, che non è né terra,
né cielo né mare, ma una dimensione assoluta e atemporale.
Se il tema centrale è l'esperienza dell'abbandono, come meta-espressione
della liberazione dell'anima, questo trova un'intensa raffigurazione sulla
tela in una continua dialettica di segni formali e cromatici e soprattutto
nella grande novità espressiva dei quadri scomposti, in cui le
figure vengono smembrate, disgiunte, per essere ricomposte in riquadri
diversi. Assistiamo così a un drammatico rapporto fra la pulsione
erotica, a cui intuitivamente alludono le cromie calde e rosate, ma anche
le terre, e l'aspirazione a un principio spirituale, il Sé.
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Con la nascita di un nuovo amore, si sogna ancora la felicità
di uscire dalla caverna, che si rivela però illusoria, quando la
ripetizione dell'intero ciclo, fino alla separazione, ci porta a un nuovo
dolore. |
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2009/18 mercoledì 4 novembre L'aurora, che segna l'inizio di questo periodo, è
espressa con la tavolozza dei colori che intuitivamente vi si associano:
il rosa, l'azzurro tenue, il giallo della luce. Sono quadri su carta,
il che ne ha accentuato la libertà espressiva. Altri incontri amorosi
hanno stimolato la creatività, in un continuo passaggio dalla carnalità
fisica ai voli dell'anima. Nell'insieme, appare evidente che non siamo
più nel campo di una dualità che, oltre alle sue infinite
forme che costituiscono l'ordito della nostra esistenza, si irrigidiva
nell'alternanza amore-fine dell'amore. Si conosce invece adesso una molteplicità
piena di luminose scoperte e di stimolanti contraddizioni.
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Dopo aver parlato nell’ultimo incontro di Proserpina e del suo
ratto ad opera di Plutone, ci inoltriamo adesso in un successivo periodo
senza amore. In esso però non c’è tristezza ma si
affacciano invece i molteplici segni di un'incipiente aurora. Dopo il
dolore la cui espressione aveva culminato nel grande quadro della Crocifissione,
è come se l’anima scoprisse una sua autonomia, una sua libertà,
sia pure nella ciclica alternanza di cui il mito di Proserpina ci ha reso
consapevoli. Nasce in lei una forza creativa con cui “inventa”
nuove forme di amore o anche della sua fine, la cui esperienza è
però mutevole e viva. Non viviamo quindi più nella luce
lunare che seguì la discesa agli Inferi alla ricerca di Euridice,
ma piuttosto nella prima luce che segue alla notte. La vita diurna che
ne nasce, la vita terrestre, è liberamente modellata, ed è
sempre Eros che agisce in essa, come il vero Creatore, come si legge in
molti quadri. |
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2009/19 mercoledì 11 novembre Si legge in questi quadri una grande forza erotica
e pittorica. Si intuisce anche un impulso spirituale, che da una parte
era suscitato da questo rapporto e dall'altro ne era contrastato. Non
è d'altra parte proprio dell'Eros di prometterci l'uscita dalla
"caverna" nello stesso tempo in cui ci rinchiude in essa? C'era
insieme una pesantezza fisica, di carattere, di contesto, e dall'altra
una spinta all'unione spirituale che hanno finito col trovarsi in una
situazione di insanabile dissidio. La pittura ne esprime i diversi passaggi
con una grande varietà di accenti, di forme e di colori.
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La storia che abbiamo raccontato, dal mito di Euridice con cui l'anima
si perde a quello di Proserpina con cui essa vive a tempi alterni, ci
conduce adesso al mito di Psiche. E' anche questa una storia di amore,
l'amore che ci dispensa felicità e infelicità ma, rispetto
ai miti precedenti, ci apre la prospettiva suprema: dopo tanti dolori,
Psiche viene finalmente accolta fra gli Dei, cioè l'anima umana
scopre la sua divinità. |
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2009/20 mercoledì 18 novembre Il cielo, che agli inizi della pittura di Mazzucconi
era piuttosto un mare, il mare dell'inconscio, della discesa agli Inferi,
e poi è divenuto un cielo lunare, e in un periodo seguente un luogo
atemporale, diventa qui tante altre cose: un cielo nero, o dorato, o rosa,
o diviso in due parti diverse e contrapposte..E' diventato un cielo interiore,
sia come conquista dell'anima che come la sua rappresentazione pittorica.
In molti quadri esso è nel centro della composizione e addirittura
dentro la stessa figura. Un passo ulteriore è stato quello della
ri-dipintura di alcuni quadri, che esprimevano in origine l'idillio dell'amore
e sono invece chiamati adesso a esprimere la disperazione per la sua fine.
In forme diverse, c'è in Mazzucconi un impulso a scomporre, rovesciare,
fare a pezzi le sue opere per poi ricostruirle in una forma più
drammatica e espressiva, come si è visto nel periodo 1989-1990
e anche nelle sue architetture.
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Unione, divisione: sono queste le due prime fasi della lettura del mito
di Psiche, che facciamo nel Seminario attraverso la pittura. |
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La lunga vicenda dell'anima umana si è così sviluppata
di amore in amore, come di vita in vita, ripetendo sempre lo stesso ciclo,
innalzandosi però alla scoperta, con Psiche, della nostra natura
divina. |
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2009/22 mercoledì 2 dicembre La figura del Cristo si è unita, nella storia,
alla croce ,che però nell'animo dell'artista prende anche il significato
di un sacro incrocio, non limitato al senso cristiano. Dove la nostra
anima incontra il mondo si nasce, e questo è vero anche nelle opere
dell'uomo. L'espressione di questo fatto è stata vissuta da Mazzucconi
non solo nella pittura ma nell'architettura. Il progetto della Città
Nascente con cui egli propone una rifondazione di Firenze è
proprio basato sul segno della croce. Esso unisce il tracciato dell'antica
fondazione, l'identità cristiana di Firenze,la sua rinascita che
è proposta dal progetto e soprattutto l'auspicio che, da questo
incrocio, possa sbocciare il fiore della nascita spirituale.
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Il titolo di questo incontro dovrebbe piuttosto essere "Verso
la nascita spirituale", se attribuissimo a questa nascita il senso
di una finale illuminazione, che non è certo per oggi. Oggi e in
tutto il lavoro che abbiamo fatto fin qui, pensiamo piuttosto a un inizio.
Non solo siamo in cammino ma si può dire che in ogni momento iniziamo,
in ogni momento ha luogo questa nascita. |
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2009/23 mercoledì 9 dicembre Qual è anche il punto d'arrivo della pittura
di Mazzucconi? Al di là di un giudizio sul suo valore pittorico,
essa ci appare nell'insieme come una lunga e feconda notte, popolata di
sogni come tutte le notti, che conduce finalmente a un'alba. Questo è
vero sia nel senso della realizzazione interiore dell'uomo, che nell'architettura
e soprattutto nelle sue visioni per una rifondazione della città,
in cui si coglie appieno il senso della nascita spirituale, come di un
momento aurorale.
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Qual'è il punto d'arrivo del Seminario, che si conclude con questo
incontro? |
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