Il progetto per un
rinnovamento dell’ antico centro di Berlino – sorto
su un’sola della Sprea – dopo che esso era stato distrutto
dalla guerra e ricostruito nel peggiore stile dell’epoca stalinista
- è stato presentato a un Concorso Internazionale. Mentre
questo si limitava però a un punto di vista urbanistico,
a Mazzucconi è apparso subito evidente che il vero cuore
del problema era l’antico Castello, le cui rovine, sopravvissute
alla guerra, erano state successivamente rase al suolo da Honecker.
Lavorare sul cuore della città, dove Berlino nacque, si identificava
così con l’interpretazione del suo simbolo, il Castello.
Il progetto, oltre al ricupero del tessuto urbanistico originario
del quartiere, propone quindi la parziale ricostruzione del Castello,
inserito in un complesso contemporaneo che, con le sue impalcature
metalliche, ha un aspetto simile a quello di un cantiere, e ciò
per esprimere una nuova realtà in progresso, non certo una
fredda ricostruzione storica. E’in “cantiere”
anche una grande forma plastica, come un’immensa scultura
centrata sull’asse della Unter den Linden,. Le tre scocche
in cui essa si articola potrebbero prendere nelle manifestazioni
ufficiali i colori della bandiera tedesca. Ma al di là del
simbolo di una città e di una nazione, è la grande
e mitica Arca di tanti progetti di Mazzucconi che riappare, facendosi
portatrice, come sempre, dei tesori della civiltà e di una
superiore identità. Un’ideale acropoli E, come sempre,
non viene compresa!
(Vedi anche l’Arca
delle Halles a Parigi, il progetto della Zone
du Canal a Nancy, la Nuova
Agora di Atene, il Fiore nel progetto per il nuovo Centro di Firenze, la Piramide
del Palatino ecc.)
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