Biografia
1929
Vittorio Mazzucconi è nato il 18 giugno 1929 a Grosseto, da famiglia fiorentina, nel segno dei Gemelli, con ascendente Bilancia. Suo padre, Ridolfo, era giornalista e scrittore. Sua madre, Evelina, era sorella del pittore Silvio Pucci: a questa famiglia di artisti si aggiungeranno Fioretta, pittrice, e il figlio Marco, artista concettuale.
C'è però in lui un legame più profondo di quelli familiari: è quello con le radici nell'antica Etruria e nel Rinascimento fiorentino, con cui egli si sente in continuità, fino a proporne una nuova fioritura con il suo progetto della "Città nascente" per un nuovo Centro di Firenze.
Preparazione
Negli anni della fanciullezza, le vicende familiari lo hanno portato da Firenze a Milano e in altre città, con continui spostamenti, in un senso o nell'altro.
Ha poi seguito degli studi classici e artistici. Poiché la sua prima inclinazione era verso la pittura, il padre, da buon fiorentino, esigeva che egli si dedicasse dapprima al disegno, in modo da diventare un "grande disegnatore", come è appunto nella tradizione toscana. Di questa preparazione sono così rimasti innumerevoli disegni di nudo, anatomia, panneggi, fiori e foglie, studi di prospettiva, geometrie ecc. come si faceva nei secoli d'oro dell'arte italiana. Accanto al disegno e a una vera e propria "sublimazione" della geometria (1), come dice Agnoldomenico Pica, il ragazzo studiava lettere, nutrendosi dei libri della biblioteca paterna, per lo più dei classici, e soprattutto, nel vero senso della parola, di Dante.
Studio di prospettiva
1946
Mazzucconi ricorda il suo soggiorno a Firenze di quest'anno, quando l'amore per la città, per le sue chiese e i suoi musei, gli faceva venire una febbrile voglia di apprendere, dedicandosi completamente al disegno. "Masaccio e Brunelleschi erano i miei maestri - ci dice - era come se, con loro e con gli altri grandi, io rivivessi il Rinascimento".
1947-52
Il successivo e finale trasferimento in Lombardia, dapprima in un paese vicino a Busto Arsizio e poi a Milano, dovette fare sul giovane artista l'effetto che ha una gelata per una pianta in pieno fiore. "Invece
delle opere del Rinascimento e delle colline di Firenze, contemplavo e disegnavo tristemente i tralicci ad alta tensione della pianura nebbiosa..." E' un fatto che l'amore per l'arte ne fu bloccato, raggelato per anni, salvo che per un'arte più razionale come l'architettura, a cui Mazzucconi cominciò ad applicarsi.
Gli riuscì nondimeno impossibile di frequentare il Politecnico, il cui insegnamento non era per lui meno noioso e astratto dei tralicci della pianura lombarda. Decise così di imboccare la difficile strada dell'apprendimento solitario, al di fuori dei sentieri battuti e della stessa possibilità legale di esercitare la professione. Era però in buona compagnia in questa strada: oltre ai suoi cari maestri del passato che non erano certo laureati, Le Corbusier, Wright, Mies van der Rohe, non ne avevano seguito una diversa.
1953-56
Gli inizi
Dopo anni di difficile orientamento, fu provvidenziale il suo incontro con Carlo Bruno Negri, che era stato allievo del grande Muzio: un ingegnere che nel fondo del suo animo era non solo architetto dotato di competenza e onestà intellettuale, ma un poeta. Egli insegnò al giovane a costruire, tenendo i piedi ben aderenti alla realtà, ma amando e seguendo sempre il bello e il vero. Oltre al lavoro in studio, Mazzucconi si dedicava la sera ai suoi primi, "faticosissimi" progetti.
Mentre il primo, quello di Bari, mostra l'astrattezza teorica, quasi metafisica, della precedente preparazione di Mazzucconi, gli altri sono invece frutto del vero e proprio innesto della competenza costruttiva appresa nello studio di Negri, non scevra di riferimenti stilistici alla sua opera.
Nelle prospettive di questi progetti stupisce il carattere fantastico delle loro ambientazioni, senza alcun riferimento al contesto reale, e ciò in un architetto che si sarebbe dimostrato in seguito estremamente attento ai luoghi in cui inserire i suoi progetti. E' come se egli disegnasse i luoghi dell'anima prima di guardare a quelli reali, preparando così l'attitudine a interpretare anche questi in modo poetico.
Progetti:
1956
Svizzera
Inizia il lungo periodo di soggiorno all'estero, dove avrebbe lavorato e studiato per sette anni, anticipando il programma Erasmus che molti giovani avrebbero cominciato a seguire trentacinque anni dopo. Cominciò con la vicina Svizzera, lavorando a Neuchatel e a Losanna nello studio dell'architetto J.Tschumi, con cui collaborò per le facciate dell'edificio Nestlé a Vevey.
Dopo un paio d'anni andò in Svezia, il paese della sua ragazza e poi, finalmente, a Parigi.
1958-61
Parigi
Il lungo soggiorno a Parigi è stato fondamentale per il giovane Mazzucconi come per tanti altri artisti: come una presa di coscienza culturale (in un certo senso la sua educazione autodidatta lo aveva lasciato al Rinascimento mentre, a Parigi, era tutta la cultura europea fino al suo splendido Otto-Novecento a entrare nel suo animo), come iniziazione all'architettura moderna, anche con l'incontro con Le Corbusier, come base infine per la vera e propria attività professionale, che avrebbe svolto a Parigi tanti anni dopo.
A Parigi si sposa con May e lavora in alcuni studi non di gran nome ma che gli permettono di compiere un'esperienza diretta di progettazione e di sviluppare un suo linguaggio. Certi suoi progetti di questo periodo portavano un'aria nuova in un'architettura come quella francese, stretta allora fra l'accademia e il razionalismo, ma non furono realizzati.
Progetti:
- Uffici e Magazzini a Jennevillers
- Maison de la Jeunesse e Scuola-Convento di suore a Parigi
- Condominio a Bourg la Rejne
1961-62
Londra
Dalla cultura delle idee a quella del pragmatismo, dai grandi progetti ai piccoli dettagli, la preparazione del giovane fu completata da un tale salto. Egli ne fu anche temprato, in modo simile per quanto su un piano diverso, a quanto aveva sperimentato tanti anni prima nel brusco passaggio da Firenze a Milano. Oltre al suo lavoro nel Dipartimento di architettura del London County Council, si dedicava la sera ai progetti per dei concorsi.
Progetti:
- Concorso per una Chiesa in Danimarca
- Concorso per il Grattacielo Peugeot a Buenos Aires
1962-66
Val Padana
Dopo un altro tentativo di stabilirsi in Svezia, Mazzucconi torna infine a Milano, che aveva lasciato sette anni prima, e si mette finalmente in proprio. Studio e casa insieme, la nascita del primo figlio, Marco, le prime opere costruite. In mezzo alla periferia di Milano. Il giovane architetto sognava e realizzava come poteva degli edifici ispirati al paesaggio della pianura Padana e alle sue tradizioni, lottando contro il degrado e contro la stessa ideologia architettonica imperante. Egli era il primo a ritrovare il senso e la bellezza dei tetti e di edifici riportati a una scala più umana e connaturata alla cultura regionale.
Nel vivere il difficile rapporto fra l'amore per questa cultura e l'urgenza della modernità, Mazzucconi andò molto al di là di queste prime proposte, sviluppando in un suo libro un nuovo approccio per ripensare tutta la città e la sua regione.
Progetti:
1967
La Città a Immagine e Somiglianza dell'Uomo
Esce il suo primo libro: "La Città a Immagine e Somiglianza dell'Uomo", con le Edizioni Hoepli. Nella sua prima parte, esso si occupa di una lunga riflessione sulla crisi della civiltà e della città, fino ad adombrare, dopo la sua probabile catastrofe, il concepimento di una città ideale. Nella seconda, questa idea, come un'anima, si incarna nel corpo di una vera città, Milano, e la trasforma profondamente.
Un'idealità così radicale era certo agli antipodi del piccolo mondo della realtà ordinaria, fatta di idee ristrette, di interessi e di malcostume politico. Quando Mazzucconi, tutto assorbito dalla sua visione, ne prese finalmente coscienza, fu così scosso dal disinganno da decidere, appena pubblicato il libro, di lasciare ancora una volta Milano.
Cinquant'anni dopo, cosa si può dire di questo libro? Su un piano generale, esso è stato fra i primi ad annunciare la prospettiva di un apocalisse del nostro tempo e della sua possibile catarsi. Quanto al piano urbanistico proposto dal libro, è solo un'utopia? E' invece un progetto del tutto realistico, mentre la sola utopia sarebbe di pensare che possa essere realizzato nelle attuali condizioni politiche, amministrative e culturali, a parte alcuni aspetti che si sono effettivamente realizzati e che il progetto anticipava: l'idea della grande città metropolitana, la progressiva riduzione del traffico nel centro storico, l'esplosione dei grattacieli, la trasformazione della zona della Fiera, la riapertura dei Navigli, una maggiore tutela e consapevolezza dei beni culturali e del verde.
Progetti:
- Piano Urbanistico di Milano e della sua regione, progetto per un grattacielo nella zona della Fiera, Milano
Piano urbanistico di Milano (part)
1967-68
In America, a Cambridge Mass. Il rapporto fra la razionalità e la smagliante tecnologia dei grattacieli, da una parte, e l'organicità, quasi il romanticismo delle case e delle città-giardino dall'altra, che Mazzucconi aveva sognato nel suo piano di Milano, erano qui sotto i suoi occhi. L'America gli appariva congeniale come nessun altro paese, ma purtroppo era così difficile inserirsi e ricominciare la routine della collaborazione ad altri studi. Così, nonostante le prospettive che poteva offrirgli uno studio come il TAC di Walter Gropius, con cui lavorava, Mazzucconi scelse il ritorno nella sua "stanza bianca e modesta" di Milano, in cui poteva magari essere povero e deluso, ma pur sempre nelle piene risorse della sua creatività e indipendenza.
1968-70
La Fornace degli Angioli
Tornato a Milano, si immerse nel progetto di una casa molto particolare, tutta basata su un bisogno interiore di orientamento. Il campo dell'architettura di interni gli dette poi molte soddisfazioni, anche economiche, molto benvenute dopo tante difficoltà.
Nel 1969 nasce Giovanna. Con l'aumentare della famiglia, la casa si fa ristretta e deve cercarsi uno studio. Lo trova nello stesso anno e lo inaugura nel 1970: è "La Fornace degli Angioli", un'antica casa-fornace isolata nel cuore di Milano (era situata accanto all'abside della Basilica di San Simpliciano e vi si accedeva da Corso Garibaldi 34), ma poteva essere nel cuore di un bosco...o almeno così la interpreta e trasforma, coprendola di edera e rendendola emblematica dell'isolamento e dell'idealismo di un artista che non riesce ad avere nessun rapporto con una città e una società interessate a tutt'altri valori. Nel segreto e nel silenzio di questo luogo sono trascorsi più di vent'anni di creatività, di meditazione, e anche di operosa compagnia
Progetti:
La Fornace degli Angioli
1972-75
Avenue Matignon
Con l'invito a Parigi per progettare la nuova sede della J.Walter Thompson francese, si apre un periodo molto fecondo, con un'attività in Francia che durerà fino a tutti gli anni '80. Lo stesso e cruciale rapporto fra modernità e passato, scavato fino al nocciolo dell'identità, che anima il piano urbanistico di Milano, è espresso dalla facciata dell'Avenue Matignon: un progetto che ha richiesto alcuni anni di gestazione, dovendo superare molti ostacoli fino alla sua ultimazione nel 1975. La facciata è poi diventata molto famosa, pubblicata innumerevoli volte, esposta al MOMA, ma purtroppo, in seguito ai lavori di ristrutturazione del 2016, è stata manomessa e tradita.
Progetti:
Avenue Matignon, Paris
La casa
Nasce il terzo figlio, Lorenzo.
Il vecchio appartamento viene completamente ristrutturato, per trasformarsi in una bellissima casa su due piani con due terrazze e un nuovo tetto di ardesia di Angers fatta venire dalla Francia. La casa era così pronta per regalare molti altri anni felici alla famigliola ormai al completo, fino alla separazione da May del 1987 e alla successiva vendita.
Progetti:
- Via Machiavelli 22, Milano
1976
Inizio della pittura
Mazzucconi inizia a dipingere, proprio quando, come architetto, era giunto alla maturità e alla massima padronanza artistica. E' come se, da questo momento, provasse il bisogno, come egli stesso dice "di prendere coscienza anche dell'aspetto più segreto e oscuro della personalità, l'ombra, e di integrarlo alla parte razionale, luminosa, che si era espressa nell'architettura".
Il Lavoro spirituale
Aix-Etoile
Risponde forse allo stesso impulso il progetto "Aix-Etoile" per una nuova agglomerazione presso Parigi. L'architetto la immagina come una vera città, sviluppata intorno a un suo centro storico di un'ideale impronta romana, di cui si leggono gli assi ortogonali, il fòro, le mura, il tempio. Così facendo, è come se ritrovasse un fondamentale archetipo, la città della psiche, un modello di guarigione interiore dall'aberrazione delle periferie del nostro tempo.
Progetti:
1977-80
Il Lioran
Nasce il rapporto con un luogo magico, il Lioran, il cratere dell'antico vulcano del Cantal, in cui Mazzucconi costruirà diversi edifici per alcuni anni. Essi mostrano un rapporto spontaneo e profondo con la natura, lo stesso che egli ha con l'anima e con l'ombra. Grazie ad esso riesce ad ignorare la presenza ingombrante di un enorme edificio torre accanto al quale sorgerà il Villaggio.
Progetti:
1978
Muore la mamma dell'artista. Quasi negli stessi giorni egli incontra Brigitte, che si fa ispiratrice della sua pittura. Soprattutto dopo averla lasciata l'anno seguente, vive l'intensa stagione pittorica della "Discesa agli Inferi", nuovo Orfeo alla ricerca della perduta Euridice.
I progetti della grande Arca per il Concorso delle "Halles" e quello de "L'Arca delle Nevi", dello stesso anno, nascono dallo stesso viaggio interiore e dall'aura apocalittica che aveva già ispirato il primo libro di Mazzucconi. Ne sentiremo la presenza anche negli innumerevoli progetti di Arche degli anni seguenti.
Oltre alla vita dell'anima che queste opere esprimono, anche la vita professionale fa dei progressi. Il Ministro francese della Cultura dispensa il "libero" architetto dall'obbligo della laurea, decretandone l'iscrizione all'Ordine.
1979-80
Progetti:
- "L'Arca delle Nevi" (sala multi-funzionale), Lioran, (Cantal)
- Consultazione delle "Halles", Parigi
- Pittura: 50 quadri del periodo "La Discesa agli Inferi"
- Mostre collettive: "Trasformations on modern architecture", MOMA, New York; "Construire en quartier ancien", Grand Palais, Parigi
L?Arca delle Nevi, Lioran (Cantal)
1981
La Citadelle
Riceve dal Comune di Parigi l'incarico di progettare l'isolato Avenue d'Italie-Rue du Tage-Rue de l'Industrie, a Parigi. Un progetto che egli chiama "La Citadelle" per un senso di difesa dai brutali eccessi degli anni '50 che hanno deturpato il quartiere. Nell'intento di neutralizzare uno di questi, la torre che sorge purtroppo in mezzo al terreno del progetto, l'edificio più alto di questo ha delle vetrate specchianti che ne annullano visivamente l'incombente volume
Progetti:
- "La Citadelle", Paris
- Pittura: 15 quadri, inizia il periodo "La notte dell'anima
La Citadelle, Paris
1982
Ministère des Finances
Un progetto fuori concorso, poiché questo era riservato agli architetti francesi, e anche fuori programma poiché rifiutava l'imposizione della scelta urbanistica di un edificio molto lungo e basso. Il progetto ne propone invece uno alto che avrebbe impresso un segno monumentale di fronte a uno spazio grande e libero come il Parco di Bercy e la Senna. Un edificio alto che avrebbe permesso oltretutto un'efficiente circolazione verticale in luogo di quella orizzontale, estesa irrazionalmente a varie centinaia di metri.
L'edificio proposto è un oggetto matematico che si presenta in modo diverso secondo i punti di vista.
Progetti:
1982-83
Le Arche di Parigi
Sono gli anni della partecipazione ai grandi concorsi parigini, con cui Mazzucconi propone le sue "Arche". Inizia con l'Arche des Halles (1980), fulcro del progetto presentato alla Consultation des Halles: "morceau de roue gigantesque qui hante ce lieu d'une mémoire d'au-delà de la memoire historique..., ou qui est l'arche d'un Noé de la fin de notre monde", come scrive Jean Maris Benoist. (7)
Seguono la magia de l'Arche des Neiges (1980), costruita nel meraviglioso paesaggio del Lioran
(Cantal) e il progetto per il Centre culturel Regional di St. Germain-en-Laye in cui si ripresenta lo stesso e fondamentale archetipo nel piccolo auditorium in forma di culla o di uovo, che si ispira alla contigua Cappella dedicata alla nascita del Re Sole
Nel Centre mondial de la Communication, Tete-Defense, Paris, l'idea di un grande arco rovesciato nasce da una spontanea complementarità con la copertura del contiguo edificio del Knit, al fine di riequilibrare la composizione dell'insieme della piazza. Diventa però molto di più, quando il suo rovesciamento viene messo in rapporto con l'Arc de Triomphe, non certo con l'intento di una contestazione politica, ma con quello di una spontanea inversione dei valori mondani in nome dei valori spirituali che anima tutta l'opera di Mazzucconi, dal piano di Milano a molti progetti successivi e a tutti i suoi libri.
Seguono il progetto per l'Opera-Bastille, Paris, e quello per il Parc de la Villette. In quest'ultimo egli introduce la memoria del tracciato delle Mura della città, da ricostruire in vetro per farne le serre richieste dal programma, e propone il recupero dell'Arca delle Halles, in funzione di memoriale del sacrificio degli innumerevoli animali sacrificati nel Macello della Villette.
Salvo il primo progetto delle Halles, che aveva suscitato un certo interesse, in seguito anche al successo dell'edificio dell'Avenue Matignon, tutti i progetti per questi concorsi non hanno ottenuto alcun premio. Essi non sono stati compresi da una cultura critica pressoché inesistente e comunque ignara dei valori spirituali di cui essi erano portatori.
Progetti:
- L'Arca delle Halles, Paris
- Concorso Centre Culturel Règional, St. Germain-en- Laye
- Concorso Centre Mondial de la Communication, Tete-Défense, Paris
- Concorso per l'Opera-Bastille, Paris
- Concorso per il Parc de la Villette, Paris
- Pittura: 20 quadri, continua il periodo della "Notte dell'anima"
- Mostre collettive: Convento di Santa Croce, Firenze; Grands et jeunes d'aujourd'hui, Grand Palais, Parigi
L'Arca delle Halles, Paris
1983-84
The New Agora
In una vita vissuta nel rapporto con molte culture, condividendo la loro identità, l'incontro con la Grecia è stato non solo importante, ma fecondo al pari di un vero amore, come lo è stato per tanti uomini di cultura nei secoli. Invitato ad Atene per progettare un nuovo centro commerciale e di uffici dall'impronta internazionale, esso è diventato invece per Mazzucconi un accorato atto di amore per la Grecia classica. Nasce così La nuova Agora, ispirata da quella dell'antica Atene. Sono ritornati i suoi portici, memori dello Stoa di Attalo, la piazza pavimentata di marmo, e perfino il tempio, in una visione in cui Mazzucconi sperimenta ancora una volta l'unità dei temi della rifondazione della città, del rapporto fra antico e moderno, e della misteriosa Arca che qui si identifica con l'idea di tempio. E' la visione di un'ideale Atene che si realizzerà per tutto un decennio in molti edifici, costruiti però purtroppo nell'Atene attuale, con molte contaminazioni dovute alla frenesia materialistica del nostro tempo e alle collaborazioni locali.
"Non tutto però è solo degradazione" scrive Bruno Zevi. "Mazzucconi, mentre disegna un ritratto alto e nobile della modernità, intende decodificare ed animare lo spirito della tradizione attraverso il gioco ad incastro di volumi puri, superfici riflettenti, colonne smaterializzate, levitanti vele tecnologiche, allusioni destrutturate. Nel dialogo col genius loci e con gli ingredienti che ne articolano il codice, nulla di accademico." (1)
Progetti:
- The new Agora
- Complesso Amaleion
- Progetto Akademia
- Pittura: 15 quadri, continua il periodo della "Notte dell'anima"
- Mostre collettive: Grands et jeunes d'aujourd'hui, Grand Palais, Paris
- Mostre personali: Il Salice, Milan
The New Agora, Athens
1985
La Città nascente
Progetto per il nuovo Centro di Firenze. Esce il libro con lo stesso titolo, Edizioni Dedalo, a conclusione di un lungo studio su Firenze che ha preso molti anni, cominciando nel 1970. Il libro propone la sostituzione del Centro ottocentesco di Firenze, che sorge ancora oggi nella stessa area in cui fu fondata l'antica Florentia etrusco-romana. Un'impresa quindi che spinge le sue radici nel più remoto passato e nello stesso tempo apre un futuro con la proposta di realizzare un campus universitario internazionale nel cuore ritrovato della città.
Il progetto è nello stesso tempo la mappa esoterica della "città dell'anima". Il cardo e il decumano dell'antica Florentia formano intersecandosi il segno della croce, che si irraggia dalla fossa sacrale con cui, nell'incrocio, si apriva la porta degli Inferi. Lo si vede nell'edificio del "Fiore" che, costruito sullo stesso incrocio, ospita una serie di auditorium coperta da una piazza sopraelevata divisa in "petali". Essa fa pensare al vicino Cupolone come a un bocciolo chiuso, che nel Fiore invece si apre, testimoniando della stessa sacralità che Agnoldomenico Pica giustamente coglie. Egli scrive che essa "era radicata nella disciplina etrusca e più tardi si è tradotta in quella cristiana, presidiata dalla cattedrale: una sacralità alla quale, oggi, ha sciaguratamente abiurato una società accecata e umiliata fra il delirio tecnologico e la volgarità del costume".(1)
Un altro edificio, il "Museo dell'Etruria", è costituito da due piramidi sovrapposte: una sotterranea, destinata all'arte etrusca, e l'altra al di sopra, destinata all'arte del Rinascimento in cui lo spirito etrusco rivive. Il significato di questi progetti e dell'insieme della Città nascente è stato poi approfondito e sviluppato in una filosofia in altri libri di Mazzucconi degli anni 2012 e seguenti.
Progetti:
- "La Città nascente", Firenze
- Piano urbanistico del Centro di Firenze; "Il Fiore", Il Museo dell'Etruria, Il nuovo Pretorio, I nuovi Uffizi, Firenze
- Mostre personali: Studio Panigati, Milano
La Città nascente, Firenze
1986
Stanislas-Meurthe
Si conclude il progetto per la zona del Canale a Nancy, cominciato fin dal 1978, dapprima su incarico del Ministero francese della Cultura e in seguito partecipando a un concorso, vinto da Mazzucconi. La città ha uno splendido centro storico, realizzato dal re Stanislao, accanto al quale si apre però, come un vuoto, il bacino di un canale derivato dalla Meurthe, che separa il centro dalla successiva espansione della città. Il progetto intende trasformare questo vuoto nell'opportunità di una nuova integrazione urbana. Fa parte di essa un grande auditorium in cui l'Arca, l'idea centrale di Mazzucconi, appare come un'interpretazione della vicina cattedrale.
André Rossinot, Sindaco della città, annullò l'esito del concorso per affidare l'incarico a Norman Foster, probabilmente alla ricerca di una facile pubblicità, ma il progetto non fu realizzato.
Progetti:
- Piano urbanistico della zona du Canal, Nancy
- L'Arca della Cattedrale, Nancy
- Centro commerciale a Psychico (Atene)
1987
J.C. Decaux
Dopo una prima collaborazione del 1980, nasce questo progetto per un terreno all'angolo fra due strade, non però con il consueto pan coupé tipico di Parigi ma con una piazzetta in cui viene narrata la drammatica evocazione di un'immaginaria architettura classica, sormontata dalla prua di un vascello. Jean-Marie Benoist scriveva giustamente che "il lavoro di Mazzucconi è quello di una creatività proliferante e simbolica che non finisce mai di svolgere la ricchezza dei suoi enigmi e delle sue ambiguità rigorosamente costruite".(6)
Separazione da May. Inizia così un periodo di dolorosa consapevolezza ma anche di progressiva liberazione interiore e di slancio pittorico.
Progetti:
1988-1993
Polis
Con il progetto del "Centro Polis" e della sede del "C.C.C." (Consolidated Contractors Company) a Atene, continua l'ispirazione "neoclassica" della "Nuova Agora". Nell'edificio del C.C.C. nasce l'insolita soluzione di scavare una piazzetta all'interno del suo volume al fine di ovviare a una discordanza fra il piano urbanistico e la parcella venduta. La successiva estensione del Centro Polis lungo la Kifissia Avenue è opera, imitativa e infelice, di altri architetti.
Seguono altri progetti per Atene, non realizzati.
Progetti:
- Piano urbanistico e edifici del Centro Polis I e II, sede del C.C.C, Villa Harlaftis; Complesso russo; Case a Nea Politia, Atene
- Concorso per le Murate, Firenze
- Mostre personali: "L'idea della città" Antologica di architettura e pittura, Palazzo Medici Riccardi, Firenze; "The idea of the city", Kentro Technon, Atene; "L'idée de la ville", Hotel de Gallifet, Parigi
Centro Polis, Athens
1989-1991
La nuova pittura
Dopo i vari periodi della pittura degli anni precedenti, quello della Discesa agli Inferi (1979-80), quello della successiva Notte interiore ((1981-86) con cui l'artista vive i lati oscuri più oscuri dell'anima, e quello seguente (1987-89) che comincia ad aprirsi a un mondo psicologico e pittorico più ricco, la nuova pittura esplode in modo luminoso con un nuovo amore, Patrice, che ne è la modella, figura metaforica che fa pensare a Proserpina. Un amore che dura però poco: questa volta, in luogo di un Orfeo alla ricerca della perduta Euridice, c'è il pianto di Demetra per il rapimento con cui Plutone trascina Proserpina nell'Ade.
Una vicenda che lascia il segno non solo in grandi tele ma nella lunga meditazione sulla ciclicità della vita e della morte che renderà l'artista sempre più simile a un filosofo. (3) Fa parte di questa evoluzione anche il dialogo fra l'inconscio e la coscienza che, per Mazzucconi, si riflette in quello fra pittura e architettura.
E' anche quello fra l'ombra e la luce, che si esprime nell'ultimo quadro di questo periodo, la Crocifissione.
Progetti:
- Mostre personali: Museo Remo Brindisi, Lido di Spina; Galleria Prisma, Verona; Galleria Friuli agli Scalzi, Venezia; Arte sacra in San Simpliciano, Milano; Bpm, Bergamo, "La Città nascente", Villa Era, Biella; Galleria Radice, Lissone
- Mostre collettive: Grande Halle de la Villette, Paris, Galleria Le Colonne, Bologna; Premio Fimis 90, Isola delle Femmine; City Bank, Milano
Crocifissione (part)
1991-93
Il Luogo della Cascata
Nel 1991 Vittorio Mazzucconi lascia la "Fornace degli Angioli" e si trasferisce in un nuovo posto, a cui dà il nome "Il Luogo della Cascata". C'era in effetti una piccola cascata nel ramo del Naviglio che traversava il terreno di discarica che diventerà poi il bellissimo giardino della nuova casa-studio in cui si è trasformato un vecchio magazzino.
Mazzucconi trova i luoghi della sua vita, come anche Via Machiavelli, la Fornace degli Angioli e altri in cui costruisce i suoi progetti, nel vero senso della parola "invenire" che è scoprire, trovare, e in ultima analisi inventare. Luoghi che sono quindi sue creazioni poetiche, nello stesso modo in cui gli sembrano misteriosamente predestinati.
Tutto ciò è purtroppo incompreso dalle innumerevoli persone che li hanno visitati e che continuano a esclamare: "non sembra di essere a Milano...ma come hai fatto a trovare questa meraviglia?", spingendosi ad immaginarne con una certa invidia il costo. Mazzucconi spiega che renderebbe volentieri belle e poetiche anche le loro case e tutta la città, se appena ne fosse incaricato, ma nessuno, a Milano, lo fa.
Il Luogo della Cascata è anche il nome di un'Associazione Culturale, che gestisce una piccola attività editoriale.
Progetti:
- Ristrutturazione dell'edificio di Via Andrea Ponti 1, Milano (Il Luogo della Cascata)
- Municipio di Marussi; Polis III, Atene
- Pittura: i quadri di un nuovo periodo pittorico, chiamato "Storie", di viaggi e incontri, serenamente liberi dal profondo coinvolgimento degli amori precedenti
- Mostre personali: Monte Campione Arte, "Crocifissione" Basilica di San Simpliciano, Milano; Bpm, Bologna; Galleria 9 Colonne, Bergamo; Museo di Sant'Ambrogio, Milano, Galleria Lyda Levi, Milano; Citifim, Treviso; Bpm, Milano; Citifim, Genova; Citifim, Torino; Gallera Osti 4, Milano; Galleria 9 Colonne, Piacenza;
- Mostre collettive: Salon d'architecture, Triennale, Milano; "Un punto per Piero", Accademia di Brera, Milano, Palazzo Ducale, Urbino, Scuola italiana, New York; Artisti a Pordenone, Pordenone
1993
Ultimi concorsi
Anche senza il supporto professionale dello studio, chiuso con la vendita della "Fornace degli Angioli" Mazzucconi partecipa ad alcuni concorsi:
Il progetto per una "Sala di concerti" a Copenaghen" che ha un carattere composito: esso si riallaccia alla forma della "Arca delle Nevi"(1978) che si specchia adesso nell'acqua del porto come una vera nave, unita alla citazione di un tempio greco, che si ritrova nelle facciate di molti teatri.
Il progetto per il piano urbanistico della Spreeinsel, a Berlino. Il cuore di questa zona era il Castello, sede dell'antica reggia dei Kaiser, che, dopo essere stato danneggiato dalla guerra, fu raso al suolo per essere sostituito da un nuovo edificio governativo della D.D.R. Il programma del concorso prevedeva la demolizione anche di quest'ultimo, senza però porsi il tema di come sostituirlo con una nuova architettura, poiché si trattava di un concorso esclusivamente urbanistico.
Mazzucconi centra invece lo studio proprio sul Castello, proponendo di ricostruirlo, non però tale e quale, come è stato fatto negli anni seguenti, ma come memoria, frammento o "rovina", da inserire in una nuova architettura: un'Arca portatrice di un'ideale acropoli, come una catarsi dal forte significato simbolico, situata sull'asse della Unter den Linden.
In questo anno nasce anche, con l'occasione di un viaggio in India, un nuovo grande amore: quello per Giuseppina, che sarà felice e insieme infelice, a causa dei frequenti contrasti che lo condurranno alla fine quasi sei anni dopo. La pittura ne è stata il sensibile sismografo, registrandone gli alti e bassi in innumerevoli quadri. Come dice l'artista, "dopo le storie di Euridice, perduta negli Inferi, e di Proserpina, che degli Inferi divenne la regina, la storia di Giuseppina mi fa pensare a Psiche, che fu divinizzata dall'amore di Eros. Così l'anima umana scopre insieme la sua complessità e la sua divinità"
Progetti:
- Concorso per una Concert Hall, Copenaghen
- Concorso per la "Spreeinsel", Berlino
- Pittura: primi quadri del periodo "Psiche"
- Mostre personali: Galleria Artestudio, Milano
1996-98
La Fondazione Vittorio Mazzucconi
Essa prende inizio nel 1996, con il fine di preservare le opere di Vittorio Mazzucconi e di difenderne gli ideali. La Fondazione ha organizzato molte mostre di tali opere, donate alla Fondazione, e di quelle di altri artisti, oltre a concorsi e a vari eventi, che sono stati svolti nei suoi ampi spazi e nel suo giardino.
Oltre a questi, è proprio l'opera di Mazzucconi ad essere in sé fondante e donativa. I suoi progetti, con poche eccezioni, sono stati fatti senza alcun compenso, come del resto i suoi quadri e i suoi libri, una gratuità che si è del resto accompagnata alla povertà del loro autore e al fatto che la Fondazione non ha alcun fine di lucro, né alcuna base patrimoniale al di fuori della collezione delle sue opere.
Progetti:
- Mostre personali: "Arte come cammino interiore", "La Discesa agli Inferi", "I percorsi dell'anima", "L'anima nella pittura", "Il Vello d'oro", "La Spirale", "La Donna e l'anima", "L'artista invisibile", sede della Fondazione, Milan
La Fondazione
1999
La Cittadella della Cultura
E' un programma lanciato dalla Fondazione per rispondere alla domanda: "qual'è la funzione che l'arte dovrebbe svolgere oggi, per opporsi al degrado della città e, più in generale, del nostro tempo?
Il programma comprendeva uno workshop interdisciplinare e un concorso internazionale di architettura e arti visive, aventi per oggetto un Museo di arte contemporanea, da integrare nel Parco Sempione, spazio di cultura che comprende il Castello, l'Arena e la Triennale. La partecipazione era aperta agli artisti di tutte le discipline, pronti a candidarsi al futuro Museo con le loro opere e il fattivo impegno a fare dell'arte uno strumento di trasformazione creativa del mondo.
"Il tema essenziale da svolgere era l'uomo che, dopo aver vissuto e testimoniato fino in fondo il dramma del nostro tempo, recupera il centro spirituale del suo essere".
Purtroppo, per mancanza di sponsors, il programma non è stato realizzato.
Manifesto della Cittadella della Cultura
2000-01
L'Arca della Conoscenza
Un progetto che è diretto a questa stessa finalità. In luogo del grande programma immobiliare sull'area della ex-stazione di Porta Vittoria, che ne destinava solo una porzione accessoria alla futura Biblioteca (BEIC), Mazzucconi propone una diversa disposizione degli edifici, in modo da liberare l'area verso il Viale Umbria, da interrare con un tratto sotterraneo e collegare al contiguo Parco dei Marinai d'Italia. La nuova Biblioteca potrebbe così costituire il degno protagonista di un magnifico spazio. Quanto al nome e al significato che Mazzucconi le attribuisce, esso è un auspicio che non ha purtroppo trovato alcun riscontro né nella miopia delle decisioni amministrative né in quella che dovrebbe essere una vera conoscenza.
Dopo la fine dell'amore di Giuseppina, la pittura ne esprime il dolore con una serie di opere su carta e soprattutto con il rifacimento di alcuni grandi quadri degli anni felici. La loro idilliaca rappresentazione viene rovesciata con degli interventi aggressivi, talvolta brutali, che li rendono però più intensi e veri.
Nello stesso periodo inizia un'attività immobiliare in società con il figlio Marco, che andrà avanti per una decina d'anni con diversi progetti residenziali e di trasformazione di edifici industriali, come nel caso di Via Pestalozzi 10, per finire in modo fallimentare.
Progetti:
- L'Arca della Conoscenza, Via Tolstoi, Via De Sanctis, Via Marghera, Viale Cassala, Via Pestalozzi, Via Zumbini, Alzaia Naviglio grande, Milano
- Pittura: alcuni quadri del 2004 (dopo anni di interruzione. Sono anche gli ultimi)
- Mostre personali: "I quadri ridipinti", "Le carte", "Computer art", "Ultimi quadri 2004", "Arte e Psiche", sede della Fondazione, Milano
2007
La Piramide del Palatino
Un progetto che nasce dall'intento di celebrare insieme la nascita di Roma e il suo impero. Mazzucconi segue così ancora una volta la sua idea di una necessaria "rifondazione" della città, che aveva già espresso nel piano urbanistico di Milano, nel progetto "Aix-Etoile" e in quello della "Città nascente" per il nuovo Centro di Firenze. Poiché il nuovo edificio dovrebbe sorgere sul Palatino, terreno sacro alle memorie della città, ecco che esso prende la forma di una piramide "rovesciata", che poggerebbe così sul terreno archeologico solo con il suo vertice, in modo da non contaminarlo.
L'edificio ospiterebbe un museo e una sede universitaria, con un grande spazio di accesso che sarebbe ottenuto con il restauro dell'antico Stadio del Palazzo Imperiale. Altri aspetti di questo Palazzo sarebbero suggeriti da degli specchi, creando così un Palazzo virtuale, in sottile corrispondenza con le proporzioni dell'antico, disegnato da Rabirio. Un'altra trasformazione sarebbe portata dalla grande vela in marmo bianco che è generata dalla piramide e che sembra spingerla, come fosse una grande nave, verso Oriente. E' di fatto un'Arca, cioè un tempio che, come tutti templi, è orientato verso il sole nascente. Anche tutte le Arche di Mazzucconi hanno questo orientamento, che nasce spontaneamente come segno di un intento spirituale.
Progetti:
La Piramide del Palatino, Roma
2009
L'Arca del Duomo
Un progetto che è un lontano compimento del Piano urbanistico di Milano del 1967. Esso proponeva di trasformare il centro della città in uno spazio destinato alle memorie, alla cultura e quindi all'educazione dei giovani: uno spazio "vuoto", cioè svuotato della vita economica, che avrebbe dovuto invece svilupparsi solo nell'area esterna alla Cinta dei Bastioni; al centro di tale vuoto la Cattedrale.
Il progetto affianca adesso alla Cattedrale un nuovo "battistero", da costruire davanti ad essa e alle poche rovine sotterranee dell'antico, in cui Sant'Ambrogio battezzò Sant'Agostino. Un battistero virtuale, non confessionale, con il significato e l'auspicio di una rinascita della città e dell'uomo, forse dopo una tragedia simile a quella del loro tempo. Esso ha la forma di una piramide rovesciata, suggerita non solo dal precedente della "Piramide del Palatino" ma dalla stessa forma della facciata a triangolo del Duomo; una forma che è simbolo di apertura spirituale, dalle molteplici implicazioni che Mazzucconi esplora nei suoi libri. Il nuovo edificio permetterebbe anche di dare una migliore proporzione all'enorme piazza e di rivitalizzarla con un intervento decisamente contemporaneo.
Progetti:
L'Arca del Duomo, Milano
2009-12
Il Convivio
E' una pratica di dialogo filosofico che Mazzucconi ha svolto per alcuni anni con nove seminari trimestrali e circa cento incontri. Hanno partecipato ad essi molte persone, che si sono confrontate con la filosofia spontanea e creativa del "guru", che le invitava a trovare la verità in sé stesse.
Dopo un primo libro - "Parlando con Benedetto" - iniziato durante il breve soggiorno in un Monastero Benedettino, i successivi incontri sono stati: "Il Lavoro spirituale", che verte sulla rifondazione della città e dell'uomo; "Arte e Psiche", che parla della pittura come di un cammino interiore, attraverso l'eros; "Sentimento e ragione", "Conosci te stesso", "Coscienza", "Conoscenza e amore", "Armonia", "Il Corpo e l'anima", "Essere ed Esistere". Tutti i seminari sono stati registrati e alcuni di essi successivamente pubblicati con le Edizioni Moretti & Vitali, e Mimesis.
2014-2021
Orientarsi
E' il titolo di una collana dei successivi ed ultimi libri di Vittorio Mazzucconi (Edizioni del Luogo della Cascata, anche come ebook). Inizia con "Il Viaggio, una vita, le opere e i pensieri", che è la sua autobiografia, e segue con "Il Ritorno a sé stesso", "Lo Specchio interiore", "La Sorgente", "L'Amico segreto", "La Testa d'oro", "Il Testimone", "L'Uovo", “La Coscienza dell’anima”. Libri che sono una continua meditazione, un continuo dialogo interiore, attraverso cui si delinea la filosofia dell'autore, in contrappunto con l'approfondimento delle sue opere di architettura e pittura che, al di là delle loro contingenze, si rivelano altrettante forme dello stesso pensiero.
Esso non si appoggia invece affatto alle opinioni filosofiche conosciute, e tanto meno alle ideologie artistiche, ma guarda - dice l'autore - "solo alla propria anima, alla natura che le è sorella, e al comune Padre".
Il Viaggio
2015-16
Il Corpo e l'anima
E' stata un'antologica di una selezione di quadri di Vittorio Mazzucconi, organizzata dalla Fondazione Mudima nello spazio della Fondazione Mazzucconi, prima che esso fosse suddiviso e in parte alienato.
Le diverse sale erano dedicate ai successivi periodi di tale pittura: una sala introduttiva
con i primi quadri del 1976, una seconda con i quadri della "Discesa agli Inferi",
una terza con il periodo "La notte dell'anima", una quarta dedicata a
"Proserpina", una quinta a "Psiche", un'altra a "Storie" e
infine una dedicata alle ultime carte. Seguiva un'esposizione dei libri, le cui copertine riproducono alcuni quadri.
Il Corpo e l'anima
2018
L'Arca dell'Uomo
E' il titolo della partecipazione della Fondazione Mazzucconi al palinsesto "Il Novecento italiano"
lanciato dal Comune di Milano, una partecipazione che si è articolata in diversi incontri in cui
sono state ripercorse le tematiche dell'opera di Vittorio Mazzucconi: "La rifondazione della città", "Architettura: una poetica per la città", "Pittura: arte come cammino interiore", "Filosofia: Sophie", "Orientarsi: il rovesciamento", tematiche che mostrano che esiste la possibilità di seguire una strada diversa dal fallimento a cui ci ha condotto il Novecento.
E' un'opera dell'ultimo quarto del secolo e poco più, che ci chiede di riscrivere la storia del Novecento, che si compiace invece di valori falsi ed effimeri.
Una storia che rischia di riassumersi in una catastrofe, a cui Mazzucconi offre la salvezza dell'Arca: non più o non solo "del Duomo" ma "dell'Uomo", la stessa idea che aveva preso inizio cinquant'anni prima con "La Città a immagine e somiglianza dell'uomo" e che i nostri figli forse realizzeranno.
Igor Jawlensky
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