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Manifesto
del Workshop |
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Milano è
una città che manca di una visione. Dopo un lungo periodo di
stasi, ci sono oggi, è vero, molte iniziative, ma esse mostrano
un attivismo di tipo manageriale, con un accavallarsi di stimoli, molti
dei quali rischiano di essere velleitari e contraddittori. Ciò
che manca è una vera conoscenza, non solo dei problemi
in gioco e dei metodi per affrontarli, ma di una filosofia capace di
andare oltre le necessità contingenti e di indicare alla città
un ideale.
I problemi di Milano sono quelli di tutte le metropoli, traffico, inquinamento,
caos urbanistico ecc. ma ad essi se ne aggiungono oggi due nuovi, l'immigrazione
dal terzo mondo e la fusione Europea, che produrranno una città del
tutto diversa. Vorremmo che essa fosse sempre il luogo civile di incontro
e di sviluppo che è nella vocazione di Milano, con in più il
salto vitale verso una nuova dimensione, una nuova cultura. Ma, è
questo possibile?
La crisi della città non riguarda d'altra parte solo Milano.
Essa è di dimensione mondiale ed epocale. La distruzione, il
disordine, l'accelerazione esponenziale e drammatica di tutti i fenomeni
sono ovunque intorno a noi. Questi sono però anche i segni che
annunciano un mondo nuovo, a cui dobbiamo andare incontro con coraggio
e con speranza.
Di fronte a questa
realtà, c'è però una grande mancanza di consapevolezza,
sia nel mondo economico e politico che in quello dell'arte e della cultura.
Se ci limitiamo al nostro campo, dobbiamo chiederci:
qual' è dunque la funzione che l'arte dovrebbe svolgere oggi?
Non certo lo scendere sempre più nel vuoto e nella degradazione
che troppa arte ci mostra, ma un lavoro di profondo rinnovamento dell'uomo,
da cui solo potrà sorgere una nuova arte.
La nostra idea è di riunire quindi con questo scopo le forze
in una impresa comune. Essa sarà come un baluardo o un fossato
di difesa dal caos del mondo contemporaneo, o come un solco in cui gettare
i Il semi della civiltà futura.
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