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A.3.5

immagine istituzionale della Fondazione - particolare de 'Il lavoro spirituale' opera di Vittorio Mazzucconi Fondazione
Vittorio Mazzucconi


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MOSTRE 1996-1998

L'anima della pittura
Il Vello d'oro
La spirale
La donna e l'anima
L'artista invisibile

Indice delle opere:
Il poeta 1976-77
Deposizione1978-79
Il Lavoro spirituale"
Athena 1980-86
Kundalini "
Creazione "
Il nocchiero "
L'angelo parla all'uomo 1987-89
Annunciazione "
La danzatrice 1989-91
Alchemicus "
I misteri dell'amore 1 "
Aurora "
Crocifissione "
La creazione di Eva 1991-93
Il Sé che parla all'anima "
Il giardino dell'Eden 1993-96
Liberazione"
L'aurora interiore 1996-98

CATALOGO GENERALE

1976 - 1977
1978 - 1979
1980 - 1986
1987 - 1989
1989 - 1991
1992 - 1993
1993 - 1996
1996 - 1998
1999 - 2001
2003 - 2005

Selezione di 150 quadri
L'artista invisibile

Opere di Vittorio Mazzucconi
dalla collezione della Fondazione

12 Ottobre - 21 Dicembre 1999

“L’artista invisibile” è un mistero, un sacro mistero, ma la mostra vuol illustrare anche la difficile condizione dell’artista, il suo isolamento, il suo non essere nel mondo se non attraverso l’opera. I due quadri della fotografia (°) mostrano i due aspetti di quest’opera, l’umano e il divino, come se uno si riflettesse nell’altro.
Ogni vero artista ha la consapevolezza di non essere lui ad aver fatto l’opera. La sua mano è stata guidata. Le idee più profonde e belle non sono state una sua invenzione ma, in qualche modo, gli sono state suggerite.
Di chi è dunque la mano invisibile che lo guida? E’ come se lo stesso Spirito che dà la vita, lo spirito cui l’uomo tende con tutte le sue forze nel suo lungo cammino verso il divino, donasse la vita anche all’opera d’arte. Senza questo dono, essa sarebbe un’opera morta, come infatti lo è, purtroppo, nella maggior parte dei casi.
D’altra parte l’artista, come uomo, tende a somigliare un po’ a questo suo padre spirituale, diventa cioè invisibile anch’esso. Non si direbbe, a giudicare dal narcisismo di molti artisti, che al contrario vogliono esporsi in mille occasioni, ma forse questa è solo una reazione, il rovescio della medaglia. Ciò che veramente l’artista vuol comunicare dal profondo del suo animo non è percepito, non è visto se non, approssimativamente, con le lenti distorcenti della critica, della storia, del mercato. E questo è tanto più vero quanto più l’opera d’arte è vera, ossia è un dialogo fra l’artista e lo Spirito, un dialogo che conduce per mano la sua anima in un lungo e incantato cammino (che è il particolare modo in cui l’artista percorre il cammino di spiritualità che è aperto ad ogni uomo), mentre solo qualche parola di questo dialogo giunge agli orecchi degli altri uomini, solo qualche piccolo passo di questo cammino, l’ombra di una presenza, in una grande assenza.