Presentazione dei Quadri e Dibattito - Incontro n° 19
|
1993.09.03 Onda di amore
|
|
|
E' uno dei primi quadri
di un nuovo amore, che giungeva come un'onda leggera, come una brezza.
una luce. Ma fin dall’inizio se ne può vedere l’aspetto oscuro che sembra
seguirlo come un'onda scura. Nella nostra vita, sembra che non sia possibile
concepire niente di bello e di luminoso senza che, più o meno nascosto,
magari allo stato embrionale, non ci sia qualcosa di brutto, oscuro. Viviamo
sempre questa dualità. |
1993.10 Il lago
|
|
|
Questo quadro è invece il
primo in cui io raffiguro questo amore. E' Psiche? Ci sono tanti altri
quadri in cui si vede un angelo che parla all’anima, un angelo che è la
nostra parte più bella che parla a noi stessi, alla nostra parte oscura,
ma il suo messaggio non viene accettato. Quante volte, purtroppo, l’angelo
parla all’uomo ma questi si volta dall’altra parte: l'uomo che sono io
stesso, ma in cui riconosco l’atteggiamento normale della condizione umana.
L'ultima volta abbiamo però visto un quadro, in cui finalmente l'anima
non si voltava, ma guardava l’angelo: era già un incontro, anche se l'anima
aveva il viso del tutto impastato. Si direbbe che, anche quando l’anima
umana si rivolge al divino e lo riconosce, vuole dialogare con esso, non
può farlo, non può neanche vederlo. In questo caso, invece, i due visi
sono ambedue leggibili, anzi l’angelo assomiglia moltissimo all’anima
dell’uomo e quindi c’è subito un riconoscimento, un'identificazione. Il
quadro è poi legato a fatti contingenti, possiamo vedere un lago, delle
montagne, relativi al luogo dove è nato questo amore, e poi c’è una colomba…che
non ho mai capito perché fosse nel quadro, ma adesso lo vedo: è in qualche
modo un simbolo inconscio della grande purezza di questa creatura, una
purezza eccezionale, così almeno io la percepivo. |
1994.01.17 La potenza dell' amore
|
|
|
E' un modo particolare di
rappresentare un incontro d'amore. C'è un vuoto, una centralità, una potenzialità
dell'essere, intorno alla quale ci sono due figure, una maschile e l'altra
femminile. E' come se insieme realizzassero il vuoto, ne accendessero
la luce. I corpi sono pieni di vigoria, con tutta la forza dell'amore
ai suoi inizi. |
Silvana O.
Ma come mai hai rappresentato le braccia in questo modo?
Vittorio M.
Un braccio è un fallo, che si leva davanti al corpo della donna amata.
E' naturale... posso dire che è stato del tutto inconscio rappresentare
in questo modo la potenza dell'amore, che dà il titolo al quadro.
|
1994.02.14 Il sogno
|
|
|
Due figure sono intorno
al vuoto..abbiamo parlato tante volte del vuoto: è il centro dell'essere.
Le due figure, una maschile e l'altra femminile, non sono necessariamente
due figure reali o lo sono solo in parte. Potrebbero essere l'inconscio
e l'anima durante il sonno; la figura femminile è infatti dormiente, diciamo
che c'è un senso di completo abbandono nelle braccia di un potere sconosciuto,
e cieco. In fin dei conti - lo vedo solo in questo momento - il rapporto
fra Eros e Psiche non è molto diverso. Psiche doveva abbandonarsi ad Eros
che non aveva volto, questo loro amore era in uno stato di incoscienza,
di assenza di personalità. In questa situazione il vero soggetto non è
quindi né Eros né Psiche ma è il vuoto, cioè il divino che è al centro,
divino che in questa pittura si accompagna sempre all'idea della spirale
come generatrice della vita, del movimento cosmico. Abbiamo notato altre
volte, guardando il vuoto dei quadri, che esso prende una forma che è
proprio il negativo delle figure, come se la realtà fosse il vuoto, mentre
tto quello che volete, vengono prodotti dal vuoto come una sua emanazione.
|
Silvana O .
...per me è bellissimo.
|
1994.07.24 La porta
|
|
|
Un'altra espressione del
vuoto. E' un quadro di qualche anno dopo, il vuoto come possibilità, come
porta. Se un uomo vuol seguire un cammino interiore, quello che Jung chiama
il cammino di individuazione, il cammino verso la realizzazione spirituale,
può visualizzarla come il centro vuoto del suo essere ma anche come porta
di accesso a un'altra dimensione. Vediamo quindi questa porta, che si
apre su un cielo rosa, poiché è nello stesso tempo un messaggio di aurora,
una di quelle aurore che abbiamo visto in altri incontri. Ci sono poi
altre cose nel quadro, i marosi, le onde della vita , c'è poi questa specie
di solespirale, sempre presente come un principio spirituale, e c'è infine
una figura femminile che, in qualche modo, evoca le forze della vita.
Vedremo poi cosa sarà successo alcuni anni dopo, quando questo stesso
quadro sarà rifatto in modo drammatico, e il gesto della figura prenderà
tutt'altro senso. |
1994.03.10 La Nascita
|
Parliamo ad esso dell'unione
e dei quadri in cui essa si è espressa. In questo, a dire il vero, si
va molto al di là dell'unione fra due persone, lui e lei, ma è una nascita...
ma come, si sono appena conosciuti...E' un evento diverso da quello che
si immagina perché non è che nasca un bambino da questa unione: si vuol
forse dire, è questo il suo significato, che l'unione fra l'uomo e la
donna, il cammino dell'amore, porta alla nascita spirituale. Allora questo
essere umano a terra, che potrebbe essere caduto, addormentato o morto,
viene sollevato da questa coppia che gli trasmette la vita e nello stesso
tempo dall'angelo che con un braccio lo attrae a sé e con l'altro raggiunge
la coppia, con un gesto che sembra di benedizione. La cosa essenziale
da ritenere, a parte le figurazioni, è la circolarità: il divino dà la
vita agli essere umani, gli esseri umani la trasmettono, |
|
anche attraverso la morte,
che appare come un anello
di congiunzione fra l'umano e il divino. Si vedono poi tante piccole teste,
potrebbero essere anime ansiose di reincarnarsi o, al contrario, precedenti
incarnazioni. A parte la trasmissione fisica della vita, è soprattutto
una speranza di nascita spirituale che si legge nella figura dell'uomo
sollevato o addirittura resuscitato dall'angelo, per divenire l'angelo
stesso. Non solo circolarità, ma ascensione del tutto.. Per qualche
strano mistero, nei quadri in cui si collega il divino e l'umano è
raro che essi siano rappresentati da due volti. In questo caso c'è
il volto dell'angelo e non c'è invece il volto delle persone: forse
esse non sono individuate perché sono a mio avviso solo funzionali
a un processo in cui il vero protagonista è l'angelo, ossia il
divino. |
|
1994.03.13 Benedizione
|
|
|
Un quadro di tempo dopo,
che indica ancora questa idea di unione, quasi in uno spirito di santificazione,
e si ricollega a una certa lettura che abbiamo fatto in un altro incontro
dell'amore che crea. E' una mia strana idea, la ripeto perché alcuni non
c'erano, che un uomo che ama una donna in qualche modo la crea, perché
uno crea quello che ama e viceversa uno ama quello che crea. Quindi il
gesto della creazione, il gesto di Dio "che ha fatto il mondo", se uno
lo vuole simboleggiare con queste parole anche se la creazione è molto
più complessa, è appunto un gesto di amore: Dio ha amato il mondo ed è
amandolo che lo ha creato ... |
Elisa M.
Scusa Vittorio, a proposito di questo quadro dell'amore
che crea, tu crei la donna, ma non ti sei mai chiesto se non può essere
vero anche il contrario?
Vittorio M. Come dicevo prima, l'uomo vede l'anima
al femminile, mentre voi donne la vedete al maschile, quindi io dico che
l'uomo, il creatore, crea l'anima, immaginando che queste figure siano
una maschio e l'altra femmina, ma sono del tutto d'accordo che può essere
una visione particolare, molto maschilista. Dio può essere anche concepito
come la grande madre, se vuoi, creatrice del maschile. Però, ci sarebbe
molto da ragionare, non per stabilire un rapporto gerarchico, o da causa
a effetto, ma, per esempio, il sole, volendo dargli un sesso, lo considereresti
femminile o maschile? Maschile, mi dirai, mentre potresti considerare
femminile la terra, la terra che è una madre, quindi non è che le cose
possano essere indifferentemente invertite, perché è la terra che gira
intorno al sole, è il sole che scalda e feconda la terra e non viceversa.
Silvana O.
Si, ma lo sai che per gli antichi Egizi la terra era
Geb, era maschile, mentre il cielo era Nut ed era femminile? Ecco perché
si sono fatti gli obelischi, come espressione del maschile della terra.
E' la terra che, per mezzo dell'obelisco, può fecondare il cielo. Penso
anche ai campanili e alle chiese...
|
Vittorio M.
Mi fai pensare a un quadro mostrato nell'ultimo incontro (1993.05.20 L'insostenibile
leggerezza dell'essere), in cui tu non c'eri, e che può essere proprio
riferito alla mitologia di cui parli. Ci sono nel quadro diversi piani
di lettura. Uno è autobiografico:un amore irraggiungibile, l'uomo affranto,
una non-comunicazione, vedi che sono colori strani, discordanti, messaggi
che non arrivano, capricci ecc Ma l'altro, che mi è apparso riguardandolo
solo giorni fa, è che questa è proprio la dea Nut, la dea del cielo, mentre
l'uomo è la terra, e nel mezzo c'è lo spazio in cui accadono tutte queste
cose.....
|
|
|
1994.03 Il Concepimento
1995.03.08 Il Concepimento
|
|
|
Questo quadro è stato dipinto
in due tempi. Il suo soggetto è il rapporto fra un uomo e una donna, così
uniti che i loro corpi formano un unico corpo. Fra le due figure si genera
uno spazio vuoto in cui entra il braccio dell'uomo come se il suo fallo
entrasse nella cavità femminile. C'è una luce nel centro della composizione,
con una spirale che, da un centro di luce, si allarga all'intero quadro.
La prima versione ci fa vedere tutto questo in un modo molto sereno, quasi
naif. La seconda invece è molto più intensa perché, dopo il primo quadro,
è accaduto qualcosa di importante. A un tenero incontro di amore è seguita
una gravidanza: se ne vede l'embrione nel ventre della donna. E' poi sparita
la testa della donna, mentre quella dell'uomo ha perso i lineamenti e
appare oscura, pensosa. C'è anche un aspetto generale, cosmico. Nel grembo
della notte, vedete un arco, una cupola di oscurità, in cui nasce una
vita dall'unione di due esseri, l'uomo e la donna. Essi sono fusi uno
con l'altro come nel quadro di un altro periodo (1990 Il corpo e l'anima,
Incontro n.17) ma allora la figura femminile mi faceva pensare all'anima
che si separava dal corpo mentre qui....ma no, anche qui accade la stessa
cosa, anche se io non me rendevo conto. Nel momento in cui si generava
una nuova creatura, già la mia donna si staccava da me. In un momento
di unione, già si preannunciava la separazione come, nel momento che preludeva
alla nascita, già era presente un annuncio di morte. Ecco perché questo
quadro è così drammatico. |
Giorgio F.
Prevale l'elemento scuro e anche i visi sono in ombra, non sono rischiarati
dalla luce centrale. I colori hanno sempre un valore culturale simbolico,
qui il nero lo è per forza di cose
Silvana O.
Si può leggere il nero come la notte, nero come l'inconscio,o come un momento
di incontro sessuale che normalmente avviene nell'oscurità...
Vittorio M.
Non c'è più personalità, vedete che sono scomparse le facce? Nel momento
dell'orgasmo usciamo da noi stessi, questo è il suo grande valore, è la
sola cosa nell'esistenza che permette di uscire dalla chiusura della nostra
persona. Che la vita nasca proprio nel momento in cui usciamo da noi stessi,
è straordinario. La stessa cosa accade nella creazione artistica. Un vero
artista non farà mai un buon quadro se ne sarà conscio e dipingerà i dettagli
della sua personalità proiettata, mentre invece nel momento in cui perderà
completamente se stesso nell'opera inconscia, li sarà veramente un grande
artista. Non parlo dell'inconscio spazzatura, pieno di frammenti e detriti
alla deriva, ma dell'inconscio. che è il fondo dell'essere. La voce divina
opera dall'inconscio..,devi dimenticare completamente te stesso quando ami
e quando crei, amare e creare sono la stessa cosa
Luisa G.
bisogna avere questa capacità di lasciarsi andare...siamo sempre un po'
pilotati da noi stessi, è difficile..
Vittorio M.
E' una cosa misteriosa, bisogna lasciarsi andare come dici te, però nello
stesso tempo bisogna rimanere consapevoli. Tante volte noi ci innamoriamo
delle nostre opere ma, se abbiamo il coraggio di buttarle via, trasgredendole
o perfino rovinandole (Michelangelo che si sveglia la notte, prende lo scalpello...
guarda come ha ridotto la Pietà Rondanini ...) non voglio certo paragonarmi
a lui ma solo dire che bisogna essere superiori alla propria opera, se vogliamo
che essa vada al di là della nostra personalità e sia autentica.
|
Silvana O.
Però, guardando un altro quadro (1994.02.14 Il Sogno) mi sembra molto più
bello, luminoso.....
Vittorio M.
E' dipinto in un momento di felicità, mentre il "Concepimento" viene da
un momento di grande travaglio, come dice il soggetto stesso. Può sembrare
strano di evocare la morte in un atto di amore ma un uomo, quando prova
l'orgasmo, prova proprio un senso di morte, è la vita che esce da lui. In
fondo, la reincarnazione a cui noi crediamo, tante volte in un modo un po'
troppo temporale, immaginando che si rinasca magari dopo qualche secolo,
può essere invece tutt'altro: non sarà forse che è nel momento della morte
che si nasce?. Se guardate un albero, infatti, nel momento in cui cadono
le foglie, sotto la foglia che cade c'è subito la piccola gemma di quella
che nascerà.
Il momento della fecondazione è sentito come un momento anche di morte,
o della perdita della personalità che avviene con la morte. Lo mostra il
fatto che la testa della madre non c'è più, è la madre terra che crea, è
la maternità in sé, non una persona. L'uomo sembra conservare una personalità
ma anche lui non ha volto, è completamente oscuro. Nel momento dell'orgasmo
io penso che nessuno dei due sia se stesso, tutti e due sono persi, ed è
questa la sua bellezza.. |
1994.02.13 Il giardino dell'Eden
|
Vediamo adesso dei quadri che esprimono
alcuni aspetti della relazione. Questo è uno dei più significativi ed
ha avuto anch'esso un'evoluzione nel tempo. L'altra volta Gerardo era
stupito che io avessi fatto in un certo periodo dei quadri scomposti in
pezzi e si chiedeva come mai fossero divisi, e abbiamo convenuto che era
una specie di marcia in più, con cui si smontava il quadro iniziale per
mettere l'accento su una finalità espressiva. Un altro modo di far evolvere
i quadri è questo: i quadri di un periodo felice, che vi faccio vedere
adesso, sono stati rifusi anni dopo in un periodo infelice, senza essere
traditi ma approfonditi, drammatizzati. Così questo quadro lo rivedremo,
come altri quadri che vi ho mostrato, completamente trasformato. Per il
momento registra un incanto, al punto di identificarne le due figure come
Adamo ed Eva nel paradiso terrestre, con tanto di mela, il frutto proibito,
e di colomba che simboleggia lo spirito divino,
|
|
però il perché l'anima sia così turbata, il perché l'uomo sia
dall'altra parte dell'albero, il perché l'albero sia un fiume, fa pensare
molto... Mi è accaduto di scrivere diversi testi su questo quadro, secondo
tante interpretazioni che se ne possono dare, che però vedremo appieno
nella sua ultima edizione. Un'interpretazione che già possiamo cominciare
a vedere insieme, è appunto che l'albero è rappresentato come un fiume.
Un fiume è un elemento di collegamento ma anche di distacco, c'è sempre
questa dualità fra uomo e donna, fra maschile e femminile, sono due principi
divisi, diversi, qualche volta nemici, e l'impulso a ricongiungerli in
un'unità non si segue senza tensioni, talvolta tragiche. Se la nascita
somiglia in qualche modo alla morte, accade che l'unione somigli alla
divisione e perfino, anche se non ancora, che l'amore somigli all'odio.
|
|
Silvana O.
questo mi fa venire in mente il sangue arterioso che è blu, quindi l'albero
della vita, l'albero-fiume, è anche il, fiume della vita che scorre in
noi. La contrapposizione fra uomo e donna, maschile e femminile, mi fa
pensare alle correnti energetiche che passano lungo la colonna vertebrale,
la centrale si chiama shusumna, e le due correnti alternate, maschio e
femmina, si chiamano. ida e tingala, quindi la tua immagine è ancora di
più l'albero della vita, fatto di queste tre energie..
Vittorio M
Io non sono arrivato fino a questi particolari, ma tu hai ben completato
il lavoro
|
1994.06.06 L'Enigma
|
|
|
Qui la relazione comincia
ad essere una non-relazione, una non-comunicazione. E' su piani diversi,
qui l'uomo guarda la donna, la tiene per mano, la idealizza, la sostiene
in qualche modo, però la donna è diventata distaccata e misteriosa...voi
vi stupirete ma, per un uomo, la donna è qualcosa di estremamente misterioso.
Non arriveremo mai a capirvi, lo stesso forse siamo noi per voi donne.
Quindi magari una donna ha dentro di sé un pensiero, anche banale, ma
per noi diventa una tragedia perché immaginiamo chissà che catastrofe,
chissà che straordinario mistero. Jung parlava di questo mistero, sostanzialmente
vuoto, con l'irrefrenabile bisogno dell'uomo di caderci dentro! Il quadro
mostra diversi livelli: l'uomo, il principio maschile, è nell'oscurità
e lo è anche il principio femminile, però a un livello più alto. La donna
sembra emergere da un mare, è il mare delle emozioni inconsce, della sensualità,
si intravede in esso il corpo come fosse nell'acqua, da cui emerge come
Venere dalle acque. Se in questo mare si formano il corpo e la sensualità
femminile, dalla parte opposta c'è il cielo con angeli in volo: è la rappresentazione
di profonde complementarie tà ma anche della loro separazione. |
1994.06.21 Crisi
|
|
|
Lo si vede anche qua. Io
percepivo molt issimo, pur vivendo ancora in un periodo felice, l'immanenza
della sua fine. In questo quadro, la seduzione del corpo della mia amata
si accompagna come a un suo taglio, magari sotto l'effetto di qualche
dissidio che si era prodotto. Anche degli eventi banali mi portavano a
risentire un'emozione fortissima, forse perché il nostro rapporto era
completo e intenso su tutti i piani: fisico, emotivo e spirituale. |
1994.02.08 Liberazione
|
|
|
E' questo un periodo di
grande idealizzazione. L'anima si libera dal corpo, le sue braccia diventano
ali, mentre da una parte c'è la morte e, dall'altra, un essere spirituale,
il Sé, che l'accoglie. E' Psiche che si libera della sua natura terrena
per realizzarsi come spirito? C'è Eros accanto a lei ad accoglierla fra
gli Dei? ma cosa potremmo dire di Venere qualora volessimo identificarla
con la triste figura a sinistra? forse che Venere, che ci dona l'amore
e la vita, ci lega nello stesso tempo alla morte? Eros e Tanatos?
|
1994.03.17 L'Angelo e il Fiore
|
|
|
Qui il distacco è interpretato
diversamente. E' come se ci fosse una coppia, lei è nelle braccia di lui
ma, se vogliamo portare l'evento su un altro piano, vediamo che una sua
parte è invece immersa in una grande oscurità.
E' l'oscurità della condizione umana, o anche dell'inconscio o infine
della morte. Distinguiamo anzi un corpo ancora vivo e fiorente da un'anima
che è invece passata in un'altra dimensione, quella appunto della morte,
vera o iniziatica. Immaginiamo ora che, da questo stato, essa si risvegli
a una luce spirituale, che diventi un angelo, e che questi porti con sé
il fiore della vita, il fiore dell'amore. |
1994.07.24 L'adorazione della donna amata
|
|
|
Un quadro che esprime la
mia adorazione per la donna amata, ma che ha anche il significato più
profondo dell'aspirazione dell'uomo, immerso nell'oscurità, alla luce,
alla trascendenza. C'è in alto una spirale di luce che nasce proprio dal
volto velato dell'amata. Perché è velato? Perché il centro dell'essere
deve rimanere un mistero?
Questo significato spirituale non ha però salvato il quadro da un rifacimento
drammatico degli anni seguenti, quando l'idealizzazione della donna amata
si è rovesciata in una crudele esperienza di abbandono. |
1994.11 La chiocciola
|
|
|
L'anima vive nel suo mondo,
è intenta alla sua interiore armonia. Al di fuori di questa c'è
poi una congerie di oggetti, c'è il mondo reale, il mondo esterno,
oggetti, utensili, vuote conchiglie di vite trascorse, da cui sembra che
l'anima cerchi di liberarsi, spogliandosi della sua carnalità,
per raggiungere il suo centro di luce, dove nasce la spirale dell'essere. |
1997.02.23 L'Aurora interiore
|
|
|
Questo quadro l'abbiamo
già visto agli inizi, è il quadroicona del Seminario. Vorrei ancora una
volta far notare, per chi non c'era ai primi incontri, che quest'anima
guarda in se stessa e trova nel suo centro l'aurora, la luce. Ci sono
poi questi gesti, da una parte il suo braccio e dall'altra invece un braccio
che non è il suo ma che viene, diciamo, da un'altra dimensione, un braccio
che tutto abbraccia e la cui mano va a toccare la sua. C'è quindi un'unione
fra questo guardare in sé dell'anima e il trovare nello stesso tempo un
punto di contatto, di amore, di energia, con qualcosa di superiore ad
essa che è, se si vuole, la sua vera e divina realtà. |
1994.01.19 Figura
|
|
|
Dopo questa idealizzazione,
viene all'improvviso la solitudine. Non parlo del momento in cui uno rimane
solo, parlo proprio del momento in cui, durante l'amore, nasce la solitudine. |
1994.01.19 L'isola
|
|
|
Ritorna il difficile rapporto
dell'uomo con l'angelo...L'angelo arriva pieno di amore, e l'uomo, non
solo guarda dall'altra parte, ma è diventato tutt'uno con una montagna
scura: questo è il mio mondo, c'è anche un tempio, è tutta la mia vita,
si erge come una roccaforte al di là della quale c'è un cielo tempestoso
e un mare in tempesta. E dire che dall'altra parte splende invece un meraviglioso
sole, nel cielo rosa dell'aurora. E' proprio una singolare visione, con
una fortissima dicotomia fra ombra e luce. Il centro della luce è il sole
splendente ma, sotto di esso, c'è anche un altro centro: l'isola dell'ego
che si crede appunto un'isola. |
1994.12.17 Anima
|
|
|
Questo è uno dei quadri
che, secondo me, meglio identificano lo stato dell'anima umana. Ancora
una volta, come purtroppo ho detto centinaia di volte, il volto è oscuro
perché noi non abbiamo conoscenza, viviamo nell'ignoranza, poi si vede
il rosa che ha questo significato di aurora incipiente, si vede la scala
che ci può portare a un'evoluzione, a un'ascesa, la porta attraverso cui
potremo arrivare a un'altra realtà; si vede la vita; i seni della donna
sono come delle piccole spirali generatrici di vita; e poi c' è il caos
del mondo, la confusione, tutto quello che ci circonda e che è anzi in
noi stessi...... Questo è lo stato dell'arte. |
1995.01.09 La mia donna, la mia anima
|
|
|
Questo quadro l'abbiamo
già visto agli inizi, è il quadroicona del Seminario. Vorrei ancora una
volta far notare, per chi non c'era ai primi incontri, che quest'anima
guarda in se stessa e trova nel suo centro l'aurora, la luce. Ci sono
poi questi gesti, da una parte il suo braccio e dall'altra invece un braccio
che non è il suo ma che viene, diciamo, da un'altra dimensione, un braccio
che tutto abbraccia e la cui mano va a toccare la sua. C'è quindi un'unione
fra questo guardare in sé dell'anima e il trovare nello stesso tempo un
punto di contatto, di amore, di energia, con qualcosa di superiore ad
essa che è, se si vuole, la sua vera e divina realtà. |
1995.03 L'anima e la personalità
|
|
|
Questo quadro introduce
un altro tema. Quando noi pensiamo all'anima, normalmente proiettiamo
un'immagine, quella della persona amata,. In questo caso l'anima, o lo
spirito in generale, è rappresentato invece come una forma astratta, una
forma che si incrocia, che poi diventa una spirale, che poi diventa un'ala....
mentre, accanto, si vede un personaggio, che è la personalità, l'ego se
volete. E' molto distinto dall'anima, sono due cose completamente diverse.
Una è un essere spirituale in evoluzione, l'altro è una forma fisica,
strumentale, che ha preso questa incarnazione, in questa vita. |
Vittorio M.
Questa rappresentazione non vi dice nulla sulla distinzione che è fatta
tra un principio spirituale e la personalità? Siamo tutti coscienti del
fatto che morendo, per quanto non sappiamo esattamente cosa accada, la
nostra personalità muore?
Silvana O.
Mica tanto, non sono d’accordo ...
Vittorio M.
Lo so, l’ho detto apposta per provocarti, ma la personalità è il risultato
di un carattere, dei cromosomi che mi hanno trasmesso mio padre e mia
madre, di come poi l’ambiente mi ha formato, operando una fusione con
lo spirito che è entrato in me. E' una cosa estremamente complessa e quando
si muore penso che essa si perda, a meno di conservarne una memoria a
un altro livello...E' un discorso più ampio, ma una persona che è morta
proprio non c'è più; quando poi rinascerà, se rinascerà, sarà un altro
corpo, saranno altri genitori, sarà un'altra personalità.
Silvana O.
Non sono d’accordo Vittorio, almeno per quella che è la mia esperienza,
il mio lavoro. E' certo che il corpo fisico si stacca e torna alla terra,
il corpo fisico non tornerà più, però la memoria rimarrà. Adesso che ci
sono i computer, si potrebbe fare una metafora con essi, oppure si potrebbe
farla anche con tutti i razzi spaziali che vanno sulla luna, c'è una parte
pesante che si perde, poi ce n'è un'altra parte che continua ad andare
verso la luna, poi si staccherà un altro pezzo,....Così, di quella che
noi chiamiamo psiche, o anche personalità, rimane la memoria, la parte
spirituale, quella più alta che deve tornare a Dio, con la memoria di
tutta una vita...la vita è una, fatta di tante cose, di tante nascite,
di tante morti... |
Vittorio M.
Di questo sono convinto ma, se posso fare un'altra metafora, quella dell'albero,
esso ha memoria di tutto il suo sviluppo (basta guardare gli anelli del
suo tronco) ma non è che una foglia abbia la memoria di un'altra foglia.
Così non penso che una personalità, che vedo come una foglia, abbia memoria
di altre precedenti personalità, ma la memoria ci sarà, certo, a un livello
superiore e globale. Il Sé divino in noi avrà tale memoria e noi con lui
e in lui, se lo realizzeremo.
Silvana O.
Si dice che Buddha, nella notte dell’illuminazione, avesse rivisto tutte
le sue 560 vite e a quel punto avesse capito tante cose, superando i limiti
che invece noi abbiamo, e diventando quindi l’Illuminato,. La vita è una
sola, fatta di tante esperienze, un po' come se fossimo degli attori,
che una volta recitano Shakespeare, un'altra Goldoni.....
Vittorio M.
Ok, brava. Sono queste quindi le personalità temporanee di cui parlavo,
Anche tu in questo momento sei un’attrice della tua anima, ma chi scrive
la commedia e che ha memoria di tutto il suo intreccio non è l'uno o l'altro
attore, ma il suo autore, il suo regista...siamo d'accordo sull'intuizione
che sia il Sé divino.
Silvana O.
Comunque complimenti Vittorio, i quadri di stasera sono bellissimi.
|
1995.05.22 L' uomo in cammino
|
|
|
Il tutto è come un'immensa
spirale, portatrice della vita cosmica, dell'amore, della luce, che procede
con noi, ma il piccolo uomo in cammino non lo sa e crede di avanzare nell'oscurità. |
1995.05.23 Il cammino dell' anima
|
|
|
L'anima è come una grande
ala con cui i suoi passi sono guidati, cammina sulle acque e lascia dietro
di sé i mille giochi della vita ... |
1995.06.03 La tomba
|
|
|
Questa è una rappresentazione
molto triste. In un momento di sconforto, ho addirittura immaginato la
mia tomba. C'è un grande angelo, che esprime compassione, che prende cura
di noi, è la parte più alta di noi stessi. Sotto le sue ali, ci sono due
immagini, una è quella della donna che io temevo di perdere, poiché il
suo amore si stava smarrendo, e l'altra sono io stesso che mi figuro già
in una lapide, morente di dolore. Poi, guardando oggi il quadro, mi hanno
colpito queste due braccia, una dell'angelo e l'altra della figura maschile,
che sono in una sequenza discendente, di dolore. Come ho detto, questo
è appunto un preludio alla divisione, una premonizione di quanto sarebbe
accaduto. |
Vittorio M.
Pittoricamente tu cosa ne dici di questo quadro? Lo trovi forse un po'
formale?
Giorgio F.
No, c'è sicuramente una fortissima componente che spinge verso il basso,
come ha sottolineato anche lei, che è però contrastata dagli impulsi vitali
che sono appena accennati dalle pennellate rosa..
Vittorio M.
...e dalle ali che vedi nella parte alta del quadro
Giorgio F.
Tra l’altro l’auto-figurazione di lei morente è tutt'uno con un principio
salvifico, vedo che si fondono ambedue in uno stesso corpo e nel suo manto
azzurro, non c'è una differenza tra i due. Quindi , diciamo che, a livello
formale (la non differenziazione fra i due corpi) e poi anche a livello
cromatico (gli impulsi vitali, resi con le pennellate rosa, che si differenziano
dal resto) si tende a contrastare sia la pesantezza che il moto discensionale,
e si da inoltre maggior valore alla parte più alta della scena, con le
grandi ali bianche..
Vittorio M.
Sto guardando una cosa, che poi questo angelo è doppio sono due persone
Silvana O.
Eh si, sembra quasi che si bacino. Sono due figure una dietro l'altra
...
Luisa
Io vedo che non c'è solo un braccio comune all'angelo e all'uomo che sembra
scendere, ma c'è anche l'altro braccio dell'angelo che sostiene invece
la lapide...
Vittorio M.
Viene a sostenere la lapide, anche se il gesto sembra continuare nel braccio
discendente. Non so se ha però senso distinguere quello che è appunto
un continuo. L'angelo, l'uomo e la lapide sono la stessa cosa, io sono
sempre istintivamente portato a una fusione fra soggetto e oggetto e a
identificarmi con ambedue. Vi ho fatto vedere uno dei miei quadri, con
una donna che va alla fonte come si usava una volta per riempire una mezzina....il
suo braccio diventava un getto d’acqua, e la sua testa la mezzina.
|
1995.06.05 Il sogno
|
Un intervallo fra tanto dolore. Questo
quadro, che per molto tempo ho considerato un quadro minore, anche se
fra i maggiori come dimensione, che cos'è? Una bella donna che dorme....però,
se si guarda bene, sembra voltarsi e indicare col braccio qualcosa di
roseo e vaporoso che sta giungendo verso di lei. Io penso che questo sia
un suo sogno, una dimensione fantastica che la donna sta sognando. Ma
dov'è? E' sopra il corpo di un essere maschile, non meno misterioso. Più
che un uomo, mi fa pensare all'inconscio, non ha volto, è profondamente
scuro, non ha nessun rapporto con |
|
l'essere femminile...Io
spesso leggo su tanti piani il rapporto fra donna e uomo, fra femminile
e maschile. Lo leggo come il rapporto fra l'anima e il corpo, oppure come
quello fra anima cosciente e inconscio, come morte e vita, o come appunto
l'alternanza che abbiamo visto nella storia di Proserpina. Questa donna
è poi avvolta in lenzuolo che è azzurro come il cielo. Mi fa pensare infine
a un'anima che si stacca dal cadavere e si risveglia in cielo dalla morte,
pronta ad entrare in uno spazio di beatitudine. Sarà anche questo un sogno
dell'anima? |
|
1995.09.06 Donna moderna
|
|
|
Ecco la donna reale come
era invece diventata, incattivita, qualcosa aveva preso il possesso di
lei. La creatura mite, dolcissima, che io paragonavo ad una colomba, in
realtà è divenuta poi ostile, perchè si è risvegliato in lei l' animus,
la sua animosità; non vedeva più in me un oggetto d'amore, anzi una fusione
nell' amore ma aveva una sua idea in quanto ai suoi diritti, alla sua
strada, ai suoi compiti, e quindi mi vedeva staccato da se stessa... |
1995.12.23 Cristo sofferente
|
|
|
Il mio dolore prende l'
aspeto di un Cristo coronato di spine. |
1996.03.25 La finestra
|
|
|
Questo è un quadro molto
tragico, perché è il quadro dell'incomunicabilità. La figura alla finestra
ha di fronte a sé un meraviglioso sole di amore, di luce, ma non può vederlo
perché è nascosto, anzi è lei che ha il viso nascosto. Se pensiamo al
mito di Psiche, ci sembra adesso molto più complesso. L'amore, Eros, era
davanti a lei ma è lei che non poteva o non voleva vederlo. Quando poi
lo vede, l'amore fugge. E' difficile capire perché il rapporto fra una
realtà spirituale e la nostra percezione sia così difficile, deviato.
Certe volte vorremmo vederlo, certe volte non vorremmo. Direi che, nella
sostanza, abbiamo davanti a noi un velo che ci impedisce veramente di
capire, mentre la luce, il calore e l'amore sono proprio a nostra disposizione.
Cos'è questo velo? |
Luisa G
Mi sorprende che la finestra faccia vedere per metà l'interno di una
stanza e per l'altra metà l'esterno. Non so, trovo questa contrapposizione.
Dentro c'è una chiusura, fuori l’energia creativa....
Silvana O.
Può anche essere la contrapposizione tra una notte di tormento, di pensieri,
e l'alba di un nuovo giorno
Vittorio M.
In un certo senso si, anche se lo vedrei su un piano più generale. E'
non solo la notte ma l’oscurità di questa persona, del suo mondo , se
vuoi, della sua anima, anche se c'è un'aurora rosata all’orizzonte .
La cosa che mi colpisce è che, mentre ci si può aspettare che il sole
nasca lontano, al di là di questa montagna, esso rotola invece davanti
a te, te lo trovi in mano come una palla, che la donna fa quasi il gesto
di prendere con una mano ma, nello stesso tempo non lo vede, non può
vederlo.
Silvana O.
Non lo può vedere?
Vittorio M.
Eh no. perché ha una cortina davanti agli occhi, qualcosa che le impedisce
di vedere
Silvana O.
Posso aggiungere, Vittorio, che sul cuore, cioè sul seno sinistro di
questa donna c'è questa spirale che poi si riproduce in grande,....ecco,
potrebbe essere il chakra del cuore, è quindi come se, al sorgere di
questa nuova alba, tirasse un sospiro, e le si allargasse il cuore
Vittorio M.
Hai detto bene, c'è senz’altro una profonda consonanza. Nota che io
spesso i seni li rappresento come piccole spirali, però qui ce n'è una
sola, e dal punto di vista cromatico, di forma e di vicinanza, è proprio
in rapporto con l’altra più grande, un rapporto chiarissimo, direi.
Che poi alla donna alla finestra le si allarghi il cuore, temo proprio,
ahimè, che non sia così... Ho sempre detto che, anche se visualizziamo
il sole dello spirito come esterno, esso in realtà è interno. Il quadro
sembra dirci che interno ed esterno sono la stessa cosa, anche se vissuti
diversamente. A livello profondo di energia, di cuore, questo è percepito,
mentre non lo è a livello di intelligenza, di visione...
Silvana O.
...non lo vede
Vittorio M.
Non lo vede, perché la ragione fa da schermo, no? Se è questa è la situazione,
la ragione con cui noi crediamo di vedere, di capire, e lo facciamo
magari a livello scientifico e strumentale, ci impedisce invece di capire
il senso profondo delle cose.
Silvana O.
La mente, mente
Paolo G.
È una deformazione
Vittorio M.
...si, deforma tutto: fa vedere dei giochi all’interno della stanza
in cui sei chiuso ed altri all'esterno, come
l'apparente sorgere del sole dietro la montagna. Ma il vero sole, il
sole interiore, è proprio davanti a te, e non
lo vedi! Più che un sole, è anzi una rosa, il fiore della
tua fioritura...
Luisa G.
Trovo triste il fatto che l’uomo si vanti della sua intelligenza,
mentre poi in realtà, come dicevamo, la ragione
diventa a volte un grande limite. Se penso alla mia piccola esperienza,
ho conosciuto persone che erano
convinte e cresciute con certe convinzioni che le limitavano moltissimo
nel relazionarsi poi con la realtà.
Quindi questa ragione di cui l’uomo si vanta può essere
anche un limite enorme che ci creiamo noi stessi,
autolimitandoci.
Vittorio M.
Diventa una prigione, anche se non dobbiamo spingerci a condannare la
ragione. è solo una questione di
equilibrio. Quando si legge un quadro, un sogno, o anche ogni altra
cosa, dovremmo avere un
atteggiamento di silenzio, di ascolto, che ci fa veramente udire, e
guardare con occhi ugualmente aperti e
ricettivi che ci fanno veramente vedere, ma senza permettere a dei ragionamenti
di sovrapporsi alla
spontaneità delle nostre impressioni e di condizionarci. Per
quanto poi la nostra ragione sia chiara, luminosa,
dobbiamo rispettare l'oscurità, il mistero, nello stesso modo
in cui il sole non deve inaridire con i suoi raggi la
terra, che deve invece conservare la sua feconda umidità.
Elisa M.
Bisogna anche fare una distinzione, secondo me, tra quella che è
la ragione e quella che è l’intelligenza, che
mi sembra l'esatto contrario della prigione, poiché libera la
mente dalla costrizione e dalla paura.
Paolo G.
Intelligenza è un "leggere dentro", come ci dice il
senso latino della parola.
Vittorio M.
Sono tante le cose da distinguere, e ne vanno distinti aspetti opposti.
Io penso che da una parte ti aprono e
dall'altra ti chiudono. Tutto è così, anche l’amore,
l’amore che ti apre l’orizzonte e subito dopo ti imprigiona,
non è cosi?
La finestra che è rappresentata in questo quadro si può
anche leggerla come la ragione, come
un'intelaiatura razionale a tutto quello che abbiamo detto, sul sole
interiore, sul chakra, sulla funzione della
vista. Come credo molto alla relazione fra ragione e sentimento, fra
maschile e femminile. e a molte altre per
analogia, così vedo la complementarità fra una struttura
geometrica e il libero fluire di forme, di colori, o di
suoni.
Giorgio F.
Nell’arte del neoclassicismo, Canova parlava del "sentimento
secondo ragione", dove uno non andava a
prevalere sull’altro, e la ragione non negava la componente del
sentimento
Vittorio M.
Io penso che questa complementarietà e unione fra sentimento
e ragione sia l’abc dell’arte, come abbiamo
detto tante volte. Nel nostro tempo sembra invece che questa aurea regola
sia stata dimenticata, per
arrivare a un'arte che vorrebbe essere solo concettuale, ossia privata
della sua stessa vita.
Silvana O.
Forse possiamo anche parlare di emisfero cerebrale destro e emisfero
sinistro, dove l’emisfero sinistro è
più legato alla ragione. Quindi, il pianista è con l’emisfero
sinistro che impara a leggere uno spartito, a
segnare il tempo, ecc, poi con l’emisfero destro invece ci mette
la sua arte, il suo sentimento, ci vogliono tutti
e due.
Vittorio M.
Io questa cosa l’ho sentita, ma non la conosco e dovrei farmi
tagliare la testa in due per rendermene conto....
Per il momento, mi limiterei alla mente e al cuore.
|
Silvana O. Si perché quelli
comunque ce li abbiamo tutti e dobbiamo usarli. |
2004.03.16 Separazione
|
|
|
Questo quadro esprime proprio
la separazione, da una parte il ricordo dei momenti felici di unione,
e dall'altra invece il rimanere soli. Ecco, è successo questo: come ho
spiegato prima, dalla fusione iniziale si è passati a un distacco, (gli
Indiani lo paragonerebbero alla separazione del latte in panna e siero)
, in cui ambedue diventano individualità separate. Si vogliono ancora
bene, si amano ancora, ma verrà dopo, non dico un combattimento corpo
a corpo ma lo show-down tremendo, che però è quello che prelude ad una
catarsi. Prima c’è l’unione, poi c’è la divisione e quindi la catarsi.
La catarsi, però, non è sul piano di un ritrovarsi ed essere felici, poiché
quello che sul piano fisico è finito, è finito per sempre. Stiamo parlando
dell'amore, ma non abbiamo forse visto la stessa cosa parlando di morte
e di reincarnazione? Riprendendo il paragone Indiano del latte che si
separa, è grazie a questa separazione che si forma il burro, cioè un bene
più grande. E' così che la vera catarsi si opererà a un altro livello,
il livello dell’anima che scopre la sua divinità e quindi, dopo questa
dura esperienza, sarà un pochino più vicina alla fine del cammino, certamente
non alla fine, ma un po’ più vicino. |
Gerardo P.
C’era un quadro con il volto di un "Cristo sofferente" sul quale non hai
fatto nessun commento.
Vittorio M.
No, perché non volevo ripetere quanto già detto in precedenza. Io rischio
di essere blasfemo, associando dei simboli religiosi a delle esperienze
umane, ma ho già spiegato come nel momento in cui io provo un fortissimo
dolore, emerge spontaneamente in me la figura del Cristo, come abbiamo
visto nelle crocifissioni. Quando si strappa il cuore dentro di noi e
incontriamo il dolore, non solo per un amore finito male, ma anche per
la perdita di una persona cara, nel momento di questo dolore ti senti
vicino a Cristo. Non so se è solo la ricerca di una consolazione a evocare
questa figura o se, a livello più profondo, il Cristo sofferente è diventato
per noi un archetipo del dolore, e in questo senso lo vediamo nel fondo
del nostro stesso dolore.
Gerardo P.
E’ come quando, al momento estremo, anche gli atei si avvicinano a Dio,
diciamo.
Vittorio M.
Esattamente! Per me è sempre un’espressione centrale, profonda, anche
se staccata da un’ottica confessionale. Non so come mai, ma l’ho notato
diverse volte, dipingendo una serie di Crocifissioni, tutte nate non da
un intento religioso ma da un semplice dolore umano..
Silvana O.
Secondo te deve essere per forza una proiezione l'amore? Non ci può essere
un amore senza proiezione? cioè non proiettando la propria anima nell'altro
ma prendendo l'altro...
Vittorio M.
Un momento di maturazione ci può essere, un riconoscere e accettare l'altro...Gibran
diceva molto bene che due amanti devono essere come due colonne di un
tempio, vicine ma anche a una certa distanza una dall'altra, mentre nell'amore
che abbiamo visto è come se una colonna volesse entrare nell'altra, creando
un corto circuito...Io penso che su un piano di maturazione, ci possa
essere un'arte del capirsi, conservando ognuno la propria personalità
pur amando l'altro. Quando invece l'amore viene vissuto come fusione totale
si brucia. Una è una strada di condivisione e reciproco supporto, l'altra
somiglia più a un dramma ma è quella che ha creato la grande poesia, l'arte.
Sono modi diversi, nella vita si possono incontrare entrambi. Cambiando discorso, qui si parla molto di psicologia, grazie anche a Silvana,
che è psicologa, ma nessuno parla mai di arte, adesso provoco Giorgio.....
|
Giorgio F.
io volevo intervenire facendo proprio una domanda a Silvana che, su diversi
quadri ha detto: "come sono belli, bellissimi". Ora io vorrei sapere su
quale base tu dai questo giudizio? può essere anche uno spunto per fare
un'analisi dei quadri di Vittorio.
Silvana O.
sui quadri scomposti avrei delle riserve, ma mi prende di più questo genere
di quadri, ce ne sono tanti ma credo che una costante sia che mi danno
serenità. Mentre cioè non riesco a cogliere quello che Vittorio dice sulla
separazione, la sofferenza, ci sono dei suoi quadri che mi danno invece
un senso di unione,di serenità, con questi colori così...mi piacciono
molto
Giorgio F.
Ti piace la loro gamma cromatica, a me invece piacciono moltissimo i quadri
scomposti, però vedo che stasera c'è una netta diversità fra le opere
che vediamo: quando Vittorio parla di amore e di unione e lo esprime in
un determinato modo, e quando ci sono invece dei momenti diciamo disforici
che vengono espressi con la scomposizione, in cui ovviamente non hai l'unione
ma delle parti divise. Noterei che esse sono dipinte con superfici piatte.
Nei quadri che abbiamo invece visto stasera in cui Vittorio parla di vuoto,
è vero che c'è un vuoto ma in realtà è un vuoto pienissimo, è un vuoto
tridimensionale che spesso è una luce. Nei quadri che esprimono questa
unione, Vittorio va a delineare questo vuoto con delle forme, disegnando
le mani come se chiudessero un cerchio, Nei momenti positivi il vuoto
è anche luce, è uno spazio, in cui le persone vanno a congiungersi, mentre
nei momenti negativi la separazione si esprime con qualcosa di piatto.
Sono due linguaggi diversi.
Vittorio M.
Il vuoto possiamo anche immaginarlo come pieno di cose invisibili. Shakespeare
diceva che "fra cielo e terra ci sono molte più cose che l'uomo non possa
immaginare"
Paolo G.
...e sono magari le cose veramente reali! lo diceva anche William Godwin
: "le cose invisibili sono le sole reali"
Vittorio M.
Lo credo profondamente anch'io
Paolo G.
E’ una dei temi centrali della tua opera…la centralità del vuoto….
il dibattito può proseguire on line scrivendoci: arcadelduomo@gmail.com
|