| Presentazione dei Quadri e Dibattito  - Incontro n° 19 
 
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    | 1993.09.03 Onda di amore  
        
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    |  |  | E' uno dei primi quadri 
        di un nuovo amore, che giungeva come un'onda leggera, come una brezza. 
        una luce. Ma fin dall’inizio se ne può vedere l’aspetto oscuro che sembra 
        seguirlo come un'onda scura. Nella nostra vita, sembra che non sia possibile 
        concepire niente di bello e di luminoso senza che, più o meno nascosto, 
        magari allo stato embrionale, non ci sia qualcosa di brutto, oscuro. Viviamo 
        sempre questa dualità. | 
   
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 1993.10 Il lago  
        
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    |  |  | Questo quadro è invece il 
        primo in cui io raffiguro questo amore. E' Psiche? Ci sono tanti altri 
        quadri in cui si vede un angelo che parla all’anima, un angelo che è la 
        nostra parte più bella che parla a noi stessi, alla nostra parte oscura, 
        ma il suo messaggio non viene accettato. Quante volte, purtroppo, l’angelo 
        parla all’uomo ma questi si volta dall’altra parte: l'uomo che sono io 
        stesso, ma in cui riconosco l’atteggiamento normale della condizione umana. 
        L'ultima volta abbiamo però visto un quadro, in cui finalmente l'anima 
        non si voltava, ma guardava l’angelo: era già un incontro, anche se l'anima 
        aveva il viso del tutto impastato. Si direbbe che, anche quando l’anima 
        umana si rivolge al divino e lo riconosce, vuole dialogare con esso, non 
        può farlo, non può neanche vederlo. In questo caso, invece, i due visi 
        sono ambedue leggibili, anzi l’angelo assomiglia moltissimo all’anima 
        dell’uomo e quindi c’è subito un riconoscimento, un'identificazione. Il 
        quadro è poi legato a fatti contingenti, possiamo vedere un lago, delle 
        montagne, relativi al luogo dove è nato questo amore, e poi c’è una colomba…che 
        non ho mai capito perché fosse nel quadro, ma adesso lo vedo: è in qualche 
        modo un simbolo inconscio della grande purezza di questa creatura, una 
        purezza eccezionale, così almeno io la percepivo. | 
   
    | 1994.01.17 La potenza dell' amore  
        
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    |  |  | E' un modo particolare di 
        rappresentare un incontro d'amore. C'è un vuoto, una centralità, una potenzialità 
        dell'essere, intorno alla quale ci sono due figure, una maschile e l'altra 
        femminile. E' come se insieme realizzassero il vuoto, ne accendessero 
        la luce. I corpi sono pieni di vigoria, con tutta la forza dell'amore 
        ai suoi inizi. | 
   
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 Silvana O.
 Ma come mai hai rappresentato le braccia in questo modo?
 
 Vittorio M.
 Un braccio è un fallo, che si leva davanti al corpo della donna amata. 
        E' naturale... posso dire che è stato del tutto inconscio rappresentare 
        in questo modo la potenza dell'amore, che dà il titolo al quadro.
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 1994.02.14 Il sogno  
        
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    |  |  | Due figure sono intorno 
        al vuoto..abbiamo parlato tante volte del vuoto: è il centro dell'essere. 
        Le due figure, una maschile e l'altra femminile, non sono necessariamente 
        due figure reali o lo sono solo in parte. Potrebbero essere l'inconscio 
        e l'anima durante il sonno; la figura femminile è infatti dormiente, diciamo 
        che c'è un senso di completo abbandono nelle braccia di un potere sconosciuto, 
        e cieco. In fin dei conti - lo vedo solo in questo momento - il rapporto 
        fra Eros e Psiche non è molto diverso. Psiche doveva abbandonarsi ad Eros 
        che non aveva volto, questo loro amore era in uno stato di incoscienza, 
        di assenza di personalità. In questa situazione il vero soggetto non è 
        quindi né Eros né Psiche ma è il vuoto, cioè il divino che è al centro, 
        divino che in questa pittura si accompagna sempre all'idea della spirale 
        come generatrice della vita, del movimento cosmico. Abbiamo notato altre 
        volte, guardando il vuoto dei quadri, che esso prende una forma che è 
        proprio il negativo delle figure, come se la realtà fosse il vuoto, mentre 
        tto quello che volete, vengono prodotti dal vuoto come una sua emanazione. 
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 Silvana O .
 ...per me è bellissimo.
 
 
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    | 1994.07.24 La porta   
        
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    |  |  | Un'altra espressione del 
        vuoto. E' un quadro di qualche anno dopo, il vuoto come possibilità, come 
        porta. Se un uomo vuol seguire un cammino interiore, quello che Jung chiama 
        il cammino di individuazione, il cammino verso la realizzazione spirituale, 
        può visualizzarla come il centro vuoto del suo essere ma anche come porta 
        di accesso a un'altra dimensione. Vediamo quindi questa porta, che si 
        apre su un cielo rosa, poiché è nello stesso tempo un messaggio di aurora, 
        una di quelle aurore che abbiamo visto in altri incontri. Ci sono poi 
        altre cose nel quadro, i marosi, le onde della vita , c'è poi questa specie 
        di solespirale, sempre presente come un principio spirituale, e c'è infine 
        una figura femminile che, in qualche modo, evoca le forze della vita. 
        Vedremo poi cosa sarà successo alcuni anni dopo, quando questo stesso 
        quadro sarà rifatto in modo drammatico, e il gesto della figura prenderà 
        tutt'altro senso. | 
   
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 1994.03.10 La Nascita  
        
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    |  Parliamo ad esso dell'unione 
        e dei quadri in cui essa si è espressa. In questo, a dire il vero, si 
        va molto al di là dell'unione fra due persone, lui e lei, ma è una nascita... 
        ma come, si sono appena conosciuti...E' un evento diverso da quello che 
        si immagina perché non è che nasca un bambino da questa unione: si vuol 
        forse dire, è questo il suo significato, che l'unione fra l'uomo e la 
        donna, il cammino dell'amore, porta alla nascita spirituale. Allora questo 
        essere umano a terra, che potrebbe essere caduto, addormentato o morto, 
        viene sollevato da questa coppia che gli trasmette la vita e nello stesso 
        tempo dall'angelo che con un braccio lo attrae a sé e con l'altro raggiunge 
        la coppia, con un gesto che sembra di benedizione. La cosa essenziale 
        da ritenere, a parte le figurazioni, è la circolarità: il divino dà la 
        vita agli essere umani, gli esseri umani la trasmettono,  |  | anche attraverso la morte, 
        che appare come un anellodi congiunzione fra l'umano e il divino. Si vedono poi tante piccole teste, 
        potrebbero essere anime ansiose di reincarnarsi o, al contrario, precedenti 
        incarnazioni. A parte la trasmissione fisica della vita, è soprattutto 
        una speranza di nascita spirituale che si legge nella figura dell'uomo 
        sollevato o addirittura resuscitato dall'angelo, per divenire l'angelo 
        stesso. Non solo circolarità, ma ascensione del tutto.. Per qualche 
        strano mistero, nei quadri in cui si collega il divino e l'umano è 
        raro che essi siano rappresentati da due volti. In questo caso c'è 
        il volto dell'angelo e non c'è invece il volto delle persone: forse 
        esse non sono individuate perché sono a mio avviso solo funzionali 
        a un processo in cui il vero protagonista è l'angelo, ossia il 
        divino.
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    | 1994.03.13 Benedizione   
        
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    |  |  | Un quadro di tempo dopo, 
        che indica ancora questa idea di unione, quasi in uno spirito di santificazione, 
        e si ricollega a una certa lettura che abbiamo fatto in un altro incontro 
        dell'amore che crea. E' una mia strana idea, la ripeto perché alcuni non 
        c'erano, che un uomo che ama una donna in qualche modo la crea, perché 
        uno crea quello che ama e viceversa uno ama quello che crea. Quindi il 
        gesto della creazione, il gesto di Dio "che ha fatto il mondo", se uno 
        lo vuole simboleggiare con queste parole anche se la creazione è molto 
        più complessa, è appunto un gesto di amore: Dio ha amato il mondo ed è 
        amandolo che lo ha creato ... | 
   
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 Elisa M.
 Scusa Vittorio, a proposito di questo quadro dell'amore 
        che crea, tu crei la donna, ma non ti sei mai chiesto se non può essere 
        vero anche il contrario?Vittorio M.
 
 Come dicevo prima, l'uomo vede l'anima 
        al femminile, mentre voi donne la vedete al maschile, quindi io dico che 
        l'uomo, il creatore, crea l'anima, immaginando che queste figure siano 
        una maschio e l'altra femmina, ma sono del tutto d'accordo che può essere 
        una visione particolare, molto maschilista. Dio può essere anche concepito 
        come la grande madre, se vuoi, creatrice del maschile. Però, ci sarebbe 
        molto da ragionare, non per stabilire un rapporto gerarchico, o da causa 
        a effetto, ma, per esempio, il sole, volendo dargli un sesso, lo considereresti 
        femminile o maschile? Maschile, mi dirai, mentre potresti considerare 
        femminile la terra, la terra che è una madre, quindi non è che le cose 
        possano essere indifferentemente invertite, perché è la terra che gira 
        intorno al sole, è il sole che scalda e feconda la terra e non viceversa.
  Silvana O.
 Si, ma lo sai che per gli antichi Egizi la terra era 
        Geb, era maschile, mentre il cielo era Nut ed era femminile? Ecco perché 
        si sono fatti gli obelischi, come espressione del maschile della terra. 
        E' la terra che, per mezzo dell'obelisco, può fecondare il cielo. Penso 
        anche ai campanili e alle chiese...
 
 
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    |  Vittorio M.Mi fai pensare a un quadro mostrato nell'ultimo incontro (1993.05.20 L'insostenibile 
        leggerezza dell'essere), in cui tu non c'eri, e che può essere proprio 
        riferito alla mitologia di cui parli. Ci sono nel quadro diversi piani 
        di lettura. Uno è autobiografico:un amore irraggiungibile, l'uomo affranto, 
        una non-comunicazione, vedi che sono colori strani, discordanti, messaggi 
        che non arrivano, capricci ecc Ma l'altro, che mi è apparso riguardandolo 
        solo giorni fa, è che questa è proprio la dea Nut, la dea del cielo, mentre 
        l'uomo è la terra, e nel mezzo c'è lo spazio in cui accadono tutte queste 
        cose.....
 
 
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    | 1994.03 Il Concepimento 1995.03.08 Il Concepimento 
        
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  |  | Questo quadro è stato dipinto 
        in due tempi. Il suo soggetto è il rapporto fra un uomo e una donna, così 
        uniti che i loro corpi formano un unico corpo. Fra le due figure si genera 
        uno spazio vuoto in cui entra il braccio dell'uomo come se il suo fallo 
        entrasse nella cavità femminile. C'è una luce nel centro della composizione, 
        con una spirale che, da un centro di luce, si allarga all'intero quadro. 
        La prima versione ci fa vedere tutto questo in un modo molto sereno, quasi 
        naif. La seconda invece è molto più intensa perché, dopo il primo quadro, 
        è accaduto qualcosa di importante. A un tenero incontro di amore è seguita 
        una gravidanza: se ne vede l'embrione nel ventre della donna. E' poi sparita 
        la testa della donna, mentre quella dell'uomo ha perso i lineamenti e 
        appare oscura, pensosa. C'è anche un aspetto generale, cosmico. Nel grembo 
        della notte, vedete un arco, una cupola di oscurità, in cui nasce una 
        vita dall'unione di due esseri, l'uomo e la donna. Essi sono fusi uno 
        con l'altro come nel quadro di un altro periodo (1990 Il corpo e l'anima, 
        Incontro n.17) ma allora la figura femminile mi faceva pensare all'anima 
        che si separava dal corpo mentre qui....ma no, anche qui accade la stessa 
        cosa, anche se io non me rendevo conto. Nel momento in cui si generava 
        una nuova creatura, già la mia donna si staccava da me. In un momento 
        di unione, già si preannunciava la separazione come, nel momento che preludeva 
        alla nascita, già era presente un annuncio di morte. Ecco perché questo 
        quadro è così drammatico. | 
   
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 Giorgio F.Prevale l'elemento scuro e anche i visi sono in ombra, non sono rischiarati 
      dalla luce centrale. I colori hanno sempre un valore culturale simbolico, 
      qui il nero lo è per forza di cose
 
 Silvana O.
 Si può leggere il nero come la notte, nero come l'inconscio,o come un momento 
      di incontro sessuale che normalmente avviene nell'oscurità...
 
 Vittorio M.
 Non c'è più personalità, vedete che sono scomparse le facce? Nel momento 
      dell'orgasmo usciamo da noi stessi, questo è il suo grande valore, è la 
      sola cosa nell'esistenza che permette di uscire dalla chiusura della nostra 
      persona. Che la vita nasca proprio nel momento in cui usciamo da noi stessi, 
      è straordinario. La stessa cosa accade nella creazione artistica. Un vero 
      artista non farà mai un buon quadro se ne sarà conscio e dipingerà i dettagli 
      della sua personalità proiettata, mentre invece nel momento in cui perderà 
      completamente se stesso nell'opera inconscia, li sarà veramente un grande 
      artista. Non parlo dell'inconscio spazzatura, pieno di frammenti e detriti 
      alla deriva, ma dell'inconscio. che è il fondo dell'essere. La voce divina 
      opera dall'inconscio..,devi dimenticare completamente te stesso quando ami 
      e quando crei, amare e creare sono la stessa cosa
 
 Luisa G.
 bisogna avere questa capacità di lasciarsi andare...siamo sempre un po' 
      pilotati da noi stessi, è difficile..
 
 Vittorio M.
 E' una cosa misteriosa, bisogna lasciarsi andare come dici te, però nello 
      stesso tempo bisogna rimanere consapevoli. Tante volte noi ci innamoriamo 
      delle nostre opere ma, se abbiamo il coraggio di buttarle via, trasgredendole 
      o perfino rovinandole (Michelangelo che si sveglia la notte, prende lo scalpello... 
      guarda come ha ridotto la Pietà Rondanini ...) non voglio certo paragonarmi 
      a lui ma solo dire che bisogna essere superiori alla propria opera, se vogliamo 
      che essa vada al di là della nostra personalità e sia autentica.
 
 
 
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    | Silvana O.Però, guardando un altro quadro (1994.02.14 Il Sogno) mi sembra molto più 
      bello, luminoso.....
 
 Vittorio M.
 E' dipinto in un momento di felicità, mentre il "Concepimento" viene da 
      un momento di grande travaglio, come dice il soggetto stesso. Può sembrare 
      strano di evocare la morte in un atto di amore ma un uomo, quando prova 
      l'orgasmo, prova proprio un senso di morte, è la vita che esce da lui. In 
      fondo, la reincarnazione a cui noi crediamo, tante volte in un modo un po' 
      troppo temporale, immaginando che si rinasca magari dopo qualche secolo, 
      può essere invece tutt'altro: non sarà forse che è nel momento della morte 
      che si nasce?. Se guardate un albero, infatti, nel momento in cui cadono 
      le foglie, sotto la foglia che cade c'è subito la piccola gemma di quella 
      che nascerà.
 Il momento della fecondazione è sentito come un momento anche di morte, 
      o della perdita della personalità che avviene con la morte. Lo mostra il 
      fatto che la testa della madre non c'è più, è la madre terra che crea, è 
      la maternità in sé, non una persona. L'uomo sembra conservare una personalità 
      ma anche lui non ha volto, è completamente oscuro. Nel momento dell'orgasmo 
      io penso che nessuno dei due sia se stesso, tutti e due sono persi, ed è 
      questa la sua bellezza..
 
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 1994.02.13 Il giardino dell'Eden  
        
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    |  Vediamo adesso dei quadri che esprimono 
        alcuni aspetti della relazione. Questo è uno dei più significativi ed 
        ha avuto anch'esso un'evoluzione nel tempo. L'altra volta Gerardo era 
        stupito che io avessi fatto in un certo periodo dei quadri scomposti in 
        pezzi e si chiedeva come mai fossero divisi, e abbiamo convenuto che era 
        una specie di marcia in più, con cui si smontava il quadro iniziale per 
        mettere l'accento su una finalità espressiva. Un altro modo di far evolvere 
        i quadri è questo: i quadri di un periodo felice, che vi faccio vedere 
        adesso, sono stati rifusi anni dopo in un periodo infelice, senza essere 
        traditi ma approfonditi, drammatizzati. Così questo quadro lo rivedremo, 
        come altri quadri che vi ho mostrato, completamente trasformato. Per il 
        momento registra un incanto, al punto di identificarne le due figure come 
        Adamo ed Eva nel paradiso terrestre, con tanto di mela, il frutto proibito, 
        e di colomba che simboleggia lo spirito divino,
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         però il perché l'anima sia così turbata, il perché l'uomo sia 
        dall'altra parte dell'albero, il perché l'albero sia un fiume, fa pensare 
        molto... Mi è accaduto di scrivere diversi testi su questo quadro, secondo 
        tante interpretazioni che se ne possono dare, che però vedremo appieno 
        nella sua ultima edizione. Un'interpretazione che già possiamo cominciare 
        a vedere insieme, è appunto che l'albero è rappresentato come un fiume. 
        Un fiume è un elemento di collegamento ma anche di distacco, c'è sempre 
        questa dualità fra uomo e donna, fra maschile e femminile, sono due principi 
        divisi, diversi, qualche volta nemici, e l'impulso a ricongiungerli in 
        un'unità non si segue senza tensioni, talvolta tragiche. Se la nascita 
        somiglia in qualche modo alla morte, accade che l'unione somigli alla 
        divisione e perfino, anche se non ancora, che l'amore somigli all'odio.
 
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    |  Silvana O.questo mi fa venire in mente il sangue arterioso che è blu, quindi l'albero 
        della vita, l'albero-fiume, è anche il, fiume della vita che scorre in 
        noi. La contrapposizione fra uomo e donna, maschile e femminile, mi fa 
        pensare alle correnti energetiche che passano lungo la colonna vertebrale, 
        la centrale si chiama shusumna, e le due correnti alternate, maschio e 
        femmina, si chiamano. ida e tingala, quindi la tua immagine è ancora di 
        più l'albero della vita, fatto di queste tre energie..
 
 Vittorio M
 Io non sono arrivato fino a questi particolari, ma tu hai ben completato 
        il lavoro
 
 
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    | 1994.06.06 L'Enigma  
        
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    |  |  | Qui la relazione comincia 
        ad essere una non-relazione, una non-comunicazione. E' su piani diversi, 
        qui l'uomo guarda la donna, la tiene per mano, la idealizza, la sostiene 
        in qualche modo, però la donna è diventata distaccata e misteriosa...voi 
        vi stupirete ma, per un uomo, la donna è qualcosa di estremamente misterioso. 
        Non arriveremo mai a capirvi, lo stesso forse siamo noi per voi donne. 
        Quindi magari una donna ha dentro di sé un pensiero, anche banale, ma 
        per noi diventa una tragedia perché immaginiamo chissà che catastrofe, 
        chissà che straordinario mistero. Jung parlava di questo mistero, sostanzialmente 
        vuoto, con l'irrefrenabile bisogno dell'uomo di caderci dentro! Il quadro 
        mostra diversi livelli: l'uomo, il principio maschile, è nell'oscurità 
        e lo è anche il principio femminile, però a un livello più alto. La donna 
        sembra emergere da un mare, è il mare delle emozioni inconsce, della sensualità, 
        si intravede in esso il corpo come fosse nell'acqua, da cui emerge come 
        Venere dalle acque. Se in questo mare si formano il corpo e la sensualità 
        femminile, dalla parte opposta c'è il cielo con angeli in volo: è la rappresentazione 
        di profonde complementarie tà ma anche della loro separazione. | 
   
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 1994.06.21 Crisi  
        
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    |  |  | Lo si vede anche qua. Io 
        percepivo molt issimo, pur vivendo ancora in un periodo felice, l'immanenza 
        della sua fine. In questo quadro, la seduzione del corpo della mia amata 
        si accompagna come a un suo taglio, magari sotto l'effetto di qualche 
        dissidio che si era prodotto. Anche degli eventi banali mi portavano a 
        risentire un'emozione fortissima, forse perché il nostro rapporto era 
        completo e intenso su tutti i piani: fisico, emotivo e spirituale. | 
   
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 1994.02.08 Liberazione  
        
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    |  |  | E' questo un periodo di 
        grande idealizzazione. L'anima si libera dal corpo, le sue braccia diventano 
        ali, mentre da una parte c'è la morte e, dall'altra, un essere spirituale, 
        il Sé, che l'accoglie. E' Psiche che si libera della sua natura terrena 
        per realizzarsi come spirito? C'è Eros accanto a lei ad accoglierla fra 
        gli Dei? ma cosa potremmo dire di Venere qualora volessimo identificarla 
        con la triste figura a sinistra? forse che Venere, che ci dona l'amore 
        e la vita, ci lega nello stesso tempo alla morte? Eros e Tanatos? 
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 1994.03.17 L'Angelo e il Fiore  
        
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    |  |  | Qui il distacco è interpretato 
        diversamente. E' come se ci fosse una coppia, lei è nelle braccia di lui 
        ma, se vogliamo portare l'evento su un altro piano, vediamo che una sua 
        parte è invece immersa in una grande oscurità. E' l'oscurità della condizione umana, o anche dell'inconscio o infine 
        della morte. Distinguiamo anzi un corpo ancora vivo e fiorente da un'anima 
        che è invece passata in un'altra dimensione, quella appunto della morte, 
        vera o iniziatica. Immaginiamo ora che, da questo stato, essa si risvegli 
        a una luce spirituale, che diventi un angelo, e che questi porti con sé 
        il fiore della vita, il fiore dell'amore.
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 1994.07.24 L'adorazione della donna amata  
        
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    |  |  | Un quadro che esprime la 
        mia adorazione per la donna amata, ma che ha anche il significato più 
        profondo dell'aspirazione dell'uomo, immerso nell'oscurità, alla luce, 
        alla trascendenza. C'è in alto una spirale di luce che nasce proprio dal 
        volto velato dell'amata. Perché è velato? Perché il centro dell'essere 
        deve rimanere un mistero? Questo significato spirituale non ha però salvato il quadro da un rifacimento 
        drammatico degli anni seguenti, quando l'idealizzazione della donna amata 
        si è rovesciata in una crudele esperienza di abbandono.
 | 
   
    | 
 1994.11 La chiocciola  
        
       | 
   
    | 
   |  | L'anima vive nel suo mondo, 
        è intenta alla sua interiore armonia. Al di fuori di questa c'è 
        poi una congerie di oggetti, c'è il mondo reale, il mondo esterno, 
        oggetti, utensili, vuote conchiglie di vite trascorse, da cui sembra che 
        l'anima cerchi di liberarsi, spogliandosi della sua carnalità, 
        per raggiungere il suo centro di luce, dove nasce la spirale dell'essere. | 
   
    | 1997.02.23 L'Aurora interiore  
        
       | 
   
    |  |  | Questo quadro l'abbiamo 
        già visto agli inizi, è il quadroicona del Seminario. Vorrei ancora una 
        volta far notare, per chi non c'era ai primi incontri, che quest'anima 
        guarda in se stessa e trova nel suo centro l'aurora, la luce. Ci sono 
        poi questi gesti, da una parte il suo braccio e dall'altra invece un braccio 
        che non è il suo ma che viene, diciamo, da un'altra dimensione, un braccio 
        che tutto abbraccia e la cui mano va a toccare la sua. C'è quindi un'unione 
        fra questo guardare in sé dell'anima e il trovare nello stesso tempo un 
        punto di contatto, di amore, di energia, con qualcosa di superiore ad 
        essa che è, se si vuole, la sua vera e divina realtà. | 
   
    | 
 1994.01.19 Figura  
        
       | 
   
    |  |  | Dopo questa idealizzazione, 
        viene all'improvviso la solitudine. Non parlo del momento in cui uno rimane 
        solo, parlo proprio del momento in cui, durante l'amore, nasce la solitudine. | 
   
    | 
 1994.01.19 L'isola  
        
       | 
   
    |  |  | Ritorna il difficile rapporto 
        dell'uomo con l'angelo...L'angelo arriva pieno di amore, e l'uomo, non 
        solo guarda dall'altra parte, ma è diventato tutt'uno con una montagna 
        scura: questo è il mio mondo, c'è anche un tempio, è tutta la mia vita, 
        si erge come una roccaforte al di là della quale c'è un cielo tempestoso 
        e un mare in tempesta. E dire che dall'altra parte splende invece un meraviglioso 
        sole, nel cielo rosa dell'aurora. E' proprio una singolare visione, con 
        una fortissima dicotomia fra ombra e luce. Il centro della luce è il sole 
        splendente ma, sotto di esso, c'è anche un altro centro: l'isola dell'ego 
        che si crede appunto un'isola. | 
   
    | 
 1994.12.17 Anima  
        
       | 
   
    |  |  | Questo è uno dei quadri 
        che, secondo me, meglio identificano lo stato dell'anima umana. Ancora 
        una volta, come purtroppo ho detto centinaia di volte, il volto è oscuro 
        perché noi non abbiamo conoscenza, viviamo nell'ignoranza, poi si vede 
        il rosa che ha questo significato di aurora incipiente, si vede la scala 
        che ci può portare a un'evoluzione, a un'ascesa, la porta attraverso cui 
        potremo arrivare a un'altra realtà; si vede la vita; i seni della donna 
        sono come delle piccole spirali generatrici di vita; e poi c' è il caos 
        del mondo, la confusione, tutto quello che ci circonda e che è anzi in 
        noi stessi...... Questo è lo stato dell'arte. | 
   
    | 1995.01.09 La mia donna, la mia anima  
        
       | 
   
    | 
   |  | Questo quadro l'abbiamo 
        già visto agli inizi, è il quadroicona del Seminario. Vorrei ancora una 
        volta far notare, per chi non c'era ai primi incontri, che quest'anima 
        guarda in se stessa e trova nel suo centro l'aurora, la luce. Ci sono 
        poi questi gesti, da una parte il suo braccio e dall'altra invece un braccio 
        che non è il suo ma che viene, diciamo, da un'altra dimensione, un braccio 
        che tutto abbraccia e la cui mano va a toccare la sua. C'è quindi un'unione 
        fra questo guardare in sé dell'anima e il trovare nello stesso tempo un 
        punto di contatto, di amore, di energia, con qualcosa di superiore ad 
        essa che è, se si vuole, la sua vera e divina realtà. | 
   
    | 1995.03 L'anima e la personalità  
        
       | 
   
    |  |  | Questo quadro introduce 
        un altro tema. Quando noi pensiamo all'anima, normalmente proiettiamo 
        un'immagine, quella della persona amata,. In questo caso l'anima, o lo 
        spirito in generale, è rappresentato invece come una forma astratta, una 
        forma che si incrocia, che poi diventa una spirale, che poi diventa un'ala.... 
        mentre, accanto, si vede un personaggio, che è la personalità, l'ego se 
        volete. E' molto distinto dall'anima, sono due cose completamente diverse. 
        Una è un essere spirituale in evoluzione, l'altro è una forma fisica, 
        strumentale, che ha preso questa incarnazione, in questa vita. | 
   
    | 
  
        Vittorio M.Questa rappresentazione non vi dice nulla sulla distinzione che è fatta 
        tra un principio spirituale e la personalità? Siamo tutti coscienti del 
        fatto che morendo, per quanto non sappiamo esattamente cosa accada, la 
        nostra personalità muore?
 
 Silvana O.
 Mica tanto, non sono d’accordo ...
 
 Vittorio M.
 Lo so, l’ho detto apposta per provocarti, ma la personalità è il risultato 
        di un carattere, dei cromosomi che mi hanno trasmesso mio padre e mia 
        madre, di come poi l’ambiente mi ha formato, operando una fusione con 
        lo spirito che è entrato in me. E' una cosa estremamente complessa e quando 
        si muore penso che essa si perda, a meno di conservarne una memoria a 
        un altro livello...E' un discorso più ampio, ma una persona che è morta 
        proprio non c'è più; quando poi rinascerà, se rinascerà, sarà un altro 
        corpo, saranno altri genitori, sarà un'altra personalità.
 
 Silvana O.
 Non sono d’accordo Vittorio, almeno per quella che è la mia esperienza, 
        il mio lavoro. E' certo che il corpo fisico si stacca e torna alla terra, 
        il corpo fisico non tornerà più, però la memoria rimarrà. Adesso che ci 
        sono i computer, si potrebbe fare una metafora con essi, oppure si potrebbe 
        farla anche con tutti i razzi spaziali che vanno sulla luna, c'è una parte 
        pesante che si perde, poi ce n'è un'altra parte che continua ad andare 
        verso la luna, poi si staccherà un altro pezzo,....Così, di quella che 
        noi chiamiamo psiche, o anche personalità, rimane la memoria, la parte 
        spirituale, quella più alta che deve tornare a Dio, con la memoria di 
        tutta una vita...la vita è una, fatta di tante cose, di tante nascite, 
        di tante morti...
 | 
   
    | Vittorio M.
 Di questo sono convinto ma, se posso fare un'altra metafora, quella dell'albero, 
        esso ha memoria di tutto il suo sviluppo (basta guardare gli anelli del 
        suo tronco) ma non è che una foglia abbia la memoria di un'altra foglia. 
        Così non penso che una personalità, che vedo come una foglia, abbia memoria 
        di altre precedenti personalità, ma la memoria ci sarà, certo, a un livello 
        superiore e globale. Il Sé divino in noi avrà tale memoria e noi con lui 
        e in lui, se lo realizzeremo.
 
 Silvana O.
 Si dice che Buddha, nella notte dell’illuminazione, avesse rivisto tutte 
        le sue 560 vite e a quel punto avesse capito tante cose, superando i limiti 
        che invece noi abbiamo, e diventando quindi l’Illuminato,. La vita è una 
        sola, fatta di tante esperienze, un po' come se fossimo degli attori, 
        che una volta recitano Shakespeare, un'altra Goldoni.....
 
 Vittorio M.
 Ok, brava. Sono queste quindi le personalità temporanee di cui parlavo, 
        Anche tu in questo momento sei un’attrice della tua anima, ma chi scrive 
        la commedia e che ha memoria di tutto il suo intreccio non è l'uno o l'altro 
        attore, ma il suo autore, il suo regista...siamo d'accordo sull'intuizione 
        che sia il Sé divino.
 
 Silvana O.
 Comunque complimenti Vittorio, i quadri di stasera sono bellissimi.
 | 
   
    | 
 1995.05.22 L' uomo in cammino  
        
       | 
   
    |  |  | Il tutto è come un'immensa 
        spirale, portatrice della vita cosmica, dell'amore, della luce, che procede 
        con noi, ma il piccolo uomo in cammino non lo sa e crede di avanzare nell'oscurità. | 
   
    | 
 1995.05.23 Il cammino dell' anima  
        
       | 
   
    |  |  | L'anima è come una grande 
        ala con cui i suoi passi sono guidati, cammina sulle acque e lascia dietro 
        di sé i mille giochi della vita ... | 
   
    | 
 1995.06.03 La tomba  
        
       | 
   
    |  |  | Questa è una rappresentazione 
        molto triste. In un momento di sconforto, ho addirittura immaginato la 
        mia tomba. C'è un grande angelo, che esprime compassione, che prende cura 
        di noi, è la parte più alta di noi stessi. Sotto le sue ali, ci sono due 
        immagini, una è quella della donna che io temevo di perdere, poiché il 
        suo amore si stava smarrendo, e l'altra sono io stesso che mi figuro già 
        in una lapide, morente di dolore. Poi, guardando oggi il quadro, mi hanno 
        colpito queste due braccia, una dell'angelo e l'altra della figura maschile, 
        che sono in una sequenza discendente, di dolore. Come ho detto, questo 
        è appunto un preludio alla divisione, una premonizione di quanto sarebbe 
        accaduto. | 
   
    | 
 
 Vittorio M.
 Pittoricamente tu cosa ne dici di questo quadro? Lo trovi forse un po' 
        formale?
 
 Giorgio F.
 No, c'è sicuramente una fortissima componente che spinge verso il basso, 
        come ha sottolineato anche lei, che è però contrastata dagli impulsi vitali 
        che sono appena accennati dalle pennellate rosa..
 
 Vittorio M.
 ...e dalle ali che vedi nella parte alta del quadro
 
 Giorgio F.
 Tra l’altro l’auto-figurazione di lei morente è tutt'uno con un principio 
        salvifico, vedo che si fondono ambedue in uno stesso corpo e nel suo manto 
        azzurro, non c'è una differenza tra i due. Quindi , diciamo che, a livello 
        formale (la non differenziazione fra i due corpi) e poi anche a livello 
        cromatico (gli impulsi vitali, resi con le pennellate rosa, che si differenziano 
        dal resto) si tende a contrastare sia la pesantezza che il moto discensionale, 
        e si da inoltre maggior valore alla parte più alta della scena, con le 
        grandi ali bianche..
 
 Vittorio M.
 Sto guardando una cosa, che poi questo angelo è doppio sono due persone
 
 Silvana O.
 Eh si, sembra quasi che si bacino. Sono due figure una dietro l'altra 
        ...
 
 Luisa
 Io vedo che non c'è solo un braccio comune all'angelo e all'uomo che sembra 
        scendere, ma c'è anche l'altro braccio dell'angelo che sostiene invece 
        la lapide...
 
 Vittorio M.
 Viene a sostenere la lapide, anche se il gesto sembra continuare nel braccio 
        discendente. Non so se ha però senso distinguere quello che è appunto 
        un continuo. L'angelo, l'uomo e la lapide sono la stessa cosa, io sono 
        sempre istintivamente portato a una fusione fra soggetto e oggetto e a 
        identificarmi con ambedue. Vi ho fatto vedere uno dei miei quadri, con 
        una donna che va alla fonte come si usava una volta per riempire una mezzina....il 
        suo braccio diventava un getto d’acqua, e la sua testa la mezzina.
 | 
   
    | 
 1995.06.05 Il sogno  
        
       | 
   
    | Un intervallo fra tanto dolore. Questo 
        quadro, che per molto tempo ho considerato un quadro minore, anche se 
        fra i maggiori come dimensione, che cos'è? Una bella donna che dorme....però, 
        se si guarda bene, sembra voltarsi e indicare col braccio qualcosa di 
        roseo e vaporoso che sta giungendo verso di lei. Io penso che questo sia 
        un suo sogno, una dimensione fantastica che la donna sta sognando. Ma 
        dov'è? E' sopra il corpo di un essere maschile, non meno misterioso. Più 
        che un uomo, mi fa pensare all'inconscio, non ha volto, è profondamente 
        scuro, non ha nessun rapporto con |  | l'essere femminile...Io 
        spesso leggo su tanti piani il rapporto fra donna e uomo, fra femminile 
        e maschile. Lo leggo come il rapporto fra l'anima e il corpo, oppure come 
        quello fra anima cosciente e inconscio, come morte e vita, o come appunto 
        l'alternanza che abbiamo visto nella storia di Proserpina. Questa donna 
        è poi avvolta in lenzuolo che è azzurro come il cielo. Mi fa pensare infine 
        a un'anima che si stacca dal cadavere e si risveglia in cielo dalla morte, 
        pronta ad entrare in uno spazio di beatitudine. Sarà anche questo un sogno 
        dell'anima? | 
   
    | 
 
 | 
   
    | 
 1995.09.06 Donna moderna  
        
       | 
   
    |  |  | Ecco la donna reale come 
        era invece diventata, incattivita, qualcosa aveva preso il possesso di 
        lei. La creatura mite, dolcissima, che io paragonavo ad una colomba, in 
        realtà è divenuta poi ostile, perchè si è risvegliato in lei l' animus, 
        la sua animosità; non vedeva più in me un oggetto d'amore, anzi una fusione 
        nell' amore ma aveva una sua idea in quanto ai suoi diritti, alla sua 
        strada, ai suoi compiti, e quindi mi vedeva staccato da se stessa... | 
   
    | 
 1995.12.23 Cristo sofferente  
        
       | 
   
    |  |  | Il mio dolore prende l' 
        aspeto di un Cristo coronato di spine. | 
   
    | 
 1996.03.25 La finestra  
        
       | 
   
    |  |  | Questo è un quadro molto 
        tragico, perché è il quadro dell'incomunicabilità. La figura alla finestra 
        ha di fronte a sé un meraviglioso sole di amore, di luce, ma non può vederlo 
        perché è nascosto, anzi è lei che ha il viso nascosto. Se pensiamo al 
        mito di Psiche, ci sembra adesso molto più complesso. L'amore, Eros, era 
        davanti a lei ma è lei che non poteva o non voleva vederlo. Quando poi 
        lo vede, l'amore fugge. E' difficile capire perché il rapporto fra una 
        realtà spirituale e la nostra percezione sia così difficile, deviato. 
        Certe volte vorremmo vederlo, certe volte non vorremmo. Direi che, nella 
        sostanza, abbiamo davanti a noi un velo che ci impedisce veramente di 
        capire, mentre la luce, il calore e l'amore sono proprio a nostra disposizione. 
        Cos'è questo velo? | 
   
    | 
        
 Luisa G
 Mi sorprende che la finestra faccia vedere per metà l'interno di una 
          stanza e per l'altra metà l'esterno. Non so, trovo questa contrapposizione. 
          Dentro c'è una chiusura, fuori l’energia creativa....
 
 Silvana O.
 Può anche essere la contrapposizione tra una notte di tormento, di pensieri, 
          e l'alba di un nuovo giorno
 
 Vittorio M.
 In un certo senso si, anche se lo vedrei su un piano più generale. E' 
          non solo la notte ma l’oscurità di questa persona, del suo mondo , se 
          vuoi, della sua anima, anche se c'è un'aurora rosata all’orizzonte . 
          La cosa che mi colpisce è che, mentre ci si può aspettare che il sole 
          nasca lontano, al di là di questa montagna, esso rotola invece davanti 
          a te, te lo trovi in mano come una palla, che la donna fa quasi il gesto 
          di prendere con una mano ma, nello stesso tempo non lo vede, non può 
          vederlo.
 
 Silvana O.
 Non lo può vedere?
 
 Vittorio M.
 Eh no. perché ha una cortina davanti agli occhi, qualcosa che le impedisce 
          di vedere
 
 Silvana O.
 Posso aggiungere, Vittorio, che sul cuore, cioè sul seno sinistro di 
          questa donna c'è questa spirale che poi si riproduce in grande,....ecco, 
          potrebbe essere il chakra del cuore, è quindi come se, al sorgere di 
          questa nuova alba, tirasse un sospiro, e le si allargasse il cuore
 
 Vittorio M.
 Hai detto bene, c'è senz’altro una profonda consonanza. Nota che io 
          spesso i seni li rappresento come piccole spirali, però qui ce n'è una 
          sola, e dal punto di vista cromatico, di forma e di vicinanza, è proprio 
          in rapporto con l’altra più grande, un rapporto chiarissimo, direi. 
          Che poi alla donna alla finestra le si allarghi il cuore, temo proprio, 
          ahimè, che non sia così... Ho sempre detto che, anche se visualizziamo 
          il sole dello spirito come esterno, esso in realtà è interno. Il quadro 
          sembra dirci che interno ed esterno sono la stessa cosa, anche se vissuti 
          diversamente. A livello profondo di energia, di cuore, questo è percepito, 
          mentre non lo è a livello di intelligenza, di visione...
 
 Silvana O.
 ...non lo vede
 
 Vittorio M.
 Non lo vede, perché la ragione fa da schermo, no? Se è questa è la situazione, 
          la ragione con cui noi crediamo di vedere, di capire, e lo facciamo 
          magari a livello scientifico e strumentale, ci impedisce invece di capire 
          il senso profondo delle cose.
 Silvana O.La mente, mente
 Paolo G.È una deformazione
 Vittorio M....si, deforma tutto: fa vedere dei giochi all’interno della stanza 
          in cui sei chiuso ed altri all'esterno, come
 l'apparente sorgere del sole dietro la montagna. Ma il vero sole, il 
          sole interiore, è proprio davanti a te, e non
 lo vedi! Più che un sole, è anzi una rosa, il fiore della 
          tua fioritura...
 Luisa G.Trovo triste il fatto che l’uomo si vanti della sua intelligenza, 
          mentre poi in realtà, come dicevamo, la ragione
 diventa a volte un grande limite. Se penso alla mia piccola esperienza, 
          ho conosciuto persone che erano
 convinte e cresciute con certe convinzioni che le limitavano moltissimo 
          nel relazionarsi poi con la realtà.
 Quindi questa ragione di cui l’uomo si vanta può essere 
          anche un limite enorme che ci creiamo noi stessi,
 autolimitandoci.
 Vittorio M.Diventa una prigione, anche se non dobbiamo spingerci a condannare la 
          ragione. è solo una questione di
 equilibrio. Quando si legge un quadro, un sogno, o anche ogni altra 
          cosa, dovremmo avere un
 atteggiamento di silenzio, di ascolto, che ci fa veramente udire, e 
          guardare con occhi ugualmente aperti e
 ricettivi che ci fanno veramente vedere, ma senza permettere a dei ragionamenti 
          di sovrapporsi alla
 spontaneità delle nostre impressioni e di condizionarci. Per 
          quanto poi la nostra ragione sia chiara, luminosa,
 dobbiamo rispettare l'oscurità, il mistero, nello stesso modo 
          in cui il sole non deve inaridire con i suoi raggi la
 terra, che deve invece conservare la sua feconda umidità.
 Elisa M.Bisogna anche fare una distinzione, secondo me, tra quella che è 
          la ragione e quella che è l’intelligenza, che
 mi sembra l'esatto contrario della prigione, poiché libera la 
          mente dalla costrizione e dalla paura.
 Paolo G.Intelligenza è un "leggere dentro", come ci dice il 
          senso latino della parola.
 Vittorio M.Sono tante le cose da distinguere, e ne vanno distinti aspetti opposti. 
          Io penso che da una parte ti aprono e
 dall'altra ti chiudono. Tutto è così, anche l’amore, 
          l’amore che ti apre l’orizzonte e subito dopo ti imprigiona,
 non è cosi?
 La finestra che è rappresentata in questo quadro si può 
          anche leggerla come la ragione, come
 un'intelaiatura razionale a tutto quello che abbiamo detto, sul sole 
          interiore, sul chakra, sulla funzione della
 vista. Come credo molto alla relazione fra ragione e sentimento, fra 
          maschile e femminile. e a molte altre per
 analogia, così vedo la complementarità fra una struttura 
          geometrica e il libero fluire di forme, di colori, o di
 suoni.
 Giorgio F.Nell’arte del neoclassicismo, Canova parlava del "sentimento 
          secondo ragione", dove uno non andava a
 prevalere sull’altro, e la ragione non negava la componente del 
          sentimento
 Vittorio M.Io penso che questa complementarietà e unione fra sentimento 
          e ragione sia l’abc dell’arte, come abbiamo
 detto tante volte. Nel nostro tempo sembra invece che questa aurea regola 
          sia stata dimenticata, per
 arrivare a un'arte che vorrebbe essere solo concettuale, ossia privata 
          della sua stessa vita.
 Silvana O.Forse possiamo anche parlare di emisfero cerebrale destro e emisfero 
          sinistro, dove l’emisfero sinistro è
 più legato alla ragione. Quindi, il pianista è con l’emisfero 
          sinistro che impara a leggere uno spartito, a
 segnare il tempo, ecc, poi con l’emisfero destro invece ci mette 
          la sua arte, il suo sentimento, ci vogliono tutti
 e due.
 Vittorio M.Io questa cosa l’ho sentita, ma non la conosco e dovrei farmi 
          tagliare la testa in due per rendermene conto....
 Per il momento, mi limiterei alla mente e al cuore.
 
 | 
   
    | Silvana O. Si perché quelli 
        comunque ce li abbiamo tutti e dobbiamo usarli. | 
   
    | 
 2004.03.16 Separazione  
        
       | 
   
    |  |  | Questo quadro esprime proprio 
        la separazione, da una parte il ricordo dei momenti felici di unione, 
        e dall'altra invece il rimanere soli. Ecco, è successo questo: come ho 
        spiegato prima, dalla fusione iniziale si è passati a un distacco, (gli 
        Indiani lo paragonerebbero alla separazione del latte in panna e siero) 
        , in cui ambedue diventano individualità separate. Si vogliono ancora 
        bene, si amano ancora, ma verrà dopo, non dico un combattimento corpo 
        a corpo ma lo show-down tremendo, che però è quello che prelude ad una 
        catarsi. Prima c’è l’unione, poi c’è la divisione e quindi la catarsi. 
        La catarsi, però, non è sul piano di un ritrovarsi ed essere felici, poiché 
        quello che sul piano fisico è finito, è finito per sempre. Stiamo parlando 
        dell'amore, ma non abbiamo forse visto la stessa cosa parlando di morte 
        e di reincarnazione? Riprendendo il paragone Indiano del latte che si 
        separa, è grazie a questa separazione che si forma il burro, cioè un bene 
        più grande. E' così che la vera catarsi si opererà a un altro livello, 
        il livello dell’anima che scopre la sua divinità e quindi, dopo questa 
        dura esperienza, sarà un pochino più vicina alla fine del cammino, certamente 
        non alla fine, ma un po’ più vicino. | 
   
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 Gerardo P.
 C’era un quadro con il volto di un "Cristo sofferente" sul quale non hai 
        fatto nessun commento.
 
 Vittorio M.
 No, perché non volevo ripetere quanto già detto in precedenza. Io rischio 
        di essere blasfemo, associando dei simboli religiosi a delle esperienze 
        umane, ma ho già spiegato come nel momento in cui io provo un fortissimo 
        dolore, emerge spontaneamente in me la figura del Cristo, come abbiamo 
        visto nelle crocifissioni. Quando si strappa il cuore dentro di noi e 
        incontriamo il dolore, non solo per un amore finito male, ma anche per 
        la perdita di una persona cara, nel momento di questo dolore ti senti 
        vicino a Cristo. Non so se è solo la ricerca di una consolazione a evocare 
        questa figura o se, a livello più profondo, il Cristo sofferente è diventato 
        per noi un archetipo del dolore, e in questo senso lo vediamo nel fondo 
        del nostro stesso dolore.
 
 Gerardo P.
 E’ come quando, al momento estremo, anche gli atei si avvicinano a Dio, 
        diciamo.
 
 Vittorio M.
 Esattamente! Per me è sempre un’espressione centrale, profonda, anche 
        se staccata da un’ottica confessionale. Non so come mai, ma l’ho notato 
        diverse volte, dipingendo una serie di Crocifissioni, tutte nate non da 
        un intento religioso ma da un semplice dolore umano..
 
 Silvana O.
 Secondo te deve essere per forza una proiezione l'amore? Non ci può essere 
        un amore senza proiezione? cioè non proiettando la propria anima nell'altro 
        ma prendendo l'altro...
 
 Vittorio M.
 Un momento di maturazione ci può essere, un riconoscere e accettare l'altro...Gibran 
        diceva molto bene che due amanti devono essere come due colonne di un 
        tempio, vicine ma anche a una certa distanza una dall'altra, mentre nell'amore 
        che abbiamo visto è come se una colonna volesse entrare nell'altra, creando 
        un corto circuito...Io penso che su un piano di maturazione, ci possa 
        essere un'arte del capirsi, conservando ognuno la propria personalità 
        pur amando l'altro. Quando invece l'amore viene vissuto come fusione totale 
        si brucia. Una è una strada di condivisione e reciproco supporto, l'altra 
        somiglia più a un dramma ma è quella che ha creato la grande poesia, l'arte. 
        Sono modi diversi, nella vita si possono incontrare entrambi.
 Cambiando discorso, qui si parla molto di psicologia, grazie anche a Silvana, 
        che è psicologa, ma nessuno parla mai di arte, adesso provoco Giorgio.....
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        Giorgio F. 
        io volevo intervenire facendo proprio una domanda a Silvana che, su diversi 
        quadri ha detto: "come sono belli, bellissimi". Ora io vorrei sapere su 
        quale base tu dai questo giudizio? può essere anche uno spunto per fare 
        un'analisi dei quadri di Vittorio.
         
        Silvana O. 
        sui quadri scomposti avrei delle riserve, ma mi prende di più questo genere 
        di quadri, ce ne sono tanti ma credo che una costante sia che mi danno 
        serenità. Mentre cioè non riesco a cogliere quello che Vittorio dice sulla 
        separazione, la sofferenza, ci sono dei suoi quadri che mi danno invece 
        un senso di unione,di serenità, con questi colori così...mi piacciono 
        molto
         
        Giorgio F. 
        Ti piace la loro gamma cromatica, a me invece piacciono moltissimo i quadri 
        scomposti, però vedo che stasera c'è una netta diversità fra le opere 
        che vediamo: quando Vittorio parla di amore e di unione e lo esprime in 
        un determinato modo, e quando ci sono invece dei momenti diciamo disforici 
        che vengono espressi con la scomposizione, in cui ovviamente non hai l'unione 
        ma delle parti divise. Noterei che esse sono dipinte con superfici piatte. 
        Nei quadri che abbiamo invece visto stasera in cui Vittorio parla di vuoto, 
        è vero che c'è un vuoto ma in realtà è un vuoto pienissimo, è un vuoto 
        tridimensionale che spesso è una luce. Nei quadri che esprimono questa 
        unione, Vittorio va a delineare questo vuoto con delle forme, disegnando 
        le mani come se chiudessero un cerchio, Nei momenti positivi il vuoto 
        è anche luce, è uno spazio, in cui le persone vanno a congiungersi, mentre 
        nei momenti negativi la separazione si esprime con qualcosa di piatto. 
        Sono due linguaggi diversi.
         
        Vittorio M. 
        Il vuoto possiamo anche immaginarlo come pieno di cose invisibili. Shakespeare 
        diceva che "fra cielo e terra ci sono molte più cose che l'uomo non possa 
        immaginare"
         
        Paolo G. 
        ...e sono magari le cose veramente reali! lo diceva anche William Godwin 
        : "le cose invisibili sono le sole reali"
         
        Vittorio M. 
        Lo credo profondamente anch'io
         
        Paolo G. 
        E’ una dei temi centrali della tua opera…la centralità del vuoto…. 
		 
        il dibattito può proseguire on line scrivendoci: arcadelduomo@gmail.com |