Con una soluzione insolita per un terreno d'angolo,
invece dell'angolo smussato tipico di tutti gli incroci di Parigi,
si è creata qui una piazzetta (come quella realizzata nel progetto
La
Citadelle) che diviene occasione per un gioco molto drammatico
di rotture, riflessi, compenetrazioni di forme; mentre, al di sopra,
sembra sospesa la prua di una nave. Essa guarda all'Oriente come tutte
le Arche (che sono nella loro essenza dei Templi
) in tutti i progetti di Mazzucconi. L'effetto di fuori-squadra rispetto
al resto della composizione esprime qui, come in altre opere, proprio
l'anomalia e la solitudine di un pensiero religioso |
in mezzo alla casualità del mondo contemporaneo e alla
superficialità di molta cultura. Il progetto è in un certo senso una
sintesi delle tematiche sviluppate da Mazzucconi nei suoi lavori Parigini:
il grande muro di pietra che fa pensare all'edificio della Avenue
Matignon, il senso della rovina (o piuttosto della costruzione
di un mondo nuovo), l'Arca, il gioco dei riflessi, in bilico
fra realtà e illusione, la coesistenza fra elementi contradittori
in un'armonia dinamica. Nell'insieme, è un linguaggio che esprime
la fusione fra storia, modernità, avvenire, realtà e idealizzazione. |