Presentazione dei Quadri
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1980.09 La nave
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Si annuncia il tema della
barca, che ritroveremo poi in moltissime altre opere, anche e soprattutto
di architettura, e che si fonde con quello dell'arca. Ha in generale un
rapporto con la falce lunare, la barca di Osiride, ma non qui, in cui
si esprime invece la navigazione in un mare interiore, un mare in tempesta.
Ne vedremo in altri quadri il naufragio. |
1980.07 La fonte
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Lo stesso gesto con cui
nasce la forma della barca apre invece in questo quadro una diversa interpretazione,
che fa si che il gesto diventi l'oggetto stesso. Una donna va alla fonte
(ero in un paesino della Sicilia) e la sua testa diventa nella mia percezione
una mezzina, la si vede piena di acqua. Anche il suo gesto di prendere
un orcio per riempirlo è già acqua. Non c'entra molto col discorso che
stiamo facendo ma è interessante come immedesimazione in un oggetto, in
una situazione, come vedremo poi in certe interpretazioni della Creazione. |
1980.02 Incarnazione
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In questo stato d'animo,
appaiono in qualche modo degli Dèi, o delle situazioni soprannaturali.
Questa io la chiamo "Incarnazione". In quel momento della mia vita, ho
associato a un figlio qualcosa che ho risentito come se mi piombasse addosso
dal cielo, come un bolide. Un essere alato, veloce come una cometa, ma
desideroso di materia (come si vede dal grosso piede nel quadro), come
accade appunto in ogni incarnazione. |
1980.12 La Caduta
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La Caduta è un tema che
mi ha sempre profondamente colpito. Sono portato a credere che, come hanno
raccontato tanti miti, la caduta degli angeli ribelli o la cacciata di
Adamo ed Eva dal paradiso terrestre significhino proprio il passaggio
dallo spirito alla materia. E' successo qualcosa, un evento drammatico,
quando lo Spirito si è diviso, dall'Uno è diventato Due, si è proiettato
all'esterno e ha dato luogo a questa enorme moltiplicazione che è appunto
la creazione. La interpreto come una caduta perché - non per nulla viviamo
nella caverna - siamo precipitati da uno stato spirituale a uno stato
fisico, con tutte le problematiche e le limitazioni di mille dualità,
della nascita, della morte, di tutto quello che fa parte del nostro destino.
La Caduta è qui rappresentata come se un angelo, Lucifero, bianco non
tanto come un essere di luce quanto come se fosse stato calcinato dal
fuoco divino, fosse precipitato. Una cosa che vedo adesso è che questa
forma ha in sé un piccolo triangolo rovesciato che insiste in una cavità,
come fosse una cavità femminile, come fosse anche una falce di luna, o
un grembo materno....Tutto questo lo si ritrova anche nel mio ultimo progetto
per l'Arca del Duomo, solo che io allora lo vivevo come una maledizione,
come un giudizio di Dio, la Caduta cioè come un fulmine, come la scacciata
dal paradiso, come il precipitare degli angeli dal cielo, mentre oggi
tendo a viverlo in un modo opposto, cioè come se dal grembo della vita,
del mio animo, della città, potesse nascere un movimento che, come questo
triangolo rovesciato, che diventa una piramide rovesciata, porta a un'apertura,
a una rinascita. Quindi, all'inizio del mio cammino, sentivo questa forma
come una caduta, oggi lo sento invece come un sollevarsi. Noi viviamo
in un mondo di dualità, e trovo molto giusto, molto bello che esistano
questi due aspetti: quando si parla di Dio dobbiamo ricordarci di un altro
suo aspetto che chiamiamo il diavolo, quando si parla del bene, che è
anche il male, e quando si parla del cadere, si deve parlare anche del
sollevarsi. |
Pat Sophie G. ...di primo acchito, mi viene da pensare
alla fertilità perché è come se ci fosse l'atto della fecondazione
Vittorio M.
E' un atto forte, potrebbe essere anche una penetrazione, un atto che
è poi mescolato al fuoco. Poi vedi, queste due forze che si uniscono nel
triangolo, una è bianca e l'altra è rossa, quindi c'è sempre la dualità.
Rosso è il fuoco, l'eros, il demoniaco, bianco invece poniamo che sia
un'essenza angelica, spirituale, ambedue presenti nella fecondazione.
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1981.07 Osyris
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E' proprio Osiride che transita
nel cielo, procede nel suo cammino come procede la luna. Possiamo assumerlo
come guida del nostro viaggio. Dopo trent'anni, vedo solo adesso che il
disco bianco sulla destra del volto di Osiride non è un vuoto come avevo
sempre creduto ma la luna stessa che si staglia sul fondo nero della notte. |
1981.11 La Creazione
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Questo è uno dei quadri
con cui ho dipinto in moltissimi periodi della vita la Creazione, ossia
il mio modo quanto mai rudimentale di sentirla. E' scritto che Dio ha
creato l'uomo a sua immagine e somiglianza e qui, in modo quasi letterale,
si vede questa figura bianca, questo vecchio saggio come fosse Dio che,
con il suo gesto, crea questa piccola testa che è l'anima umana, proprio
piccola ma, nella sua essenza, uguale al padre, figlia del suo impulso
spirituale. L'essere umano che nascerà da questo impulso sarà però generato
dalla terra, come si vede nel quadro, in cui la parte rossa è la madre
terra. Ne vedete il seno prorompente, come un blocco di argilla che si
modella nelle mammelle necessarie a nutrire gli esseri. Sulla terra plana
un principio divino, che la trasforma e fa sorgere da essa la vita.
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1989 Black Osyris
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Un'altra interpretazione
della Creazione (Questi quadri sono raggruppati per argomenti, non per
periodi, spaziano su diversi periodi, e possono quindi avere stili diversi)
Vi ricordate cosa dice la Bibbia sullo Spirito che vola sulla distesa
delle acque? In qualche modo, il quadro lo esprime con questo braccio
azzurro che, sulla distesa delle acque, crea il mondo. Però il Dio a cui
appartiene il braccio è rappresentato come una figura nera, è un Dio nero,
e ritorniamo al discorso già fatto, cioè l'immagine di Dio che noi abbiamo
in noi è l'immagine di noi stessi. A livello mentale, o di maschera, ce
l' immaginiamo evidentemente bellissimo ma, se guardiamo dentro di noi,
l'immagine vera è, ahimè, la nostra nigritudo, il nostro essere oscuri,
un concetto su cui insisto, anche se tutti saranno pronti a dire che l'apparente
luminosità della vita lo smentisce. Nonostante questa apparenza, noi viviamo
però in un'oscurità che solo un po' alla volta può schiarirsi. Qui Dio
stesso, il Creatore, è rappresentato come qualcosa di profondamente nero,
forse un Dio inconscio, come lo siamo noi. In fondo anche nell'universo
si scoprono dei buchi neri, il cosmo è nero, salvo i punti luminosi delle
stelle, e quindi non siamo molto lontani dalla realtà.
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1989.01 L'Artista
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Il gesto che vi avevo fatto
vedere prima, di quella donna che andava alla fonte, il cui braccio stesso
diventava acqua, qui da luogo a un'immagine simile. L'artista crea cioè
una scultura, magari vagheggiando la sua donna, ed ecco che il suo braccio
è anche quello della scultura, non c'è cioè separazione fra soggetto e
oggetto, sono intimamente uniti, sono la stessa cosa. Questo mi pare che
sia il significato di questo quadro, ed è bene capirlo: il porsi in modo
distaccato di fronte a un oggetto esterno va certo bene da un punto di
vista operativo, pratico - con un martello, uno strumento, si agisce così
su qualche cosa - ma l'interpretazione artistica o, ancor meglio, la verità
spirituale, è un fondersi con l'oggetto, è un abolire questa separazione
ed essere tutt'uno con esso.
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1989.01 Ermafrodito
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Anche questa è una scena
di creazione. Io la chiamo "Ermafrodito" perché ha una sua particolare
ambiguità. Voi conoscete la storia di Adamo che dorme, mentre Dio suscita
Eva da una sua costola, suscita cioè il femminile dal maschile. Qui, in
qualche modo, Adamo è rappresentato come se avesse le caratteristiche
della femminilità, lo chiamo Ermafrodito perché ha i due sessi insieme.
Egli poi dormiva mentre fu fatta in lui questa operazione, il suo volto
è l'oscurità stessa. Ma ecco lo Spirito che giunge e lo
penetra come se egli fosse una donna, cioè non solo crea la donna
ma la ama in lui. E' Adamo che diventa femminile, così come lo
Spirito si fa maschile in questo atto. Mi è accaduto di fare molti
quadri in cui l'amore per una donna era rappresentato come una creazione.
D'altra parte, non è che la Creazione sia avvenuta una volta per
tutte. Quando noi ci amiamo, viviamo, ci congiungiamo, è la Creazione
stessa che, in ogni momento, si realizza attraverso di noi.
Ripetiamo l'atto creativo, che nasce da una dualità, che è
presente e perfino interscambiabile in noi, perché siamo due aspetti
della stessa realtà. Questo quadro potrebbe voler dire questo. |
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1981.02 Figura
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Questa è una delle figurazioni
che io rapporto al nostro essere interiore, profondo. Lo dico sempre:
noi siamo una personalità apparente, ma il nostro vero essere è un essere
spirituale, che però non ha volto...un' altra volta abbiamo visto che
non ha testa, non ha braccia né gambe, qui invece è rappresentato senza
occhi, è chiaramente in una situazione di incompletezza, di oscurità che
noi portiamo dentro di noi come un profondo mistero e che dobbiamo far
evolvere verso la consapevolezza, ogni quadro dice sempre questa verità. |
1980.03 Il Ricordo
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Fra tutte queste rappresentazioni
astratte, lontane dalla realtà della donna amata, questa ritorna però
a tratti come in un sogno, o in un doloroso ricordo. Qui essa è divenuta
come una figura di cristallo, rotta, un'apparenza svuotata di vita anche
se, nel ricordo, c'è ancora una calda fisicità. |
1980.10 La Vestizione
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Questa è una scena che ha
qualcosa di magico. Poiché io metto sempre istintivamente in parallelo
il rapporto fra uomo e donna con quello fra il corpo e l'anima, la donna
che mi lascia è come se fosse l'anima che lascia il corpo. Prima, con
Roberto, parlavamo del timore della morte, chi è che non ce l'ha? Ma esso
dovrebbe essere vissuto e trasformato in modo da condurre a una maggiore
consapevolezza, come si faceva in antico con le esperienze di iniziazione.
L'esperienza iniziatica è proprio nel vivere il momento della morte da
vivi, nel pre-viverlo, per unirci senza resistenze alla realtà della vita,
come nasciamo, come moriamo e come, spero, rinasceremo, e non illuderci
di poterlo eludere. Nel quadro si possono vedere ambedue i momenti, della
morte e della successiva nascita. Nella prima lettura, l'anima, con il
corpo ancora palpitante di vita ma con il volto già sbiancato dalla morte,
si presenta nuda nell'aldilà e viene spogliata delle vesti della sua personalità
ormai inutile; nella seconda invece essa vuole ritornare alla vita, come
sembra suggerire la luce solare dello sfondo, ne ha già assunto il corpo
e sta per ricevere la veste di una nuova personalità. Qual'è la vera lettura?
Penso che lo siano ambedue, ma la mia attenzione è adesso attirata da
questo essere misterioso, una specie di mago o di venditore di un bazar,
che le ritira o le dà delle vesti. Mi sembra una personificazione personificazione
del Sé o di un personaggio che nei miei sogni appare spesso - chiamiamolo
il Deus ex machina - un essere misterioso che non è né me stesso, né la
donna di cui parlo, non è il mio corpo né la mia anima, ma è il testimone,
l'essere essenziale, che dà e toglie la veste, dà e toglie la personalità
superficiale, che è appunto come una veste ... |
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1981.07.12 L'Argonauta
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In quest'altro quadro, io
mi ero figurato di incontrare di nuovo la donna amata. Mi ero figurato
di trovarla, come infatti la trovai in un tentativo infruttuoso, assolutamente
gelida, rossa perché era sensuale come se avesse ancora in sé il fuoco
dell'amore, ma con la spalla bianca, il volto bianco..era praticamente
come se fosse la morte. E allora questo essere, che è una specie di navigante,
con un gesto di pentimento e addirittura piangendo, si avvicina a questa
creatura ma lo fa senza molta convinzione, da una parte sembra attorcigliarsi
su se stesso, come se fosse una conchiglia, dall'altra, come vedete, quasi
si nasconde dietro una falce di luna, è in uno stato di sogno, di ispirazione
lunare e non di reale desiderio. Il contatto fisico ormai era perso e
lo si vede da questa figura di donna che è una specie di isola, di roccia,
di blocco del tutto distante dal tentativo di questo essere di avvicinarla.
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1981.10 Nascita o Morte
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Anche questa è una figurazione
molto triste, come se la vita, la testa fosse stata svuotata. C'è ancora
il sole ma è un sole spento, la luce non è del sole, è lunare. E' una
persona che è ridotta a un guscio, come se la sua vita, il suo anelito,
il suo amore non ci fossero più. |
1981.12 La ragazza di Misano
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Vedete come sono curiose
le cose. Anche qui penso alla mia donna perduta ma ne proietto il ricordo
in un'altra persona, che incontro per caso in treno. La ragazza sedeva
di fronte a me, con la testa appoggiata sulla tendina scura dello scompartimento,
e aveva solo due posizioni, così o così, sempre con la testa contro la
tendina scura. Il treno viaggiava vicino a Pesaro lungo il mare, che si
vedeva quindi dal finestrino. Istintivamente ho quindi rappresentato due
volti, corrispondenti alle due posizioni della testa della ragazza, la
tendina dello scompartimento e il mare. Non so che effetto vi fa di sentirmi
dire queste cose, ma vi sto parlando del modo germinante in cui le immagini
vengono prodotte dall'inconscio, che si nutre di frammenti della vita
di cui ha fatto tesoro e che appunto utilizza come farebbe uno scenografo,
un regista. |
1982.01 Il Naufragio
1982.02 Il Sé sommerso
1982.03 Il Nocchiero |
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Chi è questo regista? Chi
si cela nell'inconscio? Forse l'autore della pièce o addirittura una forza
misteriosa che lo ispira ... E qui veniamo proprio a come io vivo questo
personaggio. In primo luogo esprimo la mia disperazione, in un mare interiore
la cui superficie è come il profilo di un essere, con le mani che si protendono
alla ricerca di un aiuto: è un naufragio da cui la coscienza cerca di
salvarsi. La vedo poi nel quadro seguente, in cui il relitto del naufragio
giace sul fondo e la coscienza sommersa cerca però di affiorare e spunta
anzi al di sopra del mare come se fosse un sole che sorge all'alba. Si
vede infine l'essere che vola in alto, il mare che sembrava prima sommergerlo
si è trasformato in una nuova nave, mentre egli si cela nella sua vela.
Come procede? Non come facciamo noi guardando avanti nella vita ma, si
direbbe, in senso contrario, guardando solamente in se stesso, nella sua
spirituale realtà.
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1984 Smile
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Questa è una parentesi di
eros, che dal fuoco iniziale è passato a un'esperienza più decantata.
Ne è espressione questo volto - vorrei che Aviva, la psicologa qui presente,
ne captasse il mistero - guardate quante persone sono: ce n'è una sul
fondo che è come un'ombra, il fondo oscuro di questa persona; poi un'altra
che è invece la sua apparenza ordinaria, abbastanza grigia come carattere,
come impulsi, come spiritualità, ma con una bocca dolcissima che mostra
una grandissima capacità amorosa; poi, sovrapposta ad essa, c'è una maschera
di seduzione; e infine un occhio che ha una profondità insondabile. Si
potrebbe fare un ritratto simile di ognuno di noi, anche se vogliamo invece
mostrare un solo volto, che è poi un marchio con cui ci proponiamo come
se fossimo un prodotto. Dietro tutto ciò c'è poi l'essere essenziale,
che però non conosciamo perché dobbiamo rivelarlo un po' alla volta, scoprendo
infine che esso è comune a tutti noi, è la nostra essenza divina.
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1987.07 La piccola anima
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La donna è sempre la "modella"
delle mie figurazioni del cammino dell'anima. Qui, la si vede nella forma
di una personcina, piccola così, che mi veniva a trovare. E io l'ho dipinta
in questo suo essere una piccola luce. Una sera, nella chiesa accanto
al mio studio, c'era un meraviglioso concerto di arpa, con una bella arpista
che teneva la testa reclinata mentre suonava. Una testa molto più grande
di quella della mia piccola amica e che la sostituisce inserendosi al
suo posto nel quadro. E' un'aurora interiore, come quella ricorrente in
altri quadri: un'anima che guarda nel proprio cuore, che guarda in se
stessa. Questo sguardo, questo intento è l'essenziale; chi guarda è invece
transitorio, può essere anche sostituito. |
1984.11.17 La Sibilla
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Questa amica la chiamavo
la mia sibilla, anzi la mia "pitonessa", come la sacerdotessa di Apollo,
perché aveva delle doti di grande sensibilità, quasi di chiaroveggenza.
Così il quadro la rappresenta all'ascolto di un messaggio misterioso,
come quello che è portato dalla spirale che, in tutti i miei quadri, si
associa alla potenza dello Spirito. |
1981 I Kundalini
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Accanto alla spirale, e
sotto la protezione di un essere divino come mi sembra questo volto di
saggezza che appare nel cielo, c'è ancora la sibilla che, come nel quadro
precedente, è una personificazione dell'anima. Ha una lunga treccia inanellata,
che mi fa pensare alla colonna vertebrale lungo cui la kundalini, la meravigliosa
energia sottile del pensiero religioso indiano, sale fino alla sommità
della testa, portando alla realizzazione spirituale. |
1989.06.14 La Metamorfosi
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Anche in questo caso, la
donna ha un aspetto molto misterioso ed è contattata da una presenza soprannaturale,
un angelo, ma si volta dall'altra parte. Questa tematica del voltarsi
dall'altra parte l'ho sentita moltissimo e la ritroveremo in molti altri
quadri. D'altra parte, essa è proprio l'atteggiamento dell'uomo: tutto
quello che noi facciamo in ogni momento è un voltarci dall'altra parte.
Non crediamo che la vera realtà sia quella dello spirito, ma sia invece
quella a cui andiamo incontro con tante illusioni, fino alla morte; crediamo
che la vera realtà sia quella del contesto personale delle proprie problematiche
e quindi, è come se ci voltassimo veramente dall'altra parte. E dire che
in noi c'è la luce, c'è il meraviglioso movimento del divino, come si
vede nella spirale luminosa nel corpo stesso della donna, c'è una natura
angelica che ci avvolge e penetra, siamo in Dio, siamo immersi nella sua
unità, ma la nostra mente non lo capisce e guarda altrove!
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1983 Natività
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Un altro fatto meraviglioso
che mi ha sempre colpito, e che ho esplorato in tante forme, è la nascita.
Qui è rappresentato come se, dal grembo di una donna, uscisse qualcosa
di straordinario. Non è certo una nascita qualsiasi! Io la interpreto
come la nascita di un essere superiore dal grembo della nostra anima.
In fondo, potrebbe essere anche una natività in senso cristiano. Io penso
che, in questo, la nascita del Cristo dalla Madonna abbia in sé un significato
centrale, che va al di là del cristianesimo storico: l'idea che la nostra
anima partorisce Dio, partorisce la consapevolezza di Dio. |
<> 1989 La Natività del Signore
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Vediamo lo stesso concetto
in questo nuovo quadro. Qui, dalla Vergine, dalla madre, esce addirittura
il sole. Dal punto di vista esoterico, il Cristo è il sole. Così, invece
di rappresentare la nascita di un bel Gesù bambino nella capannuccia,
si rappresenta qui il sole, anzi molto di più, la spirale cosmica che
genera l'universo, nel centro della quale si vede il volto di Dio. Che
poi esso sembri così umano, ci fa pensare...nel momento in cui l'uomo
diventa consapevole della sua divinità, essa sembra reciprocamente così
umana. L'immagine, la somiglianza di cui parla la Bibbia ha un senso molto
profondo a cui dobbiamo riflettere. |
1988.05 Annunciazione
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Anche in questo quadro si
gira intorno alla stessa intuizione sul rapporto fra l'umano e il divino.
Nell'Annunciazione immaginiamo l'angelo che annuncia un messaggio alla
Vergine, ma qui l'evento è letto in un modo diverso: è appunto un rapporto
che si crea, una relazione, non un evento univoco in cui, di fronte a
una fanciulla attonita, viene comunicata la volontà di un dio assolutamente
al di fuori del suo piccolo mondo. Dopo tutto l'angelo dice "Ave Maria",
la saluta, e Maria sembra rispondere al suo saluto e al gesto che l'accompagna.
C' è un incontro fra l'umano e il divino, cioè un incontro fra due parti
di noi stessi, come quello che, nel nostro piccolo, qui e ora, stiamo
cercando di realizzare. Il fatto che la fanciulla, che è la nostra anima,
sia velata, è così vicino a quello che stiamo dicendo sull'oscurità, in
cui non possiamo vedere, mentre il divino è proprio davanti a noi, al
di là solo di un linea, di una superficie come fosse quella di un magico
specchio, in cui umano e divino si specchiano uno nell'altro.
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1988.05.20 L'Amato Cosmico
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In questo quadro si immagina
che l'anima, quando si libera dal corpo e ascende al cielo, incontri Dio,
l'Amato Cosmico come dice Yogananda, un guru indiano che ha fatto conoscere
in occidente la cultura religiosa dell'induismo. C'è quindi un'influenza
culturale diversa da quanto io sono portato a credere: che il contatto
col divino debba avvenire nel proprio cuore, mentre qui è rappresentato
come fosse un incontro nell'alto dei cieli. Ma tutte le dimensioni sono
vere, l'importante è che l'incontro ci sia. Nel quadro si vede che, quando
accade, l'anima si trova proprio faccia a faccia con Dio, il suo volto
si specchia nel Suo come nel quadro dell'Annunciazione ma, ahimè, è un
volto così oscuro... |
1988.06 La Porta
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Con una stessa sensibilità
(sono quadri dello stesso periodo), è qui rappresentata la Porta, la porta
che conduce alla luce, la speranza di una nascita spirituale...Si vede
una scala, essa mostra che bisogna salire a un altro livello, ma ci sono
anche delle grosse nuvole che ci attendono. C'è poi un sole che non è
bello, passano davanti ad esso dei pianeti o altri corpi che lo oscurano.
Qui in basso, accanto alla porta, c'è qualcosa che mi fa pensare a un
drago...voi vi stupirete di come io leggo i quadri dicendovi delle cose
che magari vi risultano aliene, ma io mi esprimo come posso e in ogni
caso con sincerità. Leggo quindi in questo quadro l'anelito a una nascita
spirituale, però in presenza di condizioni che, per il momento, non la
rendevano possibile. |
1989.03 L'Angelo e il Masso
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Ecco, qui ci sono degli
angeli, però non degli angeli come uno se li può immaginare, creature
meravigliose, alate, benefiche ... Prima avevamo visto l'angelo che cercava
di comunicare con la fanciulla dell'Annunciazione, che si prestava con
umiltà e totale accettazione a questo contatto, ma si sa che Maria era
piena di grazia e quindi degna di ricevere il sublime messaggio. Invece
qui l'interlocutore dell'angelo è ben diverso: sto rappresentando l'uomo
come un sasso, qualcosa di inerte. Non solo siamo nella caverna ma siamo
i sassi con cui è fatta la caverna. Questo sasso in qualche modo comincia
a malapena ad animarsi, si delinea una gamba, si delinea una testa e una
forza spirituale gli parla, lo spinge, suscita la vita in lui, questo
io lo sento fortissimamente. |
1989.07.01 L'Angelo e l'Uomo dormiente
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Mentre l'angelo cerca di
parlare all'uomo, questi sembra voltarsi dall'altra parte. Vedete questa
figura di uomo sdraiato con la testa impastata di terra e un angelo che
gli parla, gli parla ...? E' un'esperienza che abbiamo già visto e che
purtroppo ritroveremo molte altre volte. Nei quadri del periodo successivo
che vedremo nel prossimo incontro, ci saranno, è vero, dei momenti di
luce, in cui il dialogo con l'angelo si farà più "amichevole" ma, per
il momento, questo è il racconto del modo in cui io ho vissuto quella
che ho chiamato la notte dell'anima. |
1987 L'Angelo della Vita
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Lasciate però che, nella
notte, si accenda una luce e che questa luce non sia esterna ma che noi
stessi siamo luminosi, e siamo anzi lo stesso angelo: non un essere sordo
e oscuro a cui l'angelo inutilmente si rivolge, ma un essere angelico
anch'esso, sia pure con un volto oscuro. Cercheremo di rischiararlo. |