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C.1.2.6


Indice ARTE E PSICHE

 
Presentazione dei Quadri

Molti artisti cominciano in modo figurativo e poi un po' alla volta arrivano all'astratto. A me invece è accaduto il contrario. Ho cominciato con l'astratto per arrivare poi alla figurazione. Ma che tipo di astrazione è?


1976.05.12 Studio



Questo per esempio è il mio primo quadro, non ve lo presento certo come un capolavoro, però vedo in esso due cose:  il senso di un centro, di un vuoto, di cui abbiamo parlato tanto nell'ultimo seminario, tanto da un punto di vista filosofico che urbanistico e, intorno a questo vuoto, il formarsi dei mondi, delle cellule, che ricorda anche le città satelliti della Città a Immagine e Somiglianza dell'Uomo di cui abbiamo ugualmente molto parlato.

1976.06.04 Catastrofe



Un'altra cosa che mi è apparsa subito, accanto a questa ingenua, se volete, costruzione di armonie (il cerchio fa pensare a un'armonia cosmica e nello stesso tempo interiore), è la minaccia di una distruzione apocalittica. Due forse connaturate una all'altra, la prima tendente all'armonia e la seconda invece alla distruzione. Questo è un quadro di trent'anni fa ma non penso che il mondo abbia fatto nel frattempo molti progressi. Al di là della storia di questi ultimi decenni, la dualità e l'alternanza delle due forze hanno radici cosmiche. Ricordate che nell'induismo, oltre a Brahma, l'assoluto e il creatore, c'è Shiva il distruttore? ...

1976.06.07 I filosofi


La tendenza distruttiva si legge anche nel crollo della nostra antica civiltà: si vedono tracce di antichi affreschi, teste di profeti, filosofi e sapienti, buttate alla rinfusa come pietre fra le macerie di un mondo.

1976.06.14 Alieno



Vedevo l'aggressività in un mondo esterno ma, senza saperlo, l'avevo dentro di me. Ogni cosa che noi crediamo di vedere al di fuori di noi, è in realtà in noi.

1976.06.17 Astronavi



L'aggressività come contrasto fra un principio di durezza, come può esserlo una linea, un triangolo, o la punta di una lancia, e invece un principio di rotondità, calore, un principio terrestre.

1976.16 La pace e la guerra



Il titolo potrebbe anche essere il bene e il male, che sono associati alla stessa dualità espressa con la geometria e con il colore ...

1976.06.25 Nascita

 

La dualità si risolve nel momento felice di una nascita, come se il sole e la luna assistessero alla nascita della vita sulla terra: è una spirale che, dal mondo delle acque, si sviluppa nel fuoco e nell'aria, fino alle stelle.

1976.12.11 Osiride



Questa figurazione è vicina al mito di Osiride che, dalla luna, presiede alla vita delle anime. E' la narrazione di una specie di cosmologia, con le origini della terra, gli animali antenati dell'uomo e la musica cosmica che Osiride suona, generando la vita.

1976.17 Eva



Il distacco intellettuale con cui percepivo la dualità, su tanti piani, si applica anche a uno sguardo a una figura femminile, che appare imprigionata in una geometria, anche se addolcita dall'interpretazione del seno come la pura sorgente da cui nasce la spirale della vita.

1976.22 Angelo



In questo quadro si vede un'esemplificazione molto chiara del rapporto fra due principi, maschile e femminile, ovviamente associati all'azzurro e al rosa. Se ne vede la separazione ma anche il ricongiungimento nell'unità del nostro essere superiore. E' quindi divisa la nostra parte inferiore quanto è invece unita quella superiore.

1976.23 San Giovanni

 

Il quadro si chiama così, pensando forse all'incipit del Vangelo di Giovanni: in principium erat verbum, il principio della creazione dei mondi.

1976.24 La notte e l'alba



Un altro tema che appare subito è quello della maternità, che si lega anche alla grotta. Come dicevo prima, il grembo materno è come la caverna, da cui si esce alla luce. Nello stesso tempo l'apparizione della vita sulla terra, la terra stessa, è qualcosa che nasce dalla notte cosmica. Il blu scuro del quadro è la notte cosmica, con le sue stelle, nel cuore della quale c'è questo mistero della nascita.
E' la nascita fisica e anche la nascita spirituale, un archetipo profondissimo nel nostro essere, che sorge quindi spontaneamente.
Prima abbiamo visto la dualità in tante forme. Ora vediamo che l'unico principio che può portare a superarla è la nascita. La nascita è il congiungimento fra due cose separate, materia e spirito, congiungimento che non è però eterno, ma solo temporaneo. Nasciamo e poi moriamo.
Nello stesso modo è un congiungimento l'amore, altrettanto temporaneo. Quante volte ho insistito sul fatto che sia l'amore, sia la vita, sia la giornata sono un fatto ciclico. Dobbiamo accettarlo, con la sola aspirazione che questo ciclo non sia solo il samsara, la ruota di cui parlano i buddisti, ma che sia una spirale che ci conduce sempre più in alto verso una divina perfezione.

1976.25 Spiritus



Questa è una figurazione, con cui immaginavo un essere spirituale. Nel centro della figura vedo il mondo, con l'incrocio, quasi una croce, a cui siamo inchiodati. La testa è invece in un'altra e divina dimensione.

1976.26 Madonna



Qui, ancora una volta è una nascita, una Madonna, con questo straordinario miracolo del formarsi del bambino e, nello stesso tempo, della discesa di un principio spirituale più alto e separato dal corpo. Questo ci potrebbe far molto pensare all'incarnazione e in particolare a quella del Cristo.

1977.11 Lunare



Come vi dicevo, tutto questo è sempre però una percezione intellettuale. In questo quadro, che io chiamo "Lunare" appare un essere che sembra proprio guardi alla luna o che venga da essa. E' una situazione astratta, di non eros. Come nei quadri precedenti, c'è una separazione fra la dimensione fisica e quella spirituale.

1978.01.15 La morte della mamma



Dopo aver dipinto la maternità, dipingo qui mia madre, che, tanti anni dopo la mia lontana nascita, è giunta ora alla morte. Si vede nel quadro come è seduta all'estremità di un muretto, come all'estremità della vita.

1977.13 Il lavoro spirituale



Per terminare questo periodo, presento questo quadro che avete visto molte volte, perché è stato usato come logo della Fondazione. Appare in esso l'angelo, non come un pensiero, un fatto intellettuale, ma come forza operante. Però si presenta insieme a un'altra figura, con un corpo che è come una corazza e un volto oscuro, nero. Nel centro della composizione c'è questo centro, quasi una croce, come un nodo a cui è avvinta la figura, che l'angelo cerca di liberare, fondendone le catene con un fascio luminoso.

La lezione che io tiro da questa prima esperienza pittorica è che, dopo un primo approccio razionale, sensibile, in cui si annunciano degli archetipi e delle dualità, si incontra l'angelo ma, contemporaneamente, si incontra anche l'ombra. Non è che l'angelo sia un essere astratto, staccato da noi ma è la parte più bella di noi stessi, congiunta a quella più oscura. Noi siamo fatti di luce e di ombra ed esse non possono sciogliersi una dall'altra.
Quindi con questo quadro finisce una fase serena e intellettuale e se ne apre invece un'altra che vedremo nei prossimi incontri, in cui l'ombra prenderà addirittura il sopravvento perché, quando irrompe l'eros, l'angelo sembra scomparire. C' è una forza che brucia, che ci fonde, ci uccide. Prima di parlare di nuovo di spiritualità, nei modi che questa forza stessa saprà forgiare, dovremo fare un lungo cammino.
Questi sono quindi i quadri che vi mostro oggi. A questo punto, vi chiedo di intervenire nella nostra conversazione, portando avanti un lavoro comune.