Introduzione
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Parigi, in cui Vittorio Mazzucconi opera per quindici anni,
oltre al periodo già passatovi nella sua giovinezza, è per
lui un'esperienza fondamentale, una grande apertura di idee, di orizzonti,
di possibilità espressive. Il suo esordio è l'edificio dell'Avenue
Matignon 22, in cui il tema di inserire un'architettura moderna in un
contesto storico si rovescia nel suo opposto: come inserire la memoria della
storia nell'esperienza contemporanea. La facciata esprime poi anche quella
centralità, quel cuore, che il progetto
per Milano aveva individuato come il suo frutto supremo. Così,
quando avviene una volta la comprensione del nucleo - a Milano, la Città
dei Navigli - ciò permette di rendersi subito sensibili alla
presenza del nucleo in ogni altro luogo: ed ecco così emergere il
nucleo di Parigi, il suo cuore, di cui questa facciata si fa sofferta ferita.
Come pure la prospettiva apocalittica del libro di Milano diventa in questo
edificio e in molti altri progetti per Parigi, l'annuncio della distruzione
e insieme di un'armonia, di una nuova civiltà. |
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Oltre alla facciata Avenue
Matignon, testimoniano di questa tensione creativa tanti altri progetti:
fra i primi la proposta per le Halles con la grande Arca. L'idea era nata
in sintonia profonda con l'archetipo, il simbolo di Parigi, che ha in comune
con un vascello la congenialità con il fiume, ma è stata ripresa
tanti anni dopo da altri alla Défense. |
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Il progetto Aix-Etoile
per una piccola città satellite nei pressi di Parigi esprime il tema
della fondazione, come se un pezzo di periferia potesse, come per incanto,
ricuperare la sacralità della nascita di una città vera, come
ai tempi dell'antica Roma. Poiché Parigi stessa era stata una città
romana, con il nome di Lutetia, il progetto Aix-Etoile ne rivive
in un modo misterioso la nascita. |
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Altre Arche ricorrono poi nel progetto per il Centro Culturale di St-Germain-en-Laye,
o in quello dell'Opera-Bastille,
o alla Villette
ecc. in un continuo e fecondo flusso creativo. |
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Un'Arca viene poi realizzata nel Massiccio Centrale, nel paesaggio magico
del Lioran,
un vulcano del Cantal, insieme a un villaggio turistico disposto ad arco
di cerchio in bordura alla piccola prateria alluvionale che ne ha colmato
il cratere mentre, all'altro estremo, si staglia e sembra avanzare come
una nave la grande Arca
delle Nevi. |
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La Citadelle,
infine, porta in un tipico quartiere di Parigi, l'Avenue d'Italie, lo spirito
di un complesso fortificato, un pò, si direbbe, per resistere all'aggressività
di un ambiente involgarito dai peggiori eccessi delle torri anni '50 e un
pò, forse, per mettere in risalto la grande dolcezza e privacy dell'architettura
interna, protetta appunto dalle fortificazioni su strada. |
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Vittorio Mazzucconi ha poi fatto dei progetti anche in altre città
francesi. Fra queste Nancy, che ha uno splendido centro Settecentesco, purtroppo
in sfortunata contiguità con la zone
du Canal, in stato di abbandono e degrado, che il progetto di Mazzucconi
recupera, disegnando nuove scenografie, percorsi e monumenti intorno al
bacino in cui essi si specchiano. |
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Anche in questo caso, assistiamo a una fusione della storia, della topografia,
della belleza e del degrado stesso, delle motivazioni più realiste
e di quelle poetiche che volano al di sopra del contingente, dei simboli
associati all'archetipo di una città e di quant'altro...in un'armonia,
soffusa di pathos numinoso, di cui Mazzucconi conosce la chiave segreta.
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