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C.1.2.11

Arte e Psiche
EURIDICE La Notte dell'Anima

La VICENDA DELL'ANIMA
in dialogo con Vittorio Mazzucconi
e la sua pittura

Incontro n° 15 del 14 ottobre 2009


Indice ARTE E PSICHE

 

Nel dibattito sono intervenuti anche: Aviva Setton, Roberto Provenzano, Pat Sophie Graja, Paolo Manasse, Roberta Ribali, Giorgio Fedeli.

Vittorio Mazzucconi

Negli incontri precedenti, abbiamo fatto un lungo cammino, cominciando con il riconoscimento dell'ombra, ossia della caverna oscura in cui viviamo, e con l'eros che non solo ci promette di farci uscire dalla caverna ma che in primo luogo sembra buttarci in essa, legandoci alle necessità della vita, dell'accoppiamento, della procreazione, di tutte le problematiche che ne derivano. Nell'ultimo incontro, abbiamo poi parlato della "discesa agli inferi", provocata da un amore infelice. Ci sono tanti modi per andare agli Inferi, ed alcuni sono anche più drammatici. Abbiamo visto che ci si può andare anche con la morte di una persona cara, con un dolore, una perdita, ma il modo di andarci guidati dall'eros, per amore, e che sembra in fondo il più piacevole, è anche quello che tocca più da vicino le corde del cuore. Una morte è certo una dura esperienza, un lutto che richiede una lunga e penosa elaborazione, ma poi le ragioni della vita prevalgono sempre, mentre la fine di un amore è qualcosa che nega la prospettiva stessa della vita: quanto più ci facciamo sedurre da una speranza di felicità, tanto più dobbiamo poi fronteggiare la perdita della felicità e tanto più essa sarà risentita come dolorosa e crudele.
Ora, dopo questo periodo, che è stato molto discusso ed esplorato, c'è un'altra fase, che è quella di cui ci occupiamo stasera, che chiameremo la "notte dell'anima". Mentre la discesa agli inferi può essere vista come un incubo, come quando uno si addormenta e vive dei sogni spaventosi in cui vengono elaborate in modo più o meno tormentoso le esperienze difficili della giornata o anche dell'insieme della sua vita, nello stato che chiamiamo la notte dell'anima subentra un periodo di calma, in cui non c'è più la spinta dell'eros e neanche la reazione alla perdita dell'amore. Tanto l'amare quanto il non amare più o addirittura odiare, come accade certe volte dopo la perdita di un amore, sono momenti di grande vitalità, mentre nella fase successiva essa diminuisce e si entra in uno stato di calma in cui le nostre energie sono spente. Non per questo però si tratta di un periodo negativo. Io lo paragono in qualche modo alla luce lunare. Siamo cioè entrati nella notte, non c'è più il sole, ripercorriamo le esperienze della giornata che non c'è più, piangiamo sul nostro amore che non c'è più, sulla felicità perduta, su tutto, ma è come se vivessimo nella luce della luna, cioè in una dimensione di riflesso, di sogno. Non dimentichiamo che in antico, Osiride presiedeva all'oltretomba e veniva così identificato con la luna, in cui si pensava che soggiornassero le anime dei morti. La notte dell'anima può così essere un periodo molto fecondo, come è feconda l'influenza della luna, può favorire la crescita interiore e soprattutto preparare il successivo risveglio. Dalla ribellione dell'eros combattuto e non soddisfatto al sonno profondo con cui inizia la notte dell'anima, ci si avvicina a poco a poco al risveglio, che si annuncia in tanti modi, che vedremo adesso attraverso i quadri.
La prossima volta inizierò invece con un quadro di grande luminosità, come se a un tratto si accendesse la luce, ma oggi, purtroppo, devo ancora intrattenervi sulla notte, poiché il risveglio è ancora lontano.