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C.1.2.22


Indice ARTE E PSICHE

Presentazione dei Quadri e Dibattito - Incontro n° 19

1993.09.03 Onda di amore

E' uno dei primi quadri di un nuovo amore, che giungeva come un'onda leggera, come una brezza. una luce. Ma fin dall’inizio se ne può vedere l’aspetto oscuro che sembra seguirlo come un'onda scura. Nella nostra vita, sembra che non sia possibile concepire niente di bello e di luminoso senza che, più o meno nascosto, magari allo stato embrionale, non ci sia qualcosa di brutto, oscuro. Viviamo sempre questa dualità.

1993.10 Il lago

Questo quadro è invece il primo in cui io raffiguro questo amore. E' Psiche? Ci sono tanti altri quadri in cui si vede un angelo che parla all’anima, un angelo che è la nostra parte più bella che parla a noi stessi, alla nostra parte oscura, ma il suo messaggio non viene accettato. Quante volte, purtroppo, l’angelo parla all’uomo ma questi si volta dall’altra parte: l'uomo che sono io stesso, ma in cui riconosco l’atteggiamento normale della condizione umana. L'ultima volta abbiamo però visto un quadro, in cui finalmente l'anima non si voltava, ma guardava l’angelo: era già un incontro, anche se l'anima aveva il viso del tutto impastato. Si direbbe che, anche quando l’anima umana si rivolge al divino e lo riconosce, vuole dialogare con esso, non può farlo, non può neanche vederlo. In questo caso, invece, i due visi sono ambedue leggibili, anzi l’angelo assomiglia moltissimo all’anima dell’uomo e quindi c’è subito un riconoscimento, un'identificazione. Il quadro è poi legato a fatti contingenti, possiamo vedere un lago, delle montagne, relativi al luogo dove è nato questo amore, e poi c’è una colomba…che non ho mai capito perché fosse nel quadro, ma adesso lo vedo: è in qualche modo un simbolo inconscio della grande purezza di questa creatura, una purezza eccezionale, così almeno io la percepivo.

1994.01.17 La potenza dell' amore

E' un modo particolare di rappresentare un incontro d'amore. C'è un vuoto, una centralità, una potenzialità dell'essere, intorno alla quale ci sono due figure, una maschile e l'altra femminile. E' come se insieme realizzassero il vuoto, ne accendessero la luce. I corpi sono pieni di vigoria, con tutta la forza dell'amore ai suoi inizi.



Silvana O.
Ma come mai hai rappresentato le braccia in questo modo?

Vittorio M.
Un braccio è un fallo, che si leva davanti al corpo della donna amata. E' naturale... posso dire che è stato del tutto inconscio rappresentare in questo modo la potenza dell'amore, che dà il titolo al quadro.

1994.02.14 Il sogno

Due figure sono intorno al vuoto..abbiamo parlato tante volte del vuoto: è il centro dell'essere. Le due figure, una maschile e l'altra femminile, non sono necessariamente due figure reali o lo sono solo in parte. Potrebbero essere l'inconscio e l'anima durante il sonno; la figura femminile è infatti dormiente, diciamo che c'è un senso di completo abbandono nelle braccia di un potere sconosciuto, e cieco. In fin dei conti - lo vedo solo in questo momento - il rapporto fra Eros e Psiche non è molto diverso. Psiche doveva abbandonarsi ad Eros che non aveva volto, questo loro amore era in uno stato di incoscienza, di assenza di personalità. In questa situazione il vero soggetto non è quindi né Eros né Psiche ma è il vuoto, cioè il divino che è al centro, divino che in questa pittura si accompagna sempre all'idea della spirale come generatrice della vita, del movimento cosmico. Abbiamo notato altre volte, guardando il vuoto dei quadri, che esso prende una forma che è proprio il negativo delle figure, come se la realtà fosse il vuoto, mentre tto quello che volete, vengono prodotti dal vuoto come una sua emanazione.




Silvana O .
...per me è bellissimo.

1994.07.24 La porta

Un'altra espressione del vuoto. E' un quadro di qualche anno dopo, il vuoto come possibilità, come porta. Se un uomo vuol seguire un cammino interiore, quello che Jung chiama il cammino di individuazione, il cammino verso la realizzazione spirituale, può visualizzarla come il centro vuoto del suo essere ma anche come porta di accesso a un'altra dimensione. Vediamo quindi questa porta, che si apre su un cielo rosa, poiché è nello stesso tempo un messaggio di aurora, una di quelle aurore che abbiamo visto in altri incontri. Ci sono poi altre cose nel quadro, i marosi, le onde della vita , c'è poi questa specie di solespirale, sempre presente come un principio spirituale, e c'è infine una figura femminile che, in qualche modo, evoca le forze della vita. Vedremo poi cosa sarà successo alcuni anni dopo, quando questo stesso quadro sarà rifatto in modo drammatico, e il gesto della figura prenderà tutt'altro senso.

1994.03.10 La Nascita

Parliamo ad esso dell'unione e dei quadri in cui essa si è espressa. In questo, a dire il vero, si va molto al di là dell'unione fra due persone, lui e lei, ma è una nascita... ma come, si sono appena conosciuti...E' un evento diverso da quello che si immagina perché non è che nasca un bambino da questa unione: si vuol forse dire, è questo il suo significato, che l'unione fra l'uomo e la donna, il cammino dell'amore, porta alla nascita spirituale. Allora questo essere umano a terra, che potrebbe essere caduto, addormentato o morto, viene sollevato da questa coppia che gli trasmette la vita e nello stesso tempo dall'angelo che con un braccio lo attrae a sé e con l'altro raggiunge la coppia, con un gesto che sembra di benedizione. La cosa essenziale da ritenere, a parte le figurazioni, è la circolarità: il divino dà la vita agli essere umani, gli esseri umani la trasmettono,
anche attraverso la morte, che appare come un anello
di congiunzione fra l'umano e il divino. Si vedono poi tante piccole teste, potrebbero essere anime ansiose di reincarnarsi o, al contrario, precedenti incarnazioni. A parte la trasmissione fisica della vita, è soprattutto una speranza di nascita spirituale che si legge nella figura dell'uomo sollevato o addirittura resuscitato dall'angelo, per divenire l'angelo stesso. Non solo circolarità, ma ascensione del tutto.. Per qualche strano mistero, nei quadri in cui si collega il divino e l'umano è raro che essi siano rappresentati da due volti. In questo caso c'è il volto dell'angelo e non c'è invece il volto delle persone: forse esse non sono individuate perché sono a mio avviso solo funzionali a un processo in cui il vero protagonista è l'angelo, ossia il divino.


1994.03.13 Benedizione

Un quadro di tempo dopo, che indica ancora questa idea di unione, quasi in uno spirito di santificazione, e si ricollega a una certa lettura che abbiamo fatto in un altro incontro dell'amore che crea. E' una mia strana idea, la ripeto perché alcuni non c'erano, che un uomo che ama una donna in qualche modo la crea, perché uno crea quello che ama e viceversa uno ama quello che crea. Quindi il gesto della creazione, il gesto di Dio "che ha fatto il mondo", se uno lo vuole simboleggiare con queste parole anche se la creazione è molto più complessa, è appunto un gesto di amore: Dio ha amato il mondo ed è amandolo che lo ha creato ...


Elisa M.

Scusa Vittorio, a proposito di questo quadro dell'amore che crea, tu crei la donna, ma non ti sei mai chiesto se non può essere vero anche il contrario?

Vittorio M.

Come dicevo prima, l'uomo vede l'anima al femminile, mentre voi donne la vedete al maschile, quindi io dico che l'uomo, il creatore, crea l'anima, immaginando che queste figure siano una maschio e l'altra femmina, ma sono del tutto d'accordo che può essere una visione particolare, molto maschilista. Dio può essere anche concepito come la grande madre, se vuoi, creatrice del maschile. Però, ci sarebbe molto da ragionare, non per stabilire un rapporto gerarchico, o da causa a effetto, ma, per esempio, il sole, volendo dargli un sesso, lo considereresti femminile o maschile? Maschile, mi dirai, mentre potresti considerare femminile la terra, la terra che è una madre, quindi non è che le cose possano essere indifferentemente invertite, perché è la terra che gira intorno al sole, è il sole che scalda e feconda la terra e non viceversa.

Silvana O.

Si, ma lo sai che per gli antichi Egizi la terra era Geb, era maschile, mentre il cielo era Nut ed era femminile? Ecco perché si sono fatti gli obelischi, come espressione del maschile della terra. E' la terra che, per mezzo dell'obelisco, può fecondare il cielo. Penso anche ai campanili e alle chiese...


Vittorio M.
Mi fai pensare a un quadro mostrato nell'ultimo incontro (1993.05.20 L'insostenibile leggerezza dell'essere), in cui tu non c'eri, e che può essere proprio riferito alla mitologia di cui parli. Ci sono nel quadro diversi piani di lettura. Uno è autobiografico:un amore irraggiungibile, l'uomo affranto, una non-comunicazione, vedi che sono colori strani, discordanti, messaggi che non arrivano, capricci ecc Ma l'altro, che mi è apparso riguardandolo solo giorni fa, è che questa è proprio la dea Nut, la dea del cielo, mentre l'uomo è la terra, e nel mezzo c'è lo spazio in cui accadono tutte queste cose.....

1994.03 Il Concepimento

1995.03.08 Il Concepimento


Questo quadro è stato dipinto in due tempi. Il suo soggetto è il rapporto fra un uomo e una donna, così uniti che i loro corpi formano un unico corpo. Fra le due figure si genera uno spazio vuoto in cui entra il braccio dell'uomo come se il suo fallo entrasse nella cavità femminile. C'è una luce nel centro della composizione, con una spirale che, da un centro di luce, si allarga all'intero quadro. La prima versione ci fa vedere tutto questo in un modo molto sereno, quasi naif. La seconda invece è molto più intensa perché, dopo il primo quadro, è accaduto qualcosa di importante. A un tenero incontro di amore è seguita una gravidanza: se ne vede l'embrione nel ventre della donna. E' poi sparita la testa della donna, mentre quella dell'uomo ha perso i lineamenti e appare oscura, pensosa. C'è anche un aspetto generale, cosmico. Nel grembo della notte, vedete un arco, una cupola di oscurità, in cui nasce una vita dall'unione di due esseri, l'uomo e la donna. Essi sono fusi uno con l'altro come nel quadro di un altro periodo (1990 Il corpo e l'anima, Incontro n.17) ma allora la figura femminile mi faceva pensare all'anima che si separava dal corpo mentre qui....ma no, anche qui accade la stessa cosa, anche se io non me rendevo conto. Nel momento in cui si generava una nuova creatura, già la mia donna si staccava da me. In un momento di unione, già si preannunciava la separazione come, nel momento che preludeva alla nascita, già era presente un annuncio di morte. Ecco perché questo quadro è così drammatico.


Giorgio F.
Prevale l'elemento scuro e anche i visi sono in ombra, non sono rischiarati dalla luce centrale. I colori hanno sempre un valore culturale simbolico, qui il nero lo è per forza di cose

Silvana O.
Si può leggere il nero come la notte, nero come l'inconscio,o come un momento di incontro sessuale che normalmente avviene nell'oscurità...

Vittorio M.
Non c'è più personalità, vedete che sono scomparse le facce? Nel momento dell'orgasmo usciamo da noi stessi, questo è il suo grande valore, è la sola cosa nell'esistenza che permette di uscire dalla chiusura della nostra persona. Che la vita nasca proprio nel momento in cui usciamo da noi stessi, è straordinario. La stessa cosa accade nella creazione artistica. Un vero artista non farà mai un buon quadro se ne sarà conscio e dipingerà i dettagli della sua personalità proiettata, mentre invece nel momento in cui perderà completamente se stesso nell'opera inconscia, li sarà veramente un grande artista. Non parlo dell'inconscio spazzatura, pieno di frammenti e detriti alla deriva, ma dell'inconscio. che è il fondo dell'essere. La voce divina opera dall'inconscio..,devi dimenticare completamente te stesso quando ami e quando crei, amare e creare sono la stessa cosa

Luisa G.
bisogna avere questa capacità di lasciarsi andare...siamo sempre un po' pilotati da noi stessi, è difficile..

Vittorio M.
E' una cosa misteriosa, bisogna lasciarsi andare come dici te, però nello stesso tempo bisogna rimanere consapevoli. Tante volte noi ci innamoriamo delle nostre opere ma, se abbiamo il coraggio di buttarle via, trasgredendole o perfino rovinandole (Michelangelo che si sveglia la notte, prende lo scalpello... guarda come ha ridotto la Pietà Rondanini ...) non voglio certo paragonarmi a lui ma solo dire che bisogna essere superiori alla propria opera, se vogliamo che essa vada al di là della nostra personalità e sia autentica.


Silvana O.
Però, guardando un altro quadro (1994.02.14 Il Sogno) mi sembra molto più bello, luminoso.....

Vittorio M.
E' dipinto in un momento di felicità, mentre il "Concepimento" viene da un momento di grande travaglio, come dice il soggetto stesso. Può sembrare strano di evocare la morte in un atto di amore ma un uomo, quando prova l'orgasmo, prova proprio un senso di morte, è la vita che esce da lui. In fondo, la reincarnazione a cui noi crediamo, tante volte in un modo un po' troppo temporale, immaginando che si rinasca magari dopo qualche secolo, può essere invece tutt'altro: non sarà forse che è nel momento della morte che si nasce?. Se guardate un albero, infatti, nel momento in cui cadono le foglie, sotto la foglia che cade c'è subito la piccola gemma di quella che nascerà.
Il momento della fecondazione è sentito come un momento anche di morte, o della perdita della personalità che avviene con la morte. Lo mostra il fatto che la testa della madre non c'è più, è la madre terra che crea, è la maternità in sé, non una persona. L'uomo sembra conservare una personalità ma anche lui non ha volto, è completamente oscuro. Nel momento dell'orgasmo io penso che nessuno dei due sia se stesso, tutti e due sono persi, ed è questa la sua bellezza..

1994.02.13 Il giardino dell'Eden

Vediamo adesso dei quadri che esprimono alcuni aspetti della relazione. Questo è uno dei più significativi ed ha avuto anch'esso un'evoluzione nel tempo. L'altra volta Gerardo era stupito che io avessi fatto in un certo periodo dei quadri scomposti in pezzi e si chiedeva come mai fossero divisi, e abbiamo convenuto che era una specie di marcia in più, con cui si smontava il quadro iniziale per mettere l'accento su una finalità espressiva. Un altro modo di far evolvere i quadri è questo: i quadri di un periodo felice, che vi faccio vedere adesso, sono stati rifusi anni dopo in un periodo infelice, senza essere traditi ma approfonditi, drammatizzati. Così questo quadro lo rivedremo, come altri quadri che vi ho mostrato, completamente trasformato. Per il momento registra un incanto, al punto di identificarne le due figure come Adamo ed Eva nel paradiso terrestre, con tanto di mela, il frutto proibito, e di colomba che simboleggia lo spirito divino,
però il perché l'anima sia così turbata, il perché l'uomo sia dall'altra parte dell'albero, il perché l'albero sia un fiume, fa pensare molto... Mi è accaduto di scrivere diversi testi su questo quadro, secondo tante interpretazioni che se ne possono dare, che però vedremo appieno nella sua ultima edizione. Un'interpretazione che già possiamo cominciare a vedere insieme, è appunto che l'albero è rappresentato come un fiume. Un fiume è un elemento di collegamento ma anche di distacco, c'è sempre questa dualità fra uomo e donna, fra maschile e femminile, sono due principi divisi, diversi, qualche volta nemici, e l'impulso a ricongiungerli in un'unità non si segue senza tensioni, talvolta tragiche. Se la nascita somiglia in qualche modo alla morte, accade che l'unione somigli alla divisione e perfino, anche se non ancora, che l'amore somigli all'odio.

 

Silvana O.
questo mi fa venire in mente il sangue arterioso che è blu, quindi l'albero della vita, l'albero-fiume, è anche il, fiume della vita che scorre in noi. La contrapposizione fra uomo e donna, maschile e femminile, mi fa pensare alle correnti energetiche che passano lungo la colonna vertebrale, la centrale si chiama shusumna, e le due correnti alternate, maschio e femmina, si chiamano. ida e tingala, quindi la tua immagine è ancora di più l'albero della vita, fatto di queste tre energie..

Vittorio M
Io non sono arrivato fino a questi particolari, ma tu hai ben completato il lavoro


1994.06.06 L'Enigma

Qui la relazione comincia ad essere una non-relazione, una non-comunicazione. E' su piani diversi, qui l'uomo guarda la donna, la tiene per mano, la idealizza, la sostiene in qualche modo, però la donna è diventata distaccata e misteriosa...voi vi stupirete ma, per un uomo, la donna è qualcosa di estremamente misterioso. Non arriveremo mai a capirvi, lo stesso forse siamo noi per voi donne. Quindi magari una donna ha dentro di sé un pensiero, anche banale, ma per noi diventa una tragedia perché immaginiamo chissà che catastrofe, chissà che straordinario mistero. Jung parlava di questo mistero, sostanzialmente vuoto, con l'irrefrenabile bisogno dell'uomo di caderci dentro! Il quadro mostra diversi livelli: l'uomo, il principio maschile, è nell'oscurità e lo è anche il principio femminile, però a un livello più alto. La donna sembra emergere da un mare, è il mare delle emozioni inconsce, della sensualità, si intravede in esso il corpo come fosse nell'acqua, da cui emerge come Venere dalle acque. Se in questo mare si formano il corpo e la sensualità femminile, dalla parte opposta c'è il cielo con angeli in volo: è la rappresentazione di profonde complementarie tà ma anche della loro separazione.

1994.06.21 Crisi

Lo si vede anche qua. Io percepivo molt issimo, pur vivendo ancora in un periodo felice, l'immanenza della sua fine. In questo quadro, la seduzione del corpo della mia amata si accompagna come a un suo taglio, magari sotto l'effetto di qualche dissidio che si era prodotto. Anche degli eventi banali mi portavano a risentire un'emozione fortissima, forse perché il nostro rapporto era completo e intenso su tutti i piani: fisico, emotivo e spirituale.

1994.02.08 Liberazione

E' questo un periodo di grande idealizzazione. L'anima si libera dal corpo, le sue braccia diventano ali, mentre da una parte c'è la morte e, dall'altra, un essere spirituale, il Sé, che l'accoglie. E' Psiche che si libera della sua natura terrena per realizzarsi come spirito? C'è Eros accanto a lei ad accoglierla fra gli Dei? ma cosa potremmo dire di Venere qualora volessimo identificarla con la triste figura a sinistra? forse che Venere, che ci dona l'amore e la vita, ci lega nello stesso tempo alla morte? Eros e Tanatos?


1994.03.17 L'Angelo e il Fiore

Qui il distacco è interpretato diversamente. E' come se ci fosse una coppia, lei è nelle braccia di lui ma, se vogliamo portare l'evento su un altro piano, vediamo che una sua parte è invece immersa in una grande oscurità.
E' l'oscurità della condizione umana, o anche dell'inconscio o infine della morte. Distinguiamo anzi un corpo ancora vivo e fiorente da un'anima che è invece passata in un'altra dimensione, quella appunto della morte, vera o iniziatica. Immaginiamo ora che, da questo stato, essa si risvegli a una luce spirituale, che diventi un angelo, e che questi porti con sé il fiore della vita, il fiore dell'amore.

1994.07.24 L'adorazione della donna amata

Un quadro che esprime la mia adorazione per la donna amata, ma che ha anche il significato più profondo dell'aspirazione dell'uomo, immerso nell'oscurità, alla luce, alla trascendenza. C'è in alto una spirale di luce che nasce proprio dal volto velato dell'amata. Perché è velato? Perché il centro dell'essere deve rimanere un mistero?
Questo significato spirituale non ha però salvato il quadro da un rifacimento drammatico degli anni seguenti, quando l'idealizzazione della donna amata si è rovesciata in una crudele esperienza di abbandono.

1994.11 La chiocciola

 

L'anima vive nel suo mondo, è intenta alla sua interiore armonia. Al di fuori di questa c'è poi una congerie di oggetti, c'è il mondo reale, il mondo esterno, oggetti, utensili, vuote conchiglie di vite trascorse, da cui sembra che l'anima cerchi di liberarsi, spogliandosi della sua carnalità, per raggiungere il suo centro di luce, dove nasce la spirale dell'essere.

1997.02.23 L'Aurora interiore

Questo quadro l'abbiamo già visto agli inizi, è il quadroicona del Seminario. Vorrei ancora una volta far notare, per chi non c'era ai primi incontri, che quest'anima guarda in se stessa e trova nel suo centro l'aurora, la luce. Ci sono poi questi gesti, da una parte il suo braccio e dall'altra invece un braccio che non è il suo ma che viene, diciamo, da un'altra dimensione, un braccio che tutto abbraccia e la cui mano va a toccare la sua. C'è quindi un'unione fra questo guardare in sé dell'anima e il trovare nello stesso tempo un punto di contatto, di amore, di energia, con qualcosa di superiore ad essa che è, se si vuole, la sua vera e divina realtà.

1994.01.19 Figura

Dopo questa idealizzazione, viene all'improvviso la solitudine. Non parlo del momento in cui uno rimane solo, parlo proprio del momento in cui, durante l'amore, nasce la solitudine.

1994.01.19 L'isola

Ritorna il difficile rapporto dell'uomo con l'angelo...L'angelo arriva pieno di amore, e l'uomo, non solo guarda dall'altra parte, ma è diventato tutt'uno con una montagna scura: questo è il mio mondo, c'è anche un tempio, è tutta la mia vita, si erge come una roccaforte al di là della quale c'è un cielo tempestoso e un mare in tempesta. E dire che dall'altra parte splende invece un meraviglioso sole, nel cielo rosa dell'aurora. E' proprio una singolare visione, con una fortissima dicotomia fra ombra e luce. Il centro della luce è il sole splendente ma, sotto di esso, c'è anche un altro centro: l'isola dell'ego che si crede appunto un'isola.

1994.12.17 Anima

Questo è uno dei quadri che, secondo me, meglio identificano lo stato dell'anima umana. Ancora una volta, come purtroppo ho detto centinaia di volte, il volto è oscuro perché noi non abbiamo conoscenza, viviamo nell'ignoranza, poi si vede il rosa che ha questo significato di aurora incipiente, si vede la scala che ci può portare a un'evoluzione, a un'ascesa, la porta attraverso cui potremo arrivare a un'altra realtà; si vede la vita; i seni della donna sono come delle piccole spirali generatrici di vita; e poi c' è il caos del mondo, la confusione, tutto quello che ci circonda e che è anzi in noi stessi...... Questo è lo stato dell'arte.

1995.01.09 La mia donna, la mia anima

 

Questo quadro l'abbiamo già visto agli inizi, è il quadroicona del Seminario. Vorrei ancora una volta far notare, per chi non c'era ai primi incontri, che quest'anima guarda in se stessa e trova nel suo centro l'aurora, la luce. Ci sono poi questi gesti, da una parte il suo braccio e dall'altra invece un braccio che non è il suo ma che viene, diciamo, da un'altra dimensione, un braccio che tutto abbraccia e la cui mano va a toccare la sua. C'è quindi un'unione fra questo guardare in sé dell'anima e il trovare nello stesso tempo un punto di contatto, di amore, di energia, con qualcosa di superiore ad essa che è, se si vuole, la sua vera e divina realtà.

1995.03 L'anima e la personalità

Questo quadro introduce un altro tema. Quando noi pensiamo all'anima, normalmente proiettiamo un'immagine, quella della persona amata,. In questo caso l'anima, o lo spirito in generale, è rappresentato invece come una forma astratta, una forma che si incrocia, che poi diventa una spirale, che poi diventa un'ala.... mentre, accanto, si vede un personaggio, che è la personalità, l'ego se volete. E' molto distinto dall'anima, sono due cose completamente diverse. Una è un essere spirituale in evoluzione, l'altro è una forma fisica, strumentale, che ha preso questa incarnazione, in questa vita.

Vittorio M.
Questa rappresentazione non vi dice nulla sulla distinzione che è fatta tra un principio spirituale e la personalità? Siamo tutti coscienti del fatto che morendo, per quanto non sappiamo esattamente cosa accada, la nostra personalità muore?

Silvana O.
Mica tanto, non sono d’accordo ...

Vittorio M.
Lo so, l’ho detto apposta per provocarti, ma la personalità è il risultato di un carattere, dei cromosomi che mi hanno trasmesso mio padre e mia madre, di come poi l’ambiente mi ha formato, operando una fusione con lo spirito che è entrato in me. E' una cosa estremamente complessa e quando si muore penso che essa si perda, a meno di conservarne una memoria a un altro livello...E' un discorso più ampio, ma una persona che è morta proprio non c'è più; quando poi rinascerà, se rinascerà, sarà un altro corpo, saranno altri genitori, sarà un'altra personalità.

Silvana O.
Non sono d’accordo Vittorio, almeno per quella che è la mia esperienza, il mio lavoro. E' certo che il corpo fisico si stacca e torna alla terra, il corpo fisico non tornerà più, però la memoria rimarrà. Adesso che ci sono i computer, si potrebbe fare una metafora con essi, oppure si potrebbe farla anche con tutti i razzi spaziali che vanno sulla luna, c'è una parte pesante che si perde, poi ce n'è un'altra parte che continua ad andare verso la luna, poi si staccherà un altro pezzo,....Così, di quella che noi chiamiamo psiche, o anche personalità, rimane la memoria, la parte spirituale, quella più alta che deve tornare a Dio, con la memoria di tutta una vita...la vita è una, fatta di tante cose, di tante nascite, di tante morti...

Vittorio M.
Di questo sono convinto ma, se posso fare un'altra metafora, quella dell'albero, esso ha memoria di tutto il suo sviluppo (basta guardare gli anelli del suo tronco) ma non è che una foglia abbia la memoria di un'altra foglia. Così non penso che una personalità, che vedo come una foglia, abbia memoria di altre precedenti personalità, ma la memoria ci sarà, certo, a un livello superiore e globale. Il Sé divino in noi avrà tale memoria e noi con lui e in lui, se lo realizzeremo.

Silvana O.
Si dice che Buddha, nella notte dell’illuminazione, avesse rivisto tutte le sue 560 vite e a quel punto avesse capito tante cose, superando i limiti che invece noi abbiamo, e diventando quindi l’Illuminato,. La vita è una sola, fatta di tante esperienze, un po' come se fossimo degli attori, che una volta recitano Shakespeare, un'altra Goldoni.....

Vittorio M.
Ok, brava. Sono queste quindi le personalità temporanee di cui parlavo, Anche tu in questo momento sei un’attrice della tua anima, ma chi scrive la commedia e che ha memoria di tutto il suo intreccio non è l'uno o l'altro attore, ma il suo autore, il suo regista...siamo d'accordo sull'intuizione che sia il Sé divino.

Silvana O.
Comunque complimenti Vittorio, i quadri di stasera sono bellissimi.

1995.05.22 L' uomo in cammino

Il tutto è come un'immensa spirale, portatrice della vita cosmica, dell'amore, della luce, che procede con noi, ma il piccolo uomo in cammino non lo sa e crede di avanzare nell'oscurità.

1995.05.23 Il cammino dell' anima

L'anima è come una grande ala con cui i suoi passi sono guidati, cammina sulle acque e lascia dietro di sé i mille giochi della vita ...

1995.06.03 La tomba

Questa è una rappresentazione molto triste. In un momento di sconforto, ho addirittura immaginato la mia tomba. C'è un grande angelo, che esprime compassione, che prende cura di noi, è la parte più alta di noi stessi. Sotto le sue ali, ci sono due immagini, una è quella della donna che io temevo di perdere, poiché il suo amore si stava smarrendo, e l'altra sono io stesso che mi figuro già in una lapide, morente di dolore. Poi, guardando oggi il quadro, mi hanno colpito queste due braccia, una dell'angelo e l'altra della figura maschile, che sono in una sequenza discendente, di dolore. Come ho detto, questo è appunto un preludio alla divisione, una premonizione di quanto sarebbe accaduto.



Vittorio M.
Pittoricamente tu cosa ne dici di questo quadro? Lo trovi forse un po' formale?

Giorgio F.
No, c'è sicuramente una fortissima componente che spinge verso il basso, come ha sottolineato anche lei, che è però contrastata dagli impulsi vitali che sono appena accennati dalle pennellate rosa..

Vittorio M.
...e dalle ali che vedi nella parte alta del quadro

Giorgio F.
Tra l’altro l’auto-figurazione di lei morente è tutt'uno con un principio salvifico, vedo che si fondono ambedue in uno stesso corpo e nel suo manto azzurro, non c'è una differenza tra i due. Quindi , diciamo che, a livello formale (la non differenziazione fra i due corpi) e poi anche a livello cromatico (gli impulsi vitali, resi con le pennellate rosa, che si differenziano dal resto) si tende a contrastare sia la pesantezza che il moto discensionale, e si da inoltre maggior valore alla parte più alta della scena, con le grandi ali bianche..

Vittorio M.
Sto guardando una cosa, che poi questo angelo è doppio sono due persone

Silvana O.
Eh si, sembra quasi che si bacino. Sono due figure una dietro l'altra ...

Luisa
Io vedo che non c'è solo un braccio comune all'angelo e all'uomo che sembra scendere, ma c'è anche l'altro braccio dell'angelo che sostiene invece la lapide...

Vittorio M.
Viene a sostenere la lapide, anche se il gesto sembra continuare nel braccio discendente. Non so se ha però senso distinguere quello che è appunto un continuo. L'angelo, l'uomo e la lapide sono la stessa cosa, io sono sempre istintivamente portato a una fusione fra soggetto e oggetto e a identificarmi con ambedue. Vi ho fatto vedere uno dei miei quadri, con una donna che va alla fonte come si usava una volta per riempire una mezzina....il suo braccio diventava un getto d’acqua, e la sua testa la mezzina.

1995.06.05 Il sogno

Un intervallo fra tanto dolore. Questo quadro, che per molto tempo ho considerato un quadro minore, anche se fra i maggiori come dimensione, che cos'è? Una bella donna che dorme....però, se si guarda bene, sembra voltarsi e indicare col braccio qualcosa di roseo e vaporoso che sta giungendo verso di lei. Io penso che questo sia un suo sogno, una dimensione fantastica che la donna sta sognando. Ma dov'è? E' sopra il corpo di un essere maschile, non meno misterioso. Più che un uomo, mi fa pensare all'inconscio, non ha volto, è profondamente scuro, non ha nessun rapporto con
l'essere femminile...Io spesso leggo su tanti piani il rapporto fra donna e uomo, fra femminile e maschile. Lo leggo come il rapporto fra l'anima e il corpo, oppure come quello fra anima cosciente e inconscio, come morte e vita, o come appunto l'alternanza che abbiamo visto nella storia di Proserpina. Questa donna è poi avvolta in lenzuolo che è azzurro come il cielo. Mi fa pensare infine a un'anima che si stacca dal cadavere e si risveglia in cielo dalla morte, pronta ad entrare in uno spazio di beatitudine. Sarà anche questo un sogno dell'anima?



1995.09.06 Donna moderna

Ecco la donna reale come era invece diventata, incattivita, qualcosa aveva preso il possesso di lei. La creatura mite, dolcissima, che io paragonavo ad una colomba, in realtà è divenuta poi ostile, perchè si è risvegliato in lei l' animus, la sua animosità; non vedeva più in me un oggetto d'amore, anzi una fusione nell' amore ma aveva una sua idea in quanto ai suoi diritti, alla sua strada, ai suoi compiti, e quindi mi vedeva staccato da se stessa...

1995.12.23 Cristo sofferente

Il mio dolore prende l' aspeto di un Cristo coronato di spine.

1996.03.25 La finestra

Questo è un quadro molto tragico, perché è il quadro dell'incomunicabilità. La figura alla finestra ha di fronte a sé un meraviglioso sole di amore, di luce, ma non può vederlo perché è nascosto, anzi è lei che ha il viso nascosto. Se pensiamo al mito di Psiche, ci sembra adesso molto più complesso. L'amore, Eros, era davanti a lei ma è lei che non poteva o non voleva vederlo. Quando poi lo vede, l'amore fugge. E' difficile capire perché il rapporto fra una realtà spirituale e la nostra percezione sia così difficile, deviato. Certe volte vorremmo vederlo, certe volte non vorremmo. Direi che, nella sostanza, abbiamo davanti a noi un velo che ci impedisce veramente di capire, mentre la luce, il calore e l'amore sono proprio a nostra disposizione. Cos'è questo velo?



Luisa G
Mi sorprende che la finestra faccia vedere per metà l'interno di una stanza e per l'altra metà l'esterno. Non so, trovo questa contrapposizione. Dentro c'è una chiusura, fuori l’energia creativa....

Silvana O.
Può anche essere la contrapposizione tra una notte di tormento, di pensieri, e l'alba di un nuovo giorno

Vittorio M.
In un certo senso si, anche se lo vedrei su un piano più generale. E' non solo la notte ma l’oscurità di questa persona, del suo mondo , se vuoi, della sua anima, anche se c'è un'aurora rosata all’orizzonte . La cosa che mi colpisce è che, mentre ci si può aspettare che il sole nasca lontano, al di là di questa montagna, esso rotola invece davanti a te, te lo trovi in mano come una palla, che la donna fa quasi il gesto di prendere con una mano ma, nello stesso tempo non lo vede, non può vederlo.

Silvana O.
Non lo può vedere?

Vittorio M.
Eh no. perché ha una cortina davanti agli occhi, qualcosa che le impedisce di vedere

Silvana O.
Posso aggiungere, Vittorio, che sul cuore, cioè sul seno sinistro di questa donna c'è questa spirale che poi si riproduce in grande,....ecco, potrebbe essere il chakra del cuore, è quindi come se, al sorgere di questa nuova alba, tirasse un sospiro, e le si allargasse il cuore

Vittorio M.
Hai detto bene, c'è senz’altro una profonda consonanza. Nota che io spesso i seni li rappresento come piccole spirali, però qui ce n'è una sola, e dal punto di vista cromatico, di forma e di vicinanza, è proprio in rapporto con l’altra più grande, un rapporto chiarissimo, direi. Che poi alla donna alla finestra le si allarghi il cuore, temo proprio, ahimè, che non sia così... Ho sempre detto che, anche se visualizziamo il sole dello spirito come esterno, esso in realtà è interno. Il quadro sembra dirci che interno ed esterno sono la stessa cosa, anche se vissuti diversamente. A livello profondo di energia, di cuore, questo è percepito, mentre non lo è a livello di intelligenza, di visione...

Silvana O.
...non lo vede

Vittorio M.
Non lo vede, perché la ragione fa da schermo, no? Se è questa è la situazione, la ragione con cui noi crediamo di vedere, di capire, e lo facciamo magari a livello scientifico e strumentale, ci impedisce invece di capire il senso profondo delle cose.

Silvana O.
La mente, mente

Paolo G.
È una deformazione

Vittorio M.
...si, deforma tutto: fa vedere dei giochi all’interno della stanza in cui sei chiuso ed altri all'esterno, come
l'apparente sorgere del sole dietro la montagna. Ma il vero sole, il sole interiore, è proprio davanti a te, e non
lo vedi! Più che un sole, è anzi una rosa, il fiore della tua fioritura...

Luisa G.
Trovo triste il fatto che l’uomo si vanti della sua intelligenza, mentre poi in realtà, come dicevamo, la ragione
diventa a volte un grande limite. Se penso alla mia piccola esperienza, ho conosciuto persone che erano
convinte e cresciute con certe convinzioni che le limitavano moltissimo nel relazionarsi poi con la realtà.
Quindi questa ragione di cui l’uomo si vanta può essere anche un limite enorme che ci creiamo noi stessi,
autolimitandoci.

Vittorio M.
Diventa una prigione, anche se non dobbiamo spingerci a condannare la ragione. è solo una questione di
equilibrio. Quando si legge un quadro, un sogno, o anche ogni altra cosa, dovremmo avere un
atteggiamento di silenzio, di ascolto, che ci fa veramente udire, e guardare con occhi ugualmente aperti e
ricettivi che ci fanno veramente vedere, ma senza permettere a dei ragionamenti di sovrapporsi alla
spontaneità delle nostre impressioni e di condizionarci. Per quanto poi la nostra ragione sia chiara, luminosa,
dobbiamo rispettare l'oscurità, il mistero, nello stesso modo in cui il sole non deve inaridire con i suoi raggi la
terra, che deve invece conservare la sua feconda umidità.

Elisa M.
Bisogna anche fare una distinzione, secondo me, tra quella che è la ragione e quella che è l’intelligenza, che
mi sembra l'esatto contrario della prigione, poiché libera la mente dalla costrizione e dalla paura.

Paolo G.
Intelligenza è un "leggere dentro", come ci dice il senso latino della parola.

Vittorio M.
Sono tante le cose da distinguere, e ne vanno distinti aspetti opposti. Io penso che da una parte ti aprono e
dall'altra ti chiudono. Tutto è così, anche l’amore, l’amore che ti apre l’orizzonte e subito dopo ti imprigiona,
non è cosi?
La finestra che è rappresentata in questo quadro si può anche leggerla come la ragione, come
un'intelaiatura razionale a tutto quello che abbiamo detto, sul sole interiore, sul chakra, sulla funzione della
vista. Come credo molto alla relazione fra ragione e sentimento, fra maschile e femminile. e a molte altre per
analogia, così vedo la complementarità fra una struttura geometrica e il libero fluire di forme, di colori, o di
suoni.

Giorgio F.
Nell’arte del neoclassicismo, Canova parlava del "sentimento secondo ragione", dove uno non andava a
prevalere sull’altro, e la ragione non negava la componente del sentimento

Vittorio M.
Io penso che questa complementarietà e unione fra sentimento e ragione sia l’abc dell’arte, come abbiamo
detto tante volte. Nel nostro tempo sembra invece che questa aurea regola sia stata dimenticata, per
arrivare a un'arte che vorrebbe essere solo concettuale, ossia privata della sua stessa vita.

Silvana O.
Forse possiamo anche parlare di emisfero cerebrale destro e emisfero sinistro, dove l’emisfero sinistro è
più legato alla ragione. Quindi, il pianista è con l’emisfero sinistro che impara a leggere uno spartito, a
segnare il tempo, ecc, poi con l’emisfero destro invece ci mette la sua arte, il suo sentimento, ci vogliono tutti
e due.

Vittorio M.
Io questa cosa l’ho sentita, ma non la conosco e dovrei farmi tagliare la testa in due per rendermene conto....
Per il momento, mi limiterei alla mente e al cuore.

Silvana O. Si perché quelli comunque ce li abbiamo tutti e dobbiamo usarli.

2004.03.16 Separazione

Questo quadro esprime proprio la separazione, da una parte il ricordo dei momenti felici di unione, e dall'altra invece il rimanere soli. Ecco, è successo questo: come ho spiegato prima, dalla fusione iniziale si è passati a un distacco, (gli Indiani lo paragonerebbero alla separazione del latte in panna e siero) , in cui ambedue diventano individualità separate. Si vogliono ancora bene, si amano ancora, ma verrà dopo, non dico un combattimento corpo a corpo ma lo show-down tremendo, che però è quello che prelude ad una catarsi. Prima c’è l’unione, poi c’è la divisione e quindi la catarsi. La catarsi, però, non è sul piano di un ritrovarsi ed essere felici, poiché quello che sul piano fisico è finito, è finito per sempre. Stiamo parlando dell'amore, ma non abbiamo forse visto la stessa cosa parlando di morte e di reincarnazione? Riprendendo il paragone Indiano del latte che si separa, è grazie a questa separazione che si forma il burro, cioè un bene più grande. E' così che la vera catarsi si opererà a un altro livello, il livello dell’anima che scopre la sua divinità e quindi, dopo questa dura esperienza, sarà un pochino più vicina alla fine del cammino, certamente non alla fine, ma un po’ più vicino.


Gerardo P.
C’era un quadro con il volto di un "Cristo sofferente" sul quale non hai fatto nessun commento.

Vittorio M.
No, perché non volevo ripetere quanto già detto in precedenza. Io rischio di essere blasfemo, associando dei simboli religiosi a delle esperienze umane, ma ho già spiegato come nel momento in cui io provo un fortissimo dolore, emerge spontaneamente in me la figura del Cristo, come abbiamo visto nelle crocifissioni. Quando si strappa il cuore dentro di noi e incontriamo il dolore, non solo per un amore finito male, ma anche per la perdita di una persona cara, nel momento di questo dolore ti senti vicino a Cristo. Non so se è solo la ricerca di una consolazione a evocare questa figura o se, a livello più profondo, il Cristo sofferente è diventato per noi un archetipo del dolore, e in questo senso lo vediamo nel fondo del nostro stesso dolore.

Gerardo P.
E’ come quando, al momento estremo, anche gli atei si avvicinano a Dio, diciamo.

Vittorio M.
Esattamente! Per me è sempre un’espressione centrale, profonda, anche se staccata da un’ottica confessionale. Non so come mai, ma l’ho notato diverse volte, dipingendo una serie di Crocifissioni, tutte nate non da un intento religioso ma da un semplice dolore umano..

Silvana O.
Secondo te deve essere per forza una proiezione l'amore? Non ci può essere un amore senza proiezione? cioè non proiettando la propria anima nell'altro ma prendendo l'altro...

Vittorio M.
Un momento di maturazione ci può essere, un riconoscere e accettare l'altro...Gibran diceva molto bene che due amanti devono essere come due colonne di un tempio, vicine ma anche a una certa distanza una dall'altra, mentre nell'amore che abbiamo visto è come se una colonna volesse entrare nell'altra, creando un corto circuito...Io penso che su un piano di maturazione, ci possa essere un'arte del capirsi, conservando ognuno la propria personalità pur amando l'altro. Quando invece l'amore viene vissuto come fusione totale si brucia. Una è una strada di condivisione e reciproco supporto, l'altra somiglia più a un dramma ma è quella che ha creato la grande poesia, l'arte. Sono modi diversi, nella vita si possono incontrare entrambi.
Cambiando discorso, qui si parla molto di psicologia, grazie anche a Silvana, che è psicologa, ma nessuno parla mai di arte, adesso provoco Giorgio.....

Giorgio F.
io volevo intervenire facendo proprio una domanda a Silvana che, su diversi quadri ha detto: "come sono belli, bellissimi". Ora io vorrei sapere su quale base tu dai questo giudizio? può essere anche uno spunto per fare un'analisi dei quadri di Vittorio.

Silvana O.
sui quadri scomposti avrei delle riserve, ma mi prende di più questo genere di quadri, ce ne sono tanti ma credo che una costante sia che mi danno serenità. Mentre cioè non riesco a cogliere quello che Vittorio dice sulla separazione, la sofferenza, ci sono dei suoi quadri che mi danno invece un senso di unione,di serenità, con questi colori così...mi piacciono molto

Giorgio F.
Ti piace la loro gamma cromatica, a me invece piacciono moltissimo i quadri scomposti, però vedo che stasera c'è una netta diversità fra le opere che vediamo: quando Vittorio parla di amore e di unione e lo esprime in un determinato modo, e quando ci sono invece dei momenti diciamo disforici che vengono espressi con la scomposizione, in cui ovviamente non hai l'unione ma delle parti divise. Noterei che esse sono dipinte con superfici piatte. Nei quadri che abbiamo invece visto stasera in cui Vittorio parla di vuoto, è vero che c'è un vuoto ma in realtà è un vuoto pienissimo, è un vuoto tridimensionale che spesso è una luce. Nei quadri che esprimono questa unione, Vittorio va a delineare questo vuoto con delle forme, disegnando le mani come se chiudessero un cerchio, Nei momenti positivi il vuoto è anche luce, è uno spazio, in cui le persone vanno a congiungersi, mentre nei momenti negativi la separazione si esprime con qualcosa di piatto. Sono due linguaggi diversi.

Vittorio M.
Il vuoto possiamo anche immaginarlo come pieno di cose invisibili. Shakespeare diceva che "fra cielo e terra ci sono molte più cose che l'uomo non possa immaginare"

Paolo G.
...e sono magari le cose veramente reali! lo diceva anche William Godwin : "le cose invisibili sono le sole reali"

Vittorio M.
Lo credo profondamente anch'io

Paolo G.
E’ una dei temi centrali della tua opera…la centralità del vuoto….

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