| Presentazione dei Quadri | 
   
    | 1980.09 La nave  
        
       | 
   
    |  |  | Si annuncia il tema della 
        barca, che ritroveremo poi in moltissime altre opere, anche e soprattutto 
        di architettura, e che si fonde con quello dell'arca. Ha in generale un 
        rapporto con la falce lunare, la barca di Osiride, ma non qui, in cui 
        si esprime invece la navigazione in un mare interiore, un mare in tempesta. 
        Ne vedremo in altri quadri il naufragio. | 
   
    | 
 1980.07 La fonte  
        
       | 
   
    |  |  | Lo stesso gesto con cui 
        nasce la forma della barca apre invece in questo quadro una diversa interpretazione, 
        che fa si che il gesto diventi l'oggetto stesso. Una donna va alla fonte 
        (ero in un paesino della Sicilia) e la sua testa diventa nella mia percezione 
        una mezzina, la si vede piena di acqua. Anche il suo gesto di prendere 
        un orcio per riempirlo è già acqua. Non c'entra molto col discorso che 
        stiamo facendo ma è interessante come immedesimazione in un oggetto, in 
        una situazione, come vedremo poi in certe interpretazioni della Creazione. | 
   
    | 1980.02 Incarnazione
  
        
       | 
   
    | 
   |  | In questo stato d'animo, 
        appaiono in qualche modo degli Dèi, o delle situazioni soprannaturali. 
        Questa io la chiamo "Incarnazione". In quel momento della mia vita, ho 
        associato a un figlio qualcosa che ho risentito come se mi piombasse addosso 
        dal cielo, come un bolide. Un essere alato, veloce come una cometa, ma 
        desideroso di materia (come si vede dal grosso piede nel quadro), come 
        accade appunto in ogni incarnazione. | 
   
    | 1980.12 La Caduta  
        
       | 
   
    |  |  | La Caduta è un tema che 
        mi ha sempre profondamente colpito. Sono portato a credere che, come hanno 
        raccontato tanti miti, la caduta degli angeli ribelli o la cacciata di 
        Adamo ed Eva dal paradiso terrestre significhino proprio il passaggio 
        dallo spirito alla materia. E' successo qualcosa, un evento drammatico, 
        quando lo Spirito si è diviso, dall'Uno è diventato Due, si è proiettato 
        all'esterno e ha dato luogo a questa enorme moltiplicazione che è appunto 
        la creazione. La interpreto come una caduta perché - non per nulla viviamo 
        nella caverna - siamo precipitati da uno stato spirituale a uno stato 
        fisico, con tutte le problematiche e le limitazioni di mille dualità, 
        della nascita, della morte, di tutto quello che fa parte del nostro destino. 
        La Caduta è qui rappresentata come se un angelo, Lucifero, bianco non 
        tanto come un essere di luce quanto come se fosse stato calcinato dal 
        fuoco divino, fosse precipitato. Una cosa che vedo adesso è che questa 
        forma ha in sé un piccolo triangolo rovesciato che insiste in una cavità, 
        come fosse una cavità femminile, come fosse anche una falce di luna, o 
        un grembo materno....Tutto questo lo si ritrova anche nel mio ultimo progetto 
        per l'Arca del Duomo, solo che io allora lo vivevo come una maledizione, 
        come un giudizio di Dio, la Caduta cioè come un fulmine, come la scacciata 
        dal paradiso, come il precipitare degli angeli dal cielo, mentre oggi 
        tendo a viverlo in un modo opposto, cioè come se dal grembo della vita, 
        del mio animo, della città, potesse nascere un movimento che, come questo 
        triangolo rovesciato, che diventa una piramide rovesciata, porta a un'apertura, 
        a una rinascita. Quindi, all'inizio del mio cammino, sentivo questa forma 
        come una caduta, oggi lo sento invece come un sollevarsi. Noi viviamo 
        in un mondo di dualità, e trovo molto giusto, molto bello che esistano 
        questi due aspetti: quando si parla di Dio dobbiamo ricordarci di un altro 
        suo aspetto che chiamiamo il diavolo, quando si parla del bene, che è 
        anche il male, e quando si parla del cadere, si deve parlare anche del 
        sollevarsi. | 
   
    |  
        
       Pat Sophie G. ...di primo acchito, mi viene da pensare 
        alla fertilità perché è come se ci fosse l'atto della fecondazione
 Vittorio M.
 E' un atto forte, potrebbe essere anche una penetrazione, un atto che 
        è poi mescolato al fuoco. Poi vedi, queste due forze che si uniscono nel 
        triangolo, una è bianca e l'altra è rossa, quindi c'è sempre la dualità. 
        Rosso è il fuoco, l'eros, il demoniaco, bianco invece poniamo che sia 
        un'essenza angelica, spirituale, ambedue presenti nella fecondazione.
  
        
       | 
   
    | 1981.07 Osyris  
        
       | 
   
    | 
   |  | E' proprio Osiride che transita 
        nel cielo, procede nel suo cammino come procede la luna. Possiamo assumerlo 
        come guida del nostro viaggio. Dopo trent'anni, vedo solo adesso che il 
        disco bianco sulla destra del volto di Osiride non è un vuoto come avevo 
        sempre creduto ma la luna stessa che si staglia sul fondo nero della notte. | 
   
    | 1981.11 La Creazione  
        
       | 
   
    |  |  | Questo è uno dei quadri 
        con cui ho dipinto in moltissimi periodi della vita la Creazione, ossia 
        il mio modo quanto mai rudimentale di sentirla. E' scritto che Dio ha 
        creato l'uomo a sua immagine e somiglianza e qui, in modo quasi letterale, 
        si vede questa figura bianca, questo vecchio saggio come fosse Dio che, 
        con il suo gesto, crea questa piccola testa che è l'anima umana, proprio 
        piccola ma, nella sua essenza, uguale al padre, figlia del suo impulso 
        spirituale. L'essere umano che nascerà da questo impulso sarà però generato 
        dalla terra, come si vede nel quadro, in cui la parte rossa è la madre 
        terra. Ne vedete il seno prorompente, come un blocco di argilla che si 
        modella nelle mammelle necessarie a nutrire gli esseri. Sulla terra plana 
        un principio divino, che la trasforma e fa sorgere da essa la vita.
 
 | 
   
    | 1989 Black Osyris  
        
       | 
   
    |  |  | Un'altra interpretazione 
        della Creazione (Questi quadri sono raggruppati per argomenti, non per 
        periodi, spaziano su diversi periodi, e possono quindi avere stili diversi) 
        Vi ricordate cosa dice la Bibbia sullo Spirito che vola sulla distesa 
        delle acque? In qualche modo, il quadro lo esprime con questo braccio 
        azzurro che, sulla distesa delle acque, crea il mondo. Però il Dio a cui 
        appartiene il braccio è rappresentato come una figura nera, è un Dio nero, 
        e ritorniamo al discorso già fatto, cioè l'immagine di Dio che noi abbiamo 
        in noi è l'immagine di noi stessi. A livello mentale, o di maschera, ce 
        l' immaginiamo evidentemente bellissimo ma, se guardiamo dentro di noi, 
        l'immagine vera è, ahimè, la nostra nigritudo, il nostro essere oscuri, 
        un concetto su cui insisto, anche se tutti saranno pronti a dire che l'apparente 
        luminosità della vita lo smentisce. Nonostante questa apparenza, noi viviamo 
        però in un'oscurità che solo un po' alla volta può schiarirsi. Qui Dio 
        stesso, il Creatore, è rappresentato come qualcosa di profondamente nero, 
        forse un Dio inconscio, come lo siamo noi. In fondo anche nell'universo 
        si scoprono dei buchi neri, il cosmo è nero, salvo i punti luminosi delle 
        stelle, e quindi non siamo molto lontani dalla realtà.
 
 | 
   
    | 1989.01 L'Artista  
        
       | 
   
    |  |  | Il gesto che vi avevo fatto 
        vedere prima, di quella donna che andava alla fonte, il cui braccio stesso 
        diventava acqua, qui da luogo a un'immagine simile. L'artista crea cioè 
        una scultura, magari vagheggiando la sua donna, ed ecco che il suo braccio 
        è anche quello della scultura, non c'è cioè separazione fra soggetto e 
        oggetto, sono intimamente uniti, sono la stessa cosa. Questo mi pare che 
        sia il significato di questo quadro, ed è bene capirlo: il porsi in modo 
        distaccato di fronte a un oggetto esterno va certo bene da un punto di 
        vista operativo, pratico - con un martello, uno strumento, si agisce così 
        su qualche cosa - ma l'interpretazione artistica o, ancor meglio, la verità 
        spirituale, è un fondersi con l'oggetto, è un abolire questa separazione 
        ed essere tutt'uno con esso.
 
 | 
   
    | 1989.01 Ermafrodito  
        
       | 
   
    |  |  | Anche questa è una scena 
        di creazione. Io la chiamo "Ermafrodito" perché ha una sua particolare 
        ambiguità. Voi conoscete la storia di Adamo che dorme, mentre Dio suscita 
        Eva da una sua costola, suscita cioè il femminile dal maschile. Qui, in 
        qualche modo, Adamo è rappresentato come se avesse le caratteristiche 
        della femminilità, lo chiamo Ermafrodito perché ha i due sessi insieme. 
        Egli poi dormiva mentre fu fatta in lui questa operazione, il suo volto 
        è l'oscurità stessa. Ma ecco lo Spirito che giunge e lo 
        penetra come se egli fosse una donna, cioè non solo crea la donna 
        ma la ama in lui. E' Adamo che diventa femminile, così come lo 
        Spirito si fa maschile in questo atto. Mi è accaduto di fare molti 
        quadri in cui l'amore per una donna era rappresentato come una creazione. 
        D'altra parte, non è che la Creazione sia avvenuta una volta per 
        tutte. Quando noi ci amiamo, viviamo, ci congiungiamo, è la Creazione 
        stessa che, in ogni momento, si realizza attraverso di noi.Ripetiamo l'atto creativo, che nasce da una dualità, che è 
        presente e perfino interscambiabile in noi, perché siamo due aspetti 
        della stessa realtà. Questo quadro potrebbe voler dire questo.
 | 
   
    |  | 
  1981.02 Figura  
      
     |  
    |  
 
 |  | Questa è una delle figurazioni 
        che io rapporto al nostro essere interiore, profondo. Lo dico sempre: 
        noi siamo una personalità apparente, ma il nostro vero essere è un essere 
        spirituale, che però non ha volto...un' altra volta abbiamo visto che 
        non ha testa, non ha braccia né gambe, qui invece è rappresentato senza 
        occhi, è chiaramente in una situazione di incompletezza, di oscurità che 
        noi portiamo dentro di noi come un profondo mistero e che dobbiamo far 
        evolvere verso la consapevolezza, ogni quadro dice sempre questa verità. | 
   
    | 1980.03 Il Ricordo  
        
       | 
   
    |  
 
 |  | Fra tutte queste rappresentazioni 
        astratte, lontane dalla realtà della donna amata, questa ritorna però 
        a tratti come in un sogno, o in un doloroso ricordo. Qui essa è divenuta 
        come una figura di cristallo, rotta, un'apparenza svuotata di vita anche 
        se, nel ricordo, c'è ancora una calda fisicità. | 
   
    | 1980.10 La Vestizione  
        
       | 
   
    |  |  | Questa è una scena che ha 
        qualcosa di magico. Poiché io metto sempre istintivamente in parallelo 
        il rapporto fra uomo e donna con quello fra il corpo e l'anima, la donna 
        che mi lascia è come se fosse l'anima che lascia il corpo. Prima, con 
        Roberto, parlavamo del timore della morte, chi è che non ce l'ha? Ma esso 
        dovrebbe essere vissuto e trasformato in modo da condurre a una maggiore 
        consapevolezza, come si faceva in antico con le esperienze di iniziazione. 
        L'esperienza iniziatica è proprio nel vivere il momento della morte da 
        vivi, nel pre-viverlo, per unirci senza resistenze alla realtà della vita, 
        come nasciamo, come moriamo e come, spero, rinasceremo, e non illuderci 
        di poterlo eludere. Nel quadro si possono vedere ambedue i momenti, della 
        morte e della successiva nascita. Nella prima lettura, l'anima, con il 
        corpo ancora palpitante di vita ma con il volto già sbiancato dalla morte, 
        si presenta nuda nell'aldilà e viene spogliata delle vesti della sua personalità 
        ormai inutile; nella seconda invece essa vuole ritornare alla vita, come 
        sembra suggerire la luce solare dello sfondo, ne ha già assunto il corpo 
        e sta per ricevere la veste di una nuova personalità. Qual'è la vera lettura? 
        Penso che lo siano ambedue, ma la mia attenzione è adesso attirata da 
        questo essere misterioso, una specie di mago o di venditore di un bazar, 
        che le ritira o le dà delle vesti. Mi sembra una personificazione personificazione 
        del Sé o di un personaggio che nei miei sogni appare spesso - chiamiamolo 
        il Deus ex machina - un essere misterioso che non è né me stesso, né la 
        donna di cui parlo, non è il mio corpo né la mia anima, ma è il testimone, 
        l'essere essenziale, che dà e toglie la veste, dà e toglie la personalità 
        superficiale, che è appunto come una veste ... | 
   
    |  | 
   
    | 1981.07.12 L'Argonauta  
        
       | 
   
    |  |  | In quest'altro quadro, io 
        mi ero figurato di incontrare di nuovo la donna amata. Mi ero figurato 
        di trovarla, come infatti la trovai in un tentativo infruttuoso, assolutamente 
        gelida, rossa perché era sensuale come se avesse ancora in sé il fuoco 
        dell'amore, ma con la spalla bianca, il volto bianco..era praticamente 
        come se fosse la morte. E allora questo essere, che è una specie di navigante, 
        con un gesto di pentimento e addirittura piangendo, si avvicina a questa 
        creatura ma lo fa senza molta convinzione, da una parte sembra attorcigliarsi 
        su se stesso, come se fosse una conchiglia, dall'altra, come vedete, quasi 
        si nasconde dietro una falce di luna, è in uno stato di sogno, di ispirazione 
        lunare e non di reale desiderio. Il contatto fisico ormai era perso e 
        lo si vede da questa figura di donna che è una specie di isola, di roccia, 
        di blocco del tutto distante dal tentativo di questo essere di avvicinarla.
 
 | 
   
    | 1981.10 Nascita o Morte  
        
       | 
   
    |  
 
 |  | Anche questa è una figurazione 
        molto triste, come se la vita, la testa fosse stata svuotata. C'è ancora 
        il sole ma è un sole spento, la luce non è del sole, è lunare. E' una 
        persona che è ridotta a un guscio, come se la sua vita, il suo anelito, 
        il suo amore non ci fossero più. | 
   
    | 1981.12 La ragazza di Misano  
        
       | 
   
    |  |  | Vedete come sono curiose 
        le cose. Anche qui penso alla mia donna perduta ma ne proietto il ricordo 
        in un'altra persona, che incontro per caso in treno. La ragazza sedeva 
        di fronte a me, con la testa appoggiata sulla tendina scura dello scompartimento, 
        e aveva solo due posizioni, così o così, sempre con la testa contro la 
        tendina scura. Il treno viaggiava vicino a Pesaro lungo il mare, che si 
        vedeva quindi dal finestrino. Istintivamente ho quindi rappresentato due 
        volti, corrispondenti alle due posizioni della testa della ragazza, la 
        tendina dello scompartimento e il mare. Non so che effetto vi fa di sentirmi 
        dire queste cose, ma vi sto parlando del modo germinante in cui le immagini 
        vengono prodotte dall'inconscio, che si nutre di frammenti della vita 
        di cui ha fatto tesoro e che appunto utilizza come farebbe uno scenografo, 
        un regista. | 
   
    | 1982.01 Il Naufragio 1982.02 Il Sé sommerso1982.03 Il Nocchiero
 | 
   
    |       | Chi è questo regista? Chi 
        si cela nell'inconscio? Forse l'autore della pièce o addirittura una forza 
        misteriosa che lo ispira ... E qui veniamo proprio a come io vivo questo 
        personaggio. In primo luogo esprimo la mia disperazione, in un mare interiore 
        la cui superficie è come il profilo di un essere, con le mani che si protendono 
        alla ricerca di un aiuto: è un naufragio da cui la coscienza cerca di 
        salvarsi. La vedo poi nel quadro seguente, in cui il relitto del naufragio 
        giace sul fondo e la coscienza sommersa cerca però di affiorare e spunta 
        anzi al di sopra del mare come se fosse un sole che sorge all'alba. Si 
        vede infine l'essere che vola in alto, il mare che sembrava prima sommergerlo 
        si è trasformato in una nuova nave, mentre egli si cela nella sua vela. 
        Come procede? Non come facciamo noi guardando avanti nella vita ma, si 
        direbbe, in senso contrario, guardando solamente in se stesso, nella sua 
        spirituale realtà.
 
 | 
   
    | 1984 Smile  
        
       | 
   
    |  |  | Questa è una parentesi di 
        eros, che dal fuoco iniziale è passato a un'esperienza più decantata. 
        Ne è espressione questo volto - vorrei che Aviva, la psicologa qui presente, 
        ne captasse il mistero - guardate quante persone sono: ce n'è una sul 
        fondo che è come un'ombra, il fondo oscuro di questa persona; poi un'altra 
        che è invece la sua apparenza ordinaria, abbastanza grigia come carattere, 
        come impulsi, come spiritualità, ma con una bocca dolcissima che mostra 
        una grandissima capacità amorosa; poi, sovrapposta ad essa, c'è una maschera 
        di seduzione; e infine un occhio che ha una profondità insondabile. Si 
        potrebbe fare un ritratto simile di ognuno di noi, anche se vogliamo invece 
        mostrare un solo volto, che è poi un marchio con cui ci proponiamo come 
        se fossimo un prodotto. Dietro tutto ciò c'è poi l'essere essenziale, 
        che però non conosciamo perché dobbiamo rivelarlo un po' alla volta, scoprendo 
        infine che esso è comune a tutti noi, è la nostra essenza divina.
 
 | 
   
    | 1987.07 La piccola anima  
        
       | 
   
    | 
   |  | La donna è sempre la "modella" 
        delle mie figurazioni del cammino dell'anima. Qui, la si vede nella forma 
        di una personcina, piccola così, che mi veniva a trovare. E io l'ho dipinta 
        in questo suo essere una piccola luce. Una sera, nella chiesa accanto 
        al mio studio, c'era un meraviglioso concerto di arpa, con una bella arpista 
        che teneva la testa reclinata mentre suonava. Una testa molto più grande 
        di quella della mia piccola amica e che la sostituisce inserendosi al 
        suo posto nel quadro. E' un'aurora interiore, come quella ricorrente in 
        altri quadri: un'anima che guarda nel proprio cuore, che guarda in se 
        stessa. Questo sguardo, questo intento è l'essenziale; chi guarda è invece 
        transitorio, può essere anche sostituito. | 
   
    | 1984.11.17 La Sibilla  
        
       | 
   
    |  
 
 |  | Questa amica la chiamavo 
        la mia sibilla, anzi la mia "pitonessa", come la sacerdotessa di Apollo, 
        perché aveva delle doti di grande sensibilità, quasi di chiaroveggenza. 
        Così il quadro la rappresenta all'ascolto di un messaggio misterioso, 
        come quello che è portato dalla spirale che, in tutti i miei quadri, si 
        associa alla potenza dello Spirito. | 
   
    | 1981 I Kundalini  
        
       | 
   
    |  
 
 |  | Accanto alla spirale, e 
        sotto la protezione di un essere divino come mi sembra questo volto di 
        saggezza che appare nel cielo, c'è ancora la sibilla che, come nel quadro 
        precedente, è una personificazione dell'anima. Ha una lunga treccia inanellata, 
        che mi fa pensare alla colonna vertebrale lungo cui la kundalini, la meravigliosa 
        energia sottile del pensiero religioso indiano, sale fino alla sommità 
        della testa, portando alla realizzazione spirituale. | 
   
    | 1989.06.14 La Metamorfosi  
        
       | 
   
    |  |  | Anche in questo caso, la 
        donna ha un aspetto molto misterioso ed è contattata da una presenza soprannaturale, 
        un angelo, ma si volta dall'altra parte. Questa tematica del voltarsi 
        dall'altra parte l'ho sentita moltissimo e la ritroveremo in molti altri 
        quadri. D'altra parte, essa è proprio l'atteggiamento dell'uomo: tutto 
        quello che noi facciamo in ogni momento è un voltarci dall'altra parte. 
        Non crediamo che la vera realtà sia quella dello spirito, ma sia invece 
        quella a cui andiamo incontro con tante illusioni, fino alla morte; crediamo 
        che la vera realtà sia quella del contesto personale delle proprie problematiche 
        e quindi, è come se ci voltassimo veramente dall'altra parte. E dire che 
        in noi c'è la luce, c'è il meraviglioso movimento del divino, come si 
        vede nella spirale luminosa nel corpo stesso della donna, c'è una natura 
        angelica che ci avvolge e penetra, siamo in Dio, siamo immersi nella sua 
        unità, ma la nostra mente non lo capisce e guarda altrove!
 
 | 
   
    | 1983 Natività  
        
       | 
   
    | 
   |  | Un altro fatto meraviglioso 
        che mi ha sempre colpito, e che ho esplorato in tante forme, è la nascita. 
        Qui è rappresentato come se, dal grembo di una donna, uscisse qualcosa 
        di straordinario. Non è certo una nascita qualsiasi! Io la interpreto 
        come la nascita di un essere superiore dal grembo della nostra anima. 
        In fondo, potrebbe essere anche una natività in senso cristiano. Io penso 
        che, in questo, la nascita del Cristo dalla Madonna abbia in sé un significato 
        centrale, che va al di là del cristianesimo storico: l'idea che la nostra 
        anima partorisce Dio, partorisce la consapevolezza di Dio. | 
   
    | <> 1989 La Natività del Signore  
        
       | 
   
    |  
 
 |  | Vediamo lo stesso concetto 
        in questo nuovo quadro. Qui, dalla Vergine, dalla madre, esce addirittura 
        il sole. Dal punto di vista esoterico, il Cristo è il sole. Così, invece 
        di rappresentare la nascita di un bel Gesù bambino nella capannuccia, 
        si rappresenta qui il sole, anzi molto di più, la spirale cosmica che 
        genera l'universo, nel centro della quale si vede il volto di Dio. Che 
        poi esso sembri così umano, ci fa pensare...nel momento in cui l'uomo 
        diventa consapevole della sua divinità, essa sembra reciprocamente così 
        umana. L'immagine, la somiglianza di cui parla la Bibbia ha un senso molto 
        profondo a cui dobbiamo riflettere. | 
   
    | 1988.05 Annunciazione  
        
       | 
   
    |  
 
 |  | Anche in questo quadro si 
        gira intorno alla stessa intuizione sul rapporto fra l'umano e il divino. 
        Nell'Annunciazione immaginiamo l'angelo che annuncia un messaggio alla 
        Vergine, ma qui l'evento è letto in un modo diverso: è appunto un rapporto 
        che si crea, una relazione, non un evento univoco in cui, di fronte a 
        una fanciulla attonita, viene comunicata la volontà di un dio assolutamente 
        al di fuori del suo piccolo mondo. Dopo tutto l'angelo dice "Ave Maria", 
        la saluta, e Maria sembra rispondere al suo saluto e al gesto che l'accompagna. 
        C' è un incontro fra l'umano e il divino, cioè un incontro fra due parti 
        di noi stessi, come quello che, nel nostro piccolo, qui e ora, stiamo 
        cercando di realizzare. Il fatto che la fanciulla, che è la nostra anima, 
        sia velata, è così vicino a quello che stiamo dicendo sull'oscurità, in 
        cui non possiamo vedere, mentre il divino è proprio davanti a noi, al 
        di là solo di un linea, di una superficie come fosse quella di un magico 
        specchio, in cui umano e divino si specchiano uno nell'altro.
 
 | 
   
    | 1988.05.20 L'Amato Cosmico  
        
       | 
   
    |  
 
 |  | In questo quadro si immagina 
        che l'anima, quando si libera dal corpo e ascende al cielo, incontri Dio, 
        l'Amato Cosmico come dice Yogananda, un guru indiano che ha fatto conoscere 
        in occidente la cultura religiosa dell'induismo. C'è quindi un'influenza 
        culturale diversa da quanto io sono portato a credere: che il contatto 
        col divino debba avvenire nel proprio cuore, mentre qui è rappresentato 
        come fosse un incontro nell'alto dei cieli. Ma tutte le dimensioni sono 
        vere, l'importante è che l'incontro ci sia. Nel quadro si vede che, quando 
        accade, l'anima si trova proprio faccia a faccia con Dio, il suo volto 
        si specchia nel Suo come nel quadro dell'Annunciazione ma, ahimè, è un 
        volto così oscuro... | 
   
    | 1988.06 La Porta  
        
       | 
   
    |  
 
 |  | Con una stessa sensibilità 
        (sono quadri dello stesso periodo), è qui rappresentata la Porta, la porta 
        che conduce alla luce, la speranza di una nascita spirituale...Si vede 
        una scala, essa mostra che bisogna salire a un altro livello, ma ci sono 
        anche delle grosse nuvole che ci attendono. C'è poi un sole che non è 
        bello, passano davanti ad esso dei pianeti o altri corpi che lo oscurano. 
        Qui in basso, accanto alla porta, c'è qualcosa che mi fa pensare a un 
        drago...voi vi stupirete di come io leggo i quadri dicendovi delle cose 
        che magari vi risultano aliene, ma io mi esprimo come posso e in ogni 
        caso con sincerità. Leggo quindi in questo quadro l'anelito a una nascita 
        spirituale, però in presenza di condizioni che, per il momento, non la 
        rendevano possibile. | 
   
    | 1989.03 L'Angelo e il Masso  
        
       | 
   
    |  
 
 |  | Ecco, qui ci sono degli 
        angeli, però non degli angeli come uno se li può immaginare, creature 
        meravigliose, alate, benefiche ... Prima avevamo visto l'angelo che cercava 
        di comunicare con la fanciulla dell'Annunciazione, che si prestava con 
        umiltà e totale accettazione a questo contatto, ma si sa che Maria era 
        piena di grazia e quindi degna di ricevere il sublime messaggio. Invece 
        qui l'interlocutore dell'angelo è ben diverso: sto rappresentando l'uomo 
        come un sasso, qualcosa di inerte. Non solo siamo nella caverna ma siamo 
        i sassi con cui è fatta la caverna. Questo sasso in qualche modo comincia 
        a malapena ad animarsi, si delinea una gamba, si delinea una testa e una 
        forza spirituale gli parla, lo spinge, suscita la vita in lui, questo 
        io lo sento fortissimamente. | 
   
    | 1989.07.01 L'Angelo e l'Uomo dormiente  
        
       | 
   
    |  
 
 |  | Mentre l'angelo cerca di 
        parlare all'uomo, questi sembra voltarsi dall'altra parte. Vedete questa 
        figura di uomo sdraiato con la testa impastata di terra e un angelo che 
        gli parla, gli parla ...? E' un'esperienza che abbiamo già visto e che 
        purtroppo ritroveremo molte altre volte. Nei quadri del periodo successivo 
        che vedremo nel prossimo incontro, ci saranno, è vero, dei momenti di 
        luce, in cui il dialogo con l'angelo si farà più "amichevole" ma, per 
        il momento, questo è il racconto del modo in cui io ho vissuto quella 
        che ho chiamato la notte dell'anima. | 
   
    | 1987 L'Angelo della Vita  
        
       | 
   
    |  |  | Lasciate però che, nella 
        notte, si accenda una luce e che questa luce non sia esterna ma che noi 
        stessi siamo luminosi, e siamo anzi lo stesso angelo: non un essere sordo 
        e oscuro a cui l'angelo inutilmente si rivolge, ma un essere angelico 
        anch'esso, sia pure con un volto oscuro. Cercheremo di rischiararlo. |