Guardando al mondo in cui viviamo, ne sono evidenti il disordine e le precipitose trasformazioni verso una direzione sconosciuta. Ne deriva la perdita di un orientamento, mentre siamo in preda ad innumerevoli abbagli, in ogni campo e soprattutto in noi stessi.
Si è creata una frattura fra la forza originaria che unisce l'universo, la natura e l'uomo in un tutto armonico, e l'attività di una mente che ignora questa vivente unità, frammentandola nella scienza, alienandola in una tecnologia sempre più invasiva, e orientando l'uomo verso valori astratti, beni e consumi senza limiti, divertimenti che lo allontanano da sé stesso; senza parlare del profitto, che è divenuto l'unico e supremo valore, a cui subordinare ogni cosa.
E' un vero e proprio delirio, che ci spinge verso un avvenire alieno. Il predominio di una ragione materialistica, che ha iniziato con la negazione di Dio e dell'anima, finisce col negare l'uomo stesso, provocando un fondamentale squilibrio e la probabile catastrofe a cui esso ci sta portando.
Viviamo oggi in una di quelle fondamentali svolte della storia, in cui termina una civiltà e ne inizia una nuova. Accadde qualcosa di simile alla fine dell'impero romano, con la decadenza di una società opulenta e scettica come la nostra mentre, nello stesso tempo, nasceva nel cuore degli uomini il bisogno di una nuova spiritualità. Fu come ritrovare una sorgente di vita e di verità, in mezzo all'aridità del mondo di allora.
Riusciremo a trovarla anche noi nel nostro?
La nuova spiritualità che cambierà il mondo seguirà lo stesso fondamentale impulso radicato da sempre nell'uomo - quello di un'integrazione della sua condizione mortale in una prospettiva più ampia che le conferisca un senso - ma non vorrà più limitarlo, fino a imprigionarlo e spegnerlo, nelle rappresentazioni religiose e nelle tante elaborazioni filosofiche del passato. Vorrà invece realizzarlo attraverso l'esperienza del mondo di oggi, a cui partecipare intensamente pur cercando un orientamento che aiuti ad evitare la probabile catastrofe a cui le sue tensioni lo conducono o, se essa non potrà essere evitata, che possa guidarci nel cammino verso un mondo migliore.
Un orientamento centrato sull'Uomo, sul suo vero essere e sul suo compimento, che chiamiamo "Sé", fine e archetipo dell'uomo, a cui guardare nonostante gli errori e le bassezze di cui siamo capaci.
Lo si ritroverà con tale centratura, non certo una hybris antropocentrica ma una nuova consapevolezza con cui rinasceranno l'unità e l'armonia fra il cuore e la mente, il femminile e il maschile, la natura e la civiltà, lo Yin e lo Yang, fondamentali polarità con cui procede la vita nella sua incessante evoluzione; e con cui si affermerà una laicità matura capace di ritrovare anche un senso religioso, oggi perduto. Ne saranno aspetti determinanti:
- un costante riferimento ai valori dello spirito e della vita, in luogo di un'economia, di un potere, e di una cultura fine a sé stessi;
- una vera conoscenza, che non può più essere separata dalla coscienza;
- una nuova etica, adatta ai problemi emergenti del mondo di oggi;
- delle leggi ed azioni tanto realistiche quanto illuminate, da conformare allo spirito, alla conoscenza-coscienza e all'etica;
- un'educazione dei giovani, che si ispiri a questi principi, in modo da costituire il fondamento di un'umanità rinnovata.
Anche i più grandi problemi sociali, economici, ambientali, politici, possono essere risolti alla luce di tale orientamento mentre, senza di esso, non potranno che aggravarsi. Ma chi sarà il legislatore? Chi sarà l'educatore? Lo sarà ognuno di noi, cominciando con l'educare sé stesso, se saprà guardare al proprio centro interiore invece che alla superficialità e al delirio del mondo attuale. Riconoscendo in questo centro la nostra vera e spirituale essenza, nutriremo di essa i nostri sentimenti, pensieri e azioni, trasformando a sua immagine noi stessi, la città e il mondo.
A fronte di tale compito, il miei piccoli libri o anche l'insieme della mia opera sono davvero una
minima cosa, ma anche un seme è piccolissimo in confronto ad un albero o ad ogni altra creatura che ne nascerà. Altri potranno agire mentre io posso solo offrire il modesto contributo di una lunga meditazione, ripetuta come un mantra. Essa può unirsi al loro contributo e a tanti segni che preparano la nascita di un mondo nuovo. A fronte della catastrofe a cui l'umanità si avvia, rincuoriamoci pensando che essa porterà infine ad un più alto livello di coscienza, e che ne nascerà una nuova e più alta civiltà.
"Orientarsi" verso tale coscienza non è solo il titolo di una piccola collana di libri: è una necessità!
E' il grido che ne segnala l'urgenza!
Vittorio Mazzucconi 21 dicembre 2015 |